Tissot PRX: L’evoluzione della specie
6 Dicembre 2021Il Tissot PRX è un figlio del suo tempo. Parliamo di quello originario, nato in un decennio in cui l’orologeria è stata sperimentazione, avanguardia, rottura degli schemi. Un decennio che per molti appassionati di orologeria è stato un buco nero, in cui il quarzo ha messo in ginocchio l’industria dell’orologeria meccanica svizzera. Per altri, invece, quel decennio – parliamo naturalmente degli anni ’70 – è stato il momento più ricco sotto il profilo del design e il quarzo è stata l’occasione, per l’orologeria tradizionale, per riflettere, riorganizzarsi, ripartire. Proprio allora nacque il Tissot PRX.
Era il 1978 e il marchio di Le Locle metteva sul mercato la propria interpretazione della nuova orologeria d’avanguardia. Il Tissot PRX era in tutto e per tutto figlio del suo tempo: bracciale integrato alla cassa tonneau, spessore ridotto (il quarzo, in questo, fa miracoli…) quadrante arioso e ben leggibile. Tutto ciò che chiedeva il mercato e che Tissot era in grado di dargli. Punto.
TISSOT PRX: PRIMA IL QUARZO…
A distanza di oltre 40 anni, Tissot è tornata “sul luogo del delitto”, proponendo il PRX in una versione più contemporanea che però non dimentica la lezione del passato. Uno dei primi assi che il ceo Sylvain Dolla ha giocato dopo il suo insediamento, nel luglio 2020. Un asso che ha permesso al marchio di attingere alla propria storia, modernizzandola.
La versione del Tissot PRX 2020 è infatti al quarzo, un calibro ETA F06.115 con indicazioni di ora e data e una durata della batteria di oltre cinque anni. Batteria che, prima di esaurirsi, batte un colpo attraverso un indicatore di fine vita detto EOL, end-of-life: quando si sta per scaricare, la lancetta dei secondi fa un salto ogni quattro secondi, mentre l’orologio continua a indicare l’ora esatta finché la pila non si esaurisce del tutto.
Un dettaglio in più che parla della qualità dell’orologio, ma che ai puristi dei movimenti meccanici non basta. Fin dalla presentazione alla stampa lo scorso anno, in molti hanno chiesto a Dolla quando sarebbe stata disponibile una versione automatica del PRX. Vanno bene la storia, il tributo agli anni ’70 e tutto il resto, ma i fanatici del bilanciere volevano di più. E lo hanno avuto, anche se hanno dovuto aspettare alcuni mesi.
…E POI IL TISSOT PRX POWERMATIC 80
Tissot ha infatti presentato il nuovo PRX Powermatic 80, mantenendo le promesse di qualità che il suo “fratello” al quarzo aveva ampiamente a sua volta mantenuto. Perché il marchio ha scelto di equipaggiarlo con il suo movimento top di gamma, il Powermatic 80. E proprio da lì, dal cuore dell’orologio, partiamo stavolta per raccontarvelo.
Perché il Powermatic 80 è derivato da un calibro automatico Eta (storica azienda svizzera di movimenti, ora di proprietà di Swatch Group), il 2824-2, personalizzato per Tissot. Lo stesso movimento è declinato in una serie di varianti, incassate solo da marchi del gruppo (Mido, Certina, Tissot); calibri di ottima fattura, dotati di spirale in silicio, quindi con proprietà anti-magnetiche, e soprattutto di una autonomia importante di 80 ore, da cui il nome del calibro.
I movimenti Powermatic 80 hanno una frequenza del bilanciere di 3 hertz, o 21.600 alternanze all’ora, 1 hertz in meno rispetto alla frequenza del 2824-2 originario. Questa riduzione risponde a una logica precisa; l’abbassamento della frequenza consente al movimento di consumare meno energia e, unito all’impiego di una molla più lunga e di uno scappamento senza scatto all’indietro, ha come risultato un incremento sensibile della riserva di carica.
Alcuni appassionati, anche un po’ nostalgici, hanno criticato questo abbassamento della frequenza, consapevoli del fatto che frequenze del bilanciere più alte ne migliorano la resistenza agli urti. Allo stesso modo, l’utilizzo del teflon per alcuni pezzi dello scappamento ha fatto storcere il naso ai puristi, cui non basta il fatto che questo materiale plastico abbia il coefficiente di attrito più basso conosciuto (e sappiamo i danni che l’attrito causa alle parti più delicate e sempre in movimento di un calibro…). Ma tant’è. L’uso del Powermatic 80 sul Tissot PRX era la soluzione più logica – è a tutti gli effetti un movimento “proprietario” – e qualitativamente migliore. Giusto così.
UNO SGUARDO ALLA CASSA
A proposito di qualità, il brand non l’ha certo fatta mancare alle finiture del Tissot PRX Powermatic 80. Basta dare un’occhiata a tre delle parti fondamentali dell’orologio, cassa, quadrante e bracciale, per rendersene conto. La cassa è in acciaio e alterna finiture lucide a finiture satinate che sottolineano la buona ricerca estetica. I 40 mm di diametro sono bilanciati dai 44 mm circa da ansa ad ansa, misure che rendono l’orologio comodo anche su polsi piccoli.
Nella versione automatica, lo spessore è fatalmente maggiore che in quella al quarzo (10,9 mm contro 10,4), ma non compromette la vestibilità dell’orologio sotto al polsino di una camicia. La cassa è impermeabile fino a 10 bar, come ricorda il nome stesso del segnatempo in cui la X sta per 10 in numeri romani (e, per inciso, P e R significano “preciso” e “robusto”).
QUADRANTI IMPECCABILI
I quadranti del Tissot PRX Powermatic 80 sono semplici, ben rifiniti e soprattutto leggibili. Gli indici applicati e le lancette a bastone sono un must per chi vuole chiarezza nella consultazione delle ore; i quadranti hanno una lavorazione tapisserie nei colori nero, blu e argento, liscia nel marrone sfumato. Queste ultimi due colori sono abbinati alla referenza con lancette, indici e lunetta liscia trattati in PVD oro rosa (il primo) e alla referenza con indici, lancette e lunetta zigrinata in oro rosa (il secondo).
Il quadrante è chiuso da un vetro zaffiro con trattamento antiriflesso esterno nelle versioni nera, blu e argento e antiriflesso su entrambi i lati nella referenza più preziosa. La più cara anche per questo tipo di accortezza, anche se nelle versioni “base” del Tissot PRX Powermatic 80 il brand è riuscito a tenere il costo contenuto nonostante questa particolare lavorazione. Il vetro zaffiro è presente anche sul fondello, per mostrare il movimento al lavoro.
LA VESTIBILITÀ DEL BRACCIALE
Da ultimo il bracciale integrato, la cui prima maglia trasversale è un tutt’uno con la cassa e ha consentito a Tissot di costruirlo senza ricorrere alle anse tradizionali. È flessibile, avvolgente ed ergonomico, oltre che rifinito con cura, con le maglie satinate all’esterno e lucidate all’interno. Una lavorazione che va in continuità con quella della cassa e lo preserva da striature e graffi. La chiusura butterfly firmata è un altro dettaglio a favore della vestibilità: una deployante avrebbe comportato un aumento di spessore distonico con il design sottile del bracciale.
Infine, uno sguardo ai prezzi. Considerando i contenuti tecnici, estetici e le lavorazioni, le diverse versioni del Tissot PRX Powermatic 80 hanno un buon rapporto tra qualità e prezzo. Merito sicuramente delle economie di scala di cui il marchio può fruire, grazie all’appartenenza a Swatch Group; ma merito anche di una strategia commerciale attenta al cliente finale, che può così avere orologi dai contenuti di alto livello senza perdere in qualità.
Le versioni in acciaio costano 675 euro, quelle rifinite in PVD o con dettagli in oro rosa rispettivamente 710 e 1.995 euro. Alla luce dei 355 euro della referenza al quarzo, l’ottimo lavoro fatto da Tissot su questo orologio è ancora più evidente.
By Davide Passoni