Zenith Chronomaster Original Triple Calendar: omaggio alla storia
2 Febbraio 2024Anche nell’orologeria ci sono le cosiddette “sliding doors”. Anche in un marchio come Zenith. Proprio nei brand con una illustre tradizione alle spalle, fatta di passione e di eccellenza, troviamo aneddoti che raccontano storie di orologi entrati subito nel mito e di altri che, per trovare il proprio posto al sole, ci hanno messo più tempo. Il destino del nuovo Zenith Chronomaster Original Triple Calendar ricorda un po’ questo percorso. Per ricostruire le sue origini dobbiamo infatti tornare agli esordi del calibro El Primero e a un dualismo non voluto tra cronografo e triplo calendario.
TUTTI VOLEVANO IL CRONOGRAFO
Correva l’anno 1970 e solo pochi mesi prima il mondo dell’orologeria era stato attraversato dalla rivoluzione di Zenith e del suo cronografo ad alta frequenza El Primero. Erano gli anni della corsa ai primi cronografi automatici e del grande fermento in termini di design e di innovazioni tecniche, anche sulla scorta del successo che molti brand riscuotevano nel campo della cronometria con l’impegno in Formula Uno.
In un mondo dominato dalla ricerca della performance e della velocità, il cronografo era il must have non solo per i professionisti dei motori. Lo dimostra il gran numero di orologi che, entrati sul mercato in quegli anni, sono ancora oggi dei miti. Certo, in questo panorama Zenith era decisamente all’avanguardia, tanto da aver progettato già un anno prima il suo El Primero in modo che potesse accogliere le funzioni del calendario completo e delle fasi lunari. Due complicazioni non banali, simboli dell’orologeria dei decenni precedenti.
Negli anni ’50 e ’60 molti marchi introdussero nelle loro collezioni modelli con il triplo calendario. Non mancano esempi da parte di Breitling, Heuer, Vacheron Constantin e soprattutto di Movado che poi, all’inizio degli anni ’70, legò la propria storia industriale a quella di Zenith. Forte della predisposizione del calibro El Primero all’inserimento del triplo calendario, Zenith produsse una serie di prototipi con questa complicazione, 25 per la precisione, utilizzando la cassa dell’A386. Però, come detto, tra gli anni ’60 e ’70 il mercato chiedeva cronografi e la produzione d’élite di molte maison si orientò verso quel segmento.
In Zenith lo capirono in fretta: visto il grande successo dell’El Primero solo cronografo, l’azienda decise di attendere ancora qualche anno prima di mettere sul mercato un orologio che montasse la prima versione dell’El Primero con calendario completo. “Sliding door”. Se i trend di mercato fossero stati altri, forse oggi l’icona del brand non sarebbe il cronografo ma il triplo calendario.
ZENITH PUNTA SUL DESIGN
Naturalmente con i se e i ma non si fa la storia, nemmeno in orologeria. La certezza sta nel fatto che oggi il calibro cronografico El Primero è a disposizione degli appassionati con il calendario completo e le fasi lunari, vestito con l’abito elegante di casa Zenith: quello del Chronomaster Original, che diventa appunto Chronomaster Original Triple Calendar. Presentato alla LVMH Watch Week, non nasconde, anzi esalta le proprie radici. Per realizzarlo, il brand si è basato sull’esatta cianografia del modello A386 del 1969, di cui riprende anche le proporzioni bilanciate.
Lo si capisce subito dando un’occhiata veloce alla cassa in acciaio, le cui forme e dimensioni (38 mm) ricalcano quelle delle casse dei cronografi standard della collezione. La differenza più evidente, invece, sta nello spessore, che nel caso del Chronomaster Original Triple Calendar è giocoforza maggiore, data la presenza contemporanea di cronografo, triplo calendario e fasi lunari. Il colpo di genio di Zenith sta però nel modo in cui ha gestito questi millimetri in più, per non far sembrare l’orologio eccessivamente massiccio.
Invece di rendere più spessa la carrure, lascia invariati i fianchi verticali e gestisce i millimetri in più utilizzando un fondello piuttosto spesso. Se esteticamente questa soluzione può non piacere a tutti, ha però un indubbio vantaggio pratico; la sporgenza aggiuntiva del fondello si trova al di sotto della linea delle anse, in modo da appoggiarsi nel leggero incavo che c’è tra le ossa del polso: in questo modo l’orologio si accomoda bene una volta indossato e, visivamente, il suo profilo non appare diverso da quello dell’El Primero in versione cronografo.
IL QUADRANTE DEL CHRONOMASTER ORIGINAL TRIPLE CALENDAR
Detto della cassa, l’altro grande lavoro fatto dal brand sul Chronomaster Original Triple Calendar ha interessato il quadrante, che mantiene la classica impostazione a tre contatori e molti degli elementi visivi che caratterizzavano l’A386. Per i contatori, appunto, non si è scelta la configurazione con i dischi parzialmente sovrapposti né di diversi colori, ma quella con i dischi separati e posti su un livello inferiore rispetto a quello del quadrante. Il protagonista del nostro shooting esclusivo li ha neri, con una finitura concentrica, nella classica configurazione panda a contrasto con il quadrante opalino.
Alla periferia del quadrante ci sono le scale del decimo di secondo (non dimentichiamo che nella cassa batte il calibro El Primero da 36.000 alternanze/ora) e al loro interno si trovano gli indici, applicati, sfaccettati e riempiti di SuperLuminova. Ciò che ne aumenta l’impatto estetico è la placcatura in oro, visibile sui loro lati inclinati, che richiama la medesima finitura presente su tutte le lancette, sia su quelle centrali sia su quelle dei contatori cronografici. L’effetto di omogeneità stilistica è ben evidente.
Il pezzo forte dell’orologio, naturalmente, è il triplo calendario. La visualizzazione scelta da Zenith è piuttosto classica. A ore 4:30 si trova la finestra del datario, nella posizione tanto consueta quanto controversa del Chronomaster Original. Per il giorno della settimana e il mese è stata utilizzata la disposizione che si trova in tanti tripli calendari della metà del secolo scorso: due finestrelle poste al di sopra dei contatori cronografici, rispettivamente a ore 10 e a ore 2. Nell’idearle, i design di Zenith non si sono però abbandonati alla banalità.
Invece di creare delle semplici finestre rettangolari ritagliate, in entrambi gli elementi esse sono scalinate e caratterizzate da una sottile curvatura ovale lungo i lati più corti. Una curvatura delicata, quasi impercettibile, che consente loro di armonizzarsi con l’architettura complessiva del quadrante, che è prevalentemente curvilinea. Le indicazioni del triplo calendario possono essere regolate utilizzando due pulsanti correttori posti nella carrure a ore 9. Nonostante siano ben incassati, la loro presenza interrompe un po’ la bella linea lucida del lato cassa.
A ore 6, inserite all’interno del contatore dei minuti cronografici, si trovano le fasi lunari, la cui visualizzazione è quella con la finestra a due lobi. Due sono gli elementi da mettere in luce in questa complicazione. Uno è il cielo: il suo colore blu indaco, non uniforme ma lavorato con effetto soleil, è l’unico tocco di colore differente dal bianco, dal nero e dall’oro che troviamo sul quadrante. Un oro che torna sulla luna e sulle stelle. Le stelle sono l’altro elemento da osservare: piccole sì, ma lavorate con la forma a cinque punte che rimanda al logo di Zenith. Quando sono i dettagli a fare la differenza…
ZENITH EL PRIMERO: UNA CERTEZZA
Tutte le indicazioni sul quadrante del Chronomaster Original Triple Calendar hanno il loro motore nel Calibro 3610, di manifattura. Anche questo movimento, elaborato sulla base del Calibro 3600, impiega una versione ad alte prestazioni della complicazione del cronografo, utilizzando la celebre alta frequenza dell’El Primero. Con essa alimenta il moto della lancetta cronografica centrale, che compie un circuito completo ogni 10 secondi per lettura più precisa della frazione di secondo.
Come è noto, l’El Primero 3610 lavora da alta frequenza (5 Hz o 36.000 alternanze/ora) e, a fronte di queste prestazioni, le 60 ore di riserva di carica costituiscono un’ottima performance. La gestione delle indicazioni del triplo calendario e del cronografo da parte di questo calibro a carica automatica è stata resa visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro.
Una scelta dettata anche dalla necessità di mostrare l’alta qualità delle finiture del movimento, uno dei punti di forza del Chronomaster Original Triple Calendar. I ponti scheletrati sfoggiano un mix di superfici spazzolate, le platine sono sabbiate opache, a contrasto e le viti sono azzurrate. Azzurrata è anche la ruota a colonna del cronografo che, insieme alla massa oscillante, è il punto su cui cade più spesso l’occhio di chi osserva il movimento.
A proposito di massa oscillante, è scheletrata e porta con orgoglio la forma della stella, emblema di Zenith. Anche su di essa gli artigiani della maison non si sono risparmiati con le finiture, alternando la satinatura della superficie agli angoli lucidati a specchio.
BRACCIALE O CINTURINO?
L’orologio è disponibile con entrambe le opzioni. Molto bello il bracciale a tre file in acciaio, la cui lavorazione lucida (maglia centrale) e satinata (maglie laterali) richiama l’alternanza di finiture della cassa. Il cinturino è nero, in pelle di vitello e con fibbia deployante.
Oltre alla versione protagonista del nostro shooting, lo Zenith Chronomaster Original Triple Calendar è disponibile anche con quadrante grigio ardesia soleil o verde oliva soleil, quest’ultima in vendita solo nelle boutique Zenith. Anche queste due referenze possono essere scelte con il bracciale in acciaio o con in cinturino in pelle blu (quadrante grigio) o verde (quadrante verde). Come è ovvio, cinturino o bracciale influenzano il prezzo: 14.000 euro con cinturino, 14.500 euro con bracciale (chissà come starebbe con un Gay Frères a scala…). Medesimi prezzi anche per la boutique edition.
Insomma, il Chronomaster Original Triple Calendar è un’altra prova di come siano pochi i brand di alta orologeria che hanno la stessa capacità di Zenith nel lavorare sulle riedizioni in modo preciso e fedele. Non creando, però, delle copie fredde e senza un’anima, ma conservando il fascino classico di una tradizione ricca, di uno spirito forte che la guida di Julien Tornare, di recente passato a TAG Heuer ha saputo valorizzare nel modo migliore. Al di là delle “sliding doors” che il destino apre e chiude, anche in orologeria.
By Davide Passoni