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18 novembre 2024

Un Tourbillon di emozioni: Il regolatore inventato da Breguet compie 220 anni

È giusto celebrare il genio di Abraham-Louis Breguet (1747-1823) anche per Watch Insanity, perché il maestro orologiaio di Neuchâtel ha incarnato appieno i nostri dogmi legati a originalità, indipendenza, qualità e creatività. Nelle arti, nella scienza, nell’industria – intesa nella sua accezione più trasversale possibile di produzione di oggetti utili per gran parte dell’umanità – ci sono uomini che hanno lasciato un segno indelebile. Poi, sopra di loro, troviamo i giganti: sono quelli che hanno avuto la forza di immaginare e realizzare qualcosa che nel tempo diventa un patrimonio universale, con il loro nome che si associa indissolubilmente a un prodotto che ha la forza di entrare nell’immaginario collettivo e di conseguenza al settore che hanno saputo plasmare a loro immagine e somiglianza.

Thomas Edison, per esempio, è stato l’uomo che ha “illuminato il mondo” perché è stato il primo imprenditore che ha saputo applicare i principi della produzione di massa al processo dell’invenzione. Se pensiamo al motore a scoppio non lo associamo agli inventori – i toscani Barsanti e Matteucci – e nemmeno ai primi che lo sviluppano – Otto, Daimler e Maybach – ma il nome che ci viene subito in mente è quello di Henry Ford, per la leggendaria Ford T e la sua catena di montaggio. E, ovviamente, l’auto elettrica ha un solo padre universale: Elon Musk, il fondatore di Tesla (e di altri business colossali). Detto ciò, il primo gigante dell’orologeria è stato senza ombra proprio Breguet. Il motivo è semplice. Nella sua epoca è stato il più grande come inventore e anche come imprenditore, avendo per clienti le donne e gli uomini più in vista del suo tempo. Però l’aspetto più incredibile della sua storia è che la visione che aveva dell’orologeria un uomo di duecento e passa anni fa, quando si lavorava esclusivamente a mano e a lume di candela, oggi è praticamente rimasta invariata. Sono migliorati in maniera incredibile i materiali attraverso lo sviluppo della conoscenza e della tecnologia, ma la concezione, in sostanza, è rimasta quella che ha indicato Breguet.

PERCHÉ IL “REGOLATORE A TOURBILLON”?

Con questa invenzione – scrive Breguet al Ministro degli Interni francese per la richiesta del brevetto – sono riuscito ad annullare per compensazione le anomalie dovute alle due posizioni diverse del centro di gravità del movimento del regolatore, a distribuire lo sfregamento su tutte le parti della circonferenza dei perni di questo regolatore e dei fori in cui questi perni si muovono, per fare in modo che la lubrificazione delle parti soggette a sfregamento sia sempre la stessa nonostante la coagulazione degli oli, infine a ridurre di parecchio altre cause di errore che influiscono sulla precisione del movimento.”

Ecco, all’epoca del brevetto, ottenuto il 26 giugno 1801, il senso dell’invenzione è legato alla sua migliore precisione rispetto ai normali sistemi esistenti. Da qui il nome “Tourbillon”, che per Breguet non aveva l’odierna valenza di “rotazione violenta” ma, come ben spiega l’approfondita nota della Maison Breguet sull’anniversario, il termine si ispira concettualmente a quello del sistema planetario con la sua rotazione intorno a un unico asse, in pieno spirito “illuminista”, con l’orologio che tende a essere una miniaturizzazione cosmologica, una replica meccanica del perfetto battito di vita dell’universo.

BREGUET B1176 - TOURBILLON TIMEPIECE, NATURAL ESCAPEMENT
B1176 – TOURBILLON TIMEPIECE, NATURAL ESCAPEMENT
Tourbillon regulator, natural escapement, observation seconds, ordinary seconds,
power reserve, blued steel Breguet hands.
Case: gold, caseback engraved with coat of arms of Potocki family (Poland)
Dial: gold
Production dates: 05/07/1802 – 12/02/1809 – Breguet Museum collections
BREGUET B1176 - TOURBILLON TIMEPIECE, NATURAL ESCAPEMENT

COME FUNZIONA IL TOURBILLON

Ormai è notorio che il tourbillon, non aggiungendo alcuna funzionalità al segnatempo che lo alloggia, non possa definirsi una complicazione. Realizzarlo a regola d’arte però rappresenta indubbiamente una delle più superbe maestrie dell’orologeria meccanica d’alta gamma. Mentre tecnicamente è una gabbia rotante che raggruppa il bilanciere, la spirale, la ruota di scappamento e l’ancora. Di solito – ed era così anche per il brevetto originale di Breguet – la gabbia (collegata alla ruota dei secondi che l’aziona) compie un giro completo – quindi di 360 gradi – in un minuto (e nonostante le indicazioni da brevetto, oltre la metà di quelli realizzati da Breguet in persona effettuavano la rotazione in 4-6 minuti). Ma a prescindere dal tempo necessario per un giro completo, la rotazione serve a compensare le deviazioni dovute alla forza di gravità e garantisce la maggiore precisione possibile; soprattutto negli orologi da tasca (gli unici utilizzati ai tempi di Breguet), che per la maggior parte del tempo soggiornavano in verticale nel taschino del gilet e con la forza di gravità che in quella posizione influiva nettamente sulla precisione di marcia.

UN’INVENZIONE CHE ARRIVA DAL TEMPO DEI FRATELLI MONTGOLFIER

Noi contemporanei non ci rendiamo immediatamente conto dell’eccezionalità del lavoro di un gigante come Breguet. E, nello specifico, dell’incredibile impresa che ha compiuto, nel suo tempo, inventando il tourbillon: immaginandolo, realizzandolo e commercializzandolo. E vale la pena di entrare nel dettaglio per cercare di comprenderne il genio assoluto. La fase progettuale inizia nel 1783, anno in cui i fratelli Montgolfier compiono il primo volo in mongolfiera e la Spagna e la Gran Bretagna riconoscono l’indipendenza degli Stati Uniti d’America: due avvenimenti che fanno capire quanto quel mondo fosse diverso dal nostro. Inoltre sappiamo dagli archivi della Manifattura che tra il 1796 e il 1829, insieme ai suoi collaboratori, Breguet di tourbillon ne realizza 40, con altri 9 pezzi che non vengono terminati. In pratica, dall’idea alla commercializzazione, ne vende meno di un esemplare all’anno. E con ognuno di questi che richiede dai 5 ai 10 anni per la realizzazione.

BREGUET B1188 - TOURBILLON TIMEPIECE, NATURAL ESCAPEMENT
B1188 – TOURBILLON TIMEPIECE, NATURAL ESCAPEMENT
Tourbillon regulator, natural escapement, observation seconds,
ordinary seconds, power reserve, blued steel Breguet hands
Dial: enamel with Turkish numerals (replaced in 1841, the engine-turned original was in in gold)
Case: gold, sun engraved caseback
Production dates: 24/08/1802 – 09/06/1807 – Breguet Museum collections

D’altronde, all’epoca, i clienti non erano celebrità mediatiche ma sovrani e aristocratici oppure scienziati, esploratori, armatori e navigatori. Perché il tourbillon, inevitabilmente costosissimo, grazie alla sua maggiore precisione, era, per l’epoca, il miglior strumento possibile per la navigazione in mare e per i calcoli della longitudine.

UN’INVENZIONE CHE COMPIE 220 ANNI E OGGI È PIÙ CHE MAI IN VOGA…

Un altro aspetto del tutto incredibile è che un’invenzione arrivata a festeggiare i 220 anni, oggi, in un mondo fantascientifico rispetto al 1801 sia più che mai in voga, nonostante il fatto (non secondario) che non serve più a nulla! Nel senso che i materiali e i lubrificanti odierni hanno annullato il plus di maggiore precisione del tourbillon, che resta però un inequivocabile sublime esercizio di maestria orologiera, magicamente ipnotica da osservare.

D’altronde, a essere onesti, non serve più a nulla nemmeno l’orologio meccanico – superato in utilità dagli smartwatch – eppure anch’esso, per la fortuna di noi appassionati, gode di grande salute e ha ammiratori in ogni angolo del mondo.

BREGUET B2567 - SIMPLE TOURBILLON TIMEPIECE
B2567SIMPLE TOURBILLON TIMEPIECE
Tourbillon escapement, small seconds, blued steel Breguet hands
Case: hunting case in gold – Dial: engine-turned silver
Production dates: 26/10/1809 – 31/12/1812 – Breguet Museum collections
BREGUET B2567 - SIMPLE TOURBILLON TIMEPIECE

Tornando all’invenzione di Breguet, va detto che è da sempre la vera essenza dell’omonima manifattura. Di quei quaranta tourbillon realizzati dal maestro stesso, una dozzina sono patrimonio museale. Difatti tre sono nel Museo Breguet, cinque sono conservati al British Museum e in altri musei d’Inghilterra, altri sono in Italia, a Gerusalemme e a New York. Poi una quindicina sono nelle mani di tanto importanti quanto fortunati collezionisti privati. In totale sono una trentina gli esemplari arrivati intatti ai nostri giorni. Ma il patrimonio che ci ha lasciato Abraham-Louis Breguet è ben superiore, tant’è che restando al tourbillon, il suo marchio di fabbrica, è un esercizio di stile che ha reso celebre almeno una dozzina di brand d’alta gamma che devono ad esso gran parte del loro successo. Questo perché Breguet era un gigante e come tale il suo patrimonio è diventato universale. E ora aspettiamo con grande curiosità dalla Maison Breguet superbe novità per celebrare adeguatamente il suo fiore all’occhiello!

By Michele Mengoli