The Watchmaking Art of Hajime Asaoka
11 Novembre 2020Ammettiamolo, quando pensiamo all’orologeria giapponese ci viene naturale associarla a marchi come Seiko, Grand Seiko, Citizen e persino Casio. Difficilmente pensiamo a realtà artigianali, comparabili alle piccole manifatture svizzere. Male! Perché atelier come quello di Hajime Asaoka sono perle rare (e preziose…) nel mondo dell’orologeria.
Ma chi è Hajime Asaoka? E come si inserisce nella tradizione orologiera giapponese? Cominciamo con il dire che il suo avvicinamento all’Alta Orologeria avvenne in un modo singolare: attraverso le riviste di moda. Ma andiamo per gradi.
GLI ESORDI DI HAJIME ASAOKA
Dopo essersi laureato in design del prodotto all’Università delle arti di Tokyo nel 1990, un paio d’anni dopo costituì l’Hajime Asaoka Design Office, con il quale disegnava e progettava principalmente prodotti di elettronica e arredi. Oltre a questo, il reparto grafico lavorava come service impaginando riviste di moda che, come ben sappiamo, ospitano spesso contenuti di orologeria.
Troppo appassionato di cose belle e di belle forme, Hajime, per non farsi attrarre da quel mondo, che però aveva già cominciato a incuriosirlo da ragazzo quando, all’inizio delle scuole medie, ricevette in regalo dal padre un cronografo Citizen Bullhead: «Era l’epoca del quarzo – ha ricordato in una recente intervista -, ma io ero molto più interessato agli orologi meccanici».
Grazie alla moda, cominciò dunque a seguire con assiduità e curiosità l’orologeria, maturando l’idea di creare qualcosa di proprio ma scontrandosi con uno scoglio non da poco: essendo un esterno al settore, la sua passione e il suo ingegno non bastavano, serviva qualcuno che gli trasmettesse concretamente strumenti, conoscenze, tecniche e segreti dell’orologeria. E, per gli orologiai giapponesi, lui era un perfetto sconosciuto.
GUARDARE FUORI DAL GIAPPONE
Fu così che Hajime Asaoka decise di fare da solo, partendo dal meglio: la lettura del testo sacro di un grande dell’orologeria, “Watchmaking” di George Daniels. Una spinta decisiva verso quello che sarebbe stato il suo percorso da maestro orologiaio indipendente, cominciato nel 2005 inserendo un movimento Citizen all’interno di una cassa fabbricata da lui. Prima il design, dunque…
«Vista la mia formazione, sono sempre stato attratto dall’artigianalità e creare qualcosa con le mie mani era per me naturale – ha dichiarato -. In realtà ho disegnato il mio primo orologio nel 1995, ma allora ero ancora solo un designer, per cui il disegno era l’unica fase in cui ero coinvolto. Il rapporto con l’orologeria non aveva ancora preso la piega che immaginavo. Ho cominciato a imparare qualcosa sugli orologi nel 2005 e ho lanciato sul mercato il mio primo segnatempo nel 2011, il mio esordio come orologiaio indipendente». Era il Tourbillon 1, e da lì cambiò tutto.
Data l’artigianalità con cui lavora Hajime Asaoka, il marchio non può contare su numerose collezioni né su una produzione in serie. Sono infatti quattro le collezioni di orologi create dal maestro giapponese: Tourbillon Pura, Chronograph, Tsunami e Project T Tourbillon.
«Realizzo 5 pezzi circa all’anno; se anche aumentassi la produzione, non riuscirei a soddisfare la domanda, dovrei raddoppiarla o triplicarla e mi servirebbero le attrezzature e le persone per poterlo fare. Anche con questa produzione limitata, è comunque difficile mantenere il livello del mio lavoro», dice.
TOURBILLON PURA
Venendo ai singoli pezzi, il Tourbillon Pura è già dal suo nome una dichiarazione di intenti. La purezza è nelle linee della cassa da 40 mm e nel quadrante, dove a ore 6 si apre ben evidente la finestra del tourbillon, la cui gabbia è in duralumin A7075, una lega leggera ma resistente impiegata anche nell’industria aerospaziale. Interessante la soluzione della platina, che mantenendo ciascun componente al suo posto, garantisce all’orologio maggiore precisione.
Un mix di artigianalità e di tecnologie avanzate che si realizza grazie alla collaborazione di Hajime Asaoka con Yuki Precision, azienda specializzata nella micro componentistica: «Producono componenti di precisione– dice ancora Hajime -, non sono focalizzati sulla creazione di parti per l’orologio. Poiché mi interessava molto la loro abilità nel creare componenti dettagliati, ero certo che potessero anche crearne per i segnatempo, così mi sono chiesto se avrei potuto collaborare con loro per il mio progetto di orologio con tourbillon. Oltretutto, da studente, vivevo nella loro stessa città che mi è molto familiare. La loro artigianalità è genuina, così è nata la collaborazione e il tourbillon di cui si occupano è esclusivo per il mio orologio».
TSUNAMI
Il design di Tsunami, invece, si ispira molto ai canoni vintage. La cassa in acciaio da 37 mm è caratterizzata da una finitura che alterna lucido e satinato. Il quadrante nasce dall’esperienza di Asaoka nel campo della stampa a tampone ed è fatto interamente a mano da lui. I numeri e la finitura generale hanno un effetto tridimensionale e il quadrante è declinato in una scala di grigi con indici alternati radialmente.
Le lancette sono forse l’aspetto più complesso, perché ottenute da un meticoloso processo di micro fresatura e completamente rifinite a mano dallo stesso Hajime Asaoka. Anche il calibro automatico da 18.000 alternanze/ora e da 40 ore di riserva di carica è interamente costruito, assemblato e rifinito a mano da lui.
PROJECT T TOURBILLON
Anche il Project T Tourbillon è nato dalla collaborazione con Yuki Precision e con OSG, uno dei migliori produttori mondiali di utensili. La particolarità dell’orologio è che ha 13 cuscinetti a sfera, il cui utilizzo migliora in particolare la resistenza agli urti. Il cuscinetto a sfera per il carrello del tourbillon è il più piccolo al mondo.
Oltre a essere bello, con il contrasto tra cassa in acciaio lucido da 43 mm e quadrante nero profondo trattato DLC, l’orologio è costituito da due moduli, uno che fornisce alimentazione alla molla principale e uno dedicato alla regolazione. Una soluzione che mantiene il posizionamento di ciascun asse più accurato, migliorando anche la resistenza e la precisione.
«Sono molto orgoglioso di creare movimenti originali, come nel caso del cronografo, perché non è una cosa comune. Il modo in cui i collezionisti giapponesi guardano all’orologio è molto standardizzato; nel caso dell’Alta Orologeria sono molto attenti alle decorazioni e alle finiture, a loro non interessa gran che guardare l’orologio nel suo insieme. Lo godono in maniera più fisica che multisensoriale. In quanto designer, invece, io do molto valore al disegno e penso che a volte questa importanza non passi completamente all’appassionato», commenta Hajime.
HAJIME ASAOKA RIPENSA IL CRONOGRAFO
La sua attenzione al design lo ha portato nel 2017 a sviluppare proprio il cronografo, che è diventato in breve tempo l’oggetto del desiderio degli appassionati di mezzo mondo. Hajime Asaoka stesso ama i cronografi e nel suo ha messo in evidenza il calibro e il funzionamento attraverso il quadrante scheletrato. Il tutto in una cassa da 38 mm, misura che i fan dei cronografi adorano particolarmente.
Tornando al movimento, è un classico crono con ruota a colonne, frizione a innesto orizzontale, leva di blocco e ruota d’innesto; tutte componenti ben visibili in azione attraverso il quadrante. Soprattutto l’impiego della ruota d’innesto con cappello eccentrico rende evidente come Asaoka abbia ben imparato la lezione dei suoi maestri, ispirandosi a calibri come il CH 29-535 PS di Patek Philippe.
Il tocco del designer si ritrova infine nel contrasto tra il quadrante iper-ricercato e il fondello, di una semplicità quasi nuda, che disarma. E che ha fatto crescere l’interesse per l’orologio: «Ho moltissime richieste per il cronografo e mi devo focalizzare su quello, ma ne ho in mente un altro, che sarà senza precedenti. Solo che non so quando riuscirò a dedicarmici…», dice Asaoka, sempre in quella intervista.
KURONO BY HAJIME ASAOKA
Che sia per questo successo o per soddisfare logiche più commerciali, Hajime Asaoka ha disegnato un cronografo con ruota a colonne e un solo tempo per Kurono Tokyo, entrambi in serie limitate: 68 pezzi per il Chronograph 1 e 288 per il Kurono Anniversary Green 森:Mori. Venduti solo sul sito di Kurono, sono andati polverizzati in pochi minuti, grazie anche ai loro prezzi contenuti: 3680 dollari il crono, 1790 l’Anniversary Green 森:Mori.
Il tocco di Asaoka è evidente nel design dei quadranti. Parlando del Chronograph 1, le borchie in acciaio lucido che fungono da indici sono seguite da anelli alternati grigi o neri/argento che culminano in una scala tachimetrica sul rehaut. Una cornice in acciaio lucido evidenzia il datario bianco con numeri neri, mentre i contatori al 3 e al 9 sono rifiniti con un motivo guilloché concentrico. La lancetta del contatore al 9 ha la forma di una tradizionale freccia “kyudo”, una disciplina giapponese di tiro con l’arco caratterizzata da una forte impronta filosofica.
Nel Kurono Anniversary Green 森:Mori, invece, spicca il colore scelto appositamente da Asaoka: uno scintillante verde metallizzato, con un sottile motivo radiale. A seconda di come la luce lo colpisce in diversi momenti della giornata o da diverse angolazioni, il quadrante mostra sfumature che vanno dallo smeraldo, al pino al verde bosco. La soluzione tecnica del quadrante a pezzo unico, infine, è racchiusa da un vetro box in cristallo zaffiro che imita il vetro acrilico tipico degli anni ’60.
ANIMO ARTIGIANALE, MOVIMENTI INDUSTRIALI
I quadranti e i fondelli, firmati Bunkyō Tokyo, si riferiscono al distretto della città in cui si trova lo studio di design di Hajime. I fondelli nascondono alla vista i calibri dei due orologi, che sono due movimenti industriali giapponesi: Miyota 90S5 per l’Anniversary Green 森:Mori, Seiko NE86A per il Chronograph 1. Motivo principale dei costi contenuti dei due pezzi.
Questa scelta di mercato non ha impedito ai due orologi di essere selezionati per il Grand Prix d’Horlogerie de Genève 2020: il primo nella categoria Challenge, il secondo nella categoria Chronograph. Chapeau.
La collaborazione con Kurono rafforza lo status di Hajime Asaoka come uno dei pochi marchi non nati in Svizzera che tengono la qualità. Il segreto? Lo racconta ancora il maestro, con parole che sono la chiusura perfetta di questo articolo: «Molte delle mie idee mi vengono mentre cammino, ma tante di queste idee sono frammentate e un’idea da sola non crea un orologio: è quando più idee si incontrano, che diventano un orologio».
By Davide Passoni