Jumbostar Incaflex, l’animo vintage e sporty-chic di Wyler Vetta
8 Aprile 2025Ci sono edizioni limitate ed edizioni limitate. Quella che ha presentato di recente Wyler Vetta, il Jumbostar Incaflex in 100 pezzi, ha un valore decisamente speciale, per diversi motivi. Intanto, perché riguarda una delle collezioni più riconoscibili del marchio, Jumbostar. Soprattutto, però, perché la sua ragion d’essere risiede nella storia della marca e in una delle innovazioni di cui il brand è stato artefice nei suoi oltre 100 anni di vita: il bilanciere Incaflex. Perché Wyler Vetta è stata ed è ancora una marca capace di creare modelli entrati nella storia dell’orologeria, ma anche brevetti e sviluppi tecnici che hanno segnato in modo indelebile quella stessa storia.

WYLER VETTA E IL BILANCIERE INCAFLEX
Uno di questi brevetti è il bilanciere Incaflex, il quale diede una risposta efficace a quella che oggi chiameremmo la “mission” che l’orologiaio Paul Wyler si impose nel 1924, quando fondò a Basilea l’azienda che portava il proprio nome: progettare e creare un orologio robusto, che resistesse agli urti e alle sollecitazioni alle quali sarebbe stato soggetto durante l’utilizzo quotidiano. Una mission che doveva prendere in considerazione come prima cosa il “cervello” dell’orologio, ossia il bilanciere. Una parte da sempre molto delicata e fragile, soggetta a rotture improvvise in caso di urti forti.

Paul Wyler individuò il punto di debolezza del bilanciere tradizionale in quella che era la sua costruzione classica, caratterizzata da braccetti corti e dritti che univano la parte esterna al pignone centrale. La loro ridotta lunghezza e soprattutto la forma dritta li rendevano molto fragili se sottoposti a colpi violenti. Il ragionamento fatto da Wyler fu semplice: doveva rendere quei bracci più lunghi ed elastici, e dunque più resistenti, possibilmente senza aumentare le dimensioni del bilanciere, lavorando quindi in uno spazio molto contenuto.
L’intuizione fu tanto semplice quanto geniale fu la soluzione. I due bracci da dritti diventarono curvi e flessibili, caratterizzati da uno sviluppo quasi a spirale, in grado di assorbire anche i colpi più violenti. Nacque così, nel 1927, il bilanciere Incaflex, che divenne poi lo standard nell’industria orologiera.

Qualche anno dopo, nel 1931, Innocente Binda (che era anche un uomo di marketing ante litteram) ne dimostrò l’efficacia con una trovata mediatica: lanciò alcuni orologi dotati di questo bilanciere dalla cima della Torre Eiffel. Un notaio che si trovava alla base del monumento confermò che funzionavano ancora dopo la caduta. Un exploit che rafforzò la reputazione del marchio e che fu ripetuto con successo nel 1956, ancora a Parigi e poi nel 1962, per convincere il mercato americano, con un lancio dalla cima dello Space Needle di Seattle.
IL MARKETING PRIMA DEL MARKETING
La modernità di Wyler Vetta stava nella visione di Innocente Binda. Dopo avere imparato il mestiere a Luino, sul Lago Maggiore, nel 1906 aprì a Besozzo, sempre sul lago, una bottega in cui riparava e vendeva orologi. Nel 1926 si trasferì a Milano, dove iniziò una propria attività commerciale, rifornendosi dalla Svizzera sia di prodotti finiti sia di componenti. Nel 1932 Binda iniziò a vendere i primi orologi da polso con il marchio Wyler, creati a Bienne, in Svizzera, da Paul e Alfred Wyler. Al marchio aggiunse il nome Vetta, perché il regime fascista impediva di commercializzare in Italia prodotti con nomi stranieri.
Binda fu tra i primi a comprendere l’importanza del marketing e a utilizzarne i principi in modo efficace. Oltre a mettere i propri orologi al polso dei più celebri sportivi degli anni ’30 e ’40 (dagli Azzurri di calcio, due volte campioni del Mondo, fino ad arrivare a campioni del ciclismo come Alfredo Binda) Wyler Vetta sviluppò, sempre in quegli anni, campagne pubblicitarie colorate di grande impatto e, successivamente, un esempio di “affissione dinamica” molto avanti per quei tempi. Negli anni ‘60, una flotta di furgoni Alfa Romeo personalizzati con il marchio Wyler Vetta e con la riproduzione tridimensionale di un orologio sulla fiancata, percorreva l’Italia da nord a sud per consegnare le nuove collezioni ai rivenditori.
CASSA E QUADRANTE DEL JUMBOSTAR INCAFLEX
Il Jumbostar Incaflex porta dunque nel terzo millennio sia la tecnologia Incaflex sia i tratti distintivi della collezione Jumbostar, ormai punta di diamante della manifattura italo-svizzera che ha festeggiato il proprio secolo di vita. È un concentrato di stile e tecnologia che Wyler Vetta ha scelto di realizzare in edizione limitata per rendere il concetto di esclusività ancora più forte, in un orologio che unisce modernità dei materiali a uno stile vintage fortemente caratterizzato.

La cassa, che misura 40 mm, è in acciaio satinato e resistente all’acqua fino a 10 bar. Il design riconoscibile della collezione è sottolineato dalla doppia corona a vite: quella classica a ore 3 è impiegata per la regolazione di ore, minuti e secondi, quella a ore 10 (che ricorda il pulsante dei cronografi rattrapanti) muove il rehaut girevole, altro dettaglio classico del Jumbostar.

Particolare cura è stata posta nella realizzazione del quadrante, nero con i contatori grigio e antracite. Le caratteristiche tacche rosse Jumbostar sono poste ogni 5 minuti sulla minuteria esterna e lo stesso colore rosso si ripete per la lancetta dei secondi e per quelle dei contatori cronografici, a sottolineare la sportività del Jumbostar Incaflex.
Gli indici sono invece applicati, generosamente rivestiti di materiale luminescente così come le grandi lancette, a freccia quelle delle ore e a bastone quella dei minuti. Il quadrante è protetto da un vetro zaffiro bombato e antiriflesso, che ritroviamo anche sul fondello in modo da rendere visibile il calibro automatico che alimenta l’orologio.
CALIBRO E CINTURINO
Si tratta di un calibro ETA 2894, appositamente rielaborato per Wyler Vetta in modo da ospitare il bilanciere Incaflex. Per quanto il 2894 sia un signor calibro, non avrebbe avuto senso per il brand utilizzarlo in una referenza così ricercata senza dargli una personalizzazione forte. Va in questo senso la scelta di realizzare la massa oscillante in tungsteno e PVD nero, alleggerita con tre fori circolari. Sportività e affidabilità è ciò che offre questa versione del calibro, che lavora a 28.800 alternanze/ora con circa 42 ore di autonomia.

Wyler Vetta ha scelto il cinturino Tropic Legend 1966, prodotto da Seacult. Si tratta di un cinturino made in Italy di altissima qualità, realizzato in gomma naturale traforata, caratterizzato da un design ispirato agli anni ’60. La superficie è decorata con un classico motivo intrecciato. La fibbia è ad ardiglione, in acciaio satinato. Il tutto a un prezzo al pubblico di 3.300 euro.

«L’introduzione del bilanciere Incaflex in una collezione attuale rappresenta per noi un modo per emozionare gli appassionati che potranno portare al polso un pezzo così significativo della storia dell’orologeria. Abbiamo creato per loro un’esperienza unica che va oltre la pura meccanica curando ogni minimo dettaglio del cronografo»: così ha commentato la creazione del Jumbostar Incaflex Beppe Ambrosini, partner & senior advisor di Wyler Vetta.
By Davide Passoni