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19 novembre 2024

Squale: Un piccolo predatore di successo nel mare dell’orologeria indipendente

Non posso nasconderlo: sono un fan scatenato di Squale, marchio indipendente di proprietà italiana e meccanica e componentistica svizzera che conta su un catalogo di una mezza dozzina di modelli che sono in gran parte icone indiscusse della storia dell’orologeria subacquea.

DA CHARLES VON BUREN A BLANCPAIN, TAG HEUER E DOXA, SEMPRE IN APNEA

La storia del marchio fondato a Neuchâtel da Charles Von Büren nel 1959 è quella tipica dell’epoca con una differenza sostanziale che diventa addirittura un fraintendimento per molti appassionati. Ce lo spiega Andrea Maggi, presidente di Squale. “La tipicità – dice lui – è legata al fatto che Squale – come tante altre realtà produttive degli anni Sessanta e Settanta (fino ai primi anni Ottanta) del secolo scorso, quando i brand non avevano il peso odierno agli occhi dei consumatori – è storicamente un punto di riferimento per il segmento dei subacquei professionali anche come fornitore di altri marchi. In questo caso però non siamo di fronte a un semplice “contoterzista”, perché spesso sul quadrante di questi orologi compariva a ore sei il logo Squale a certificarne l’impermeabilità e l’affidabilità.

Squale Charles Von Büren
1966 Charles Von Büren

Tant’è che la tipica cassa Squale – quella della Ref. 1521, tuttora un caposaldo della collezione contemporanea – nel tempo è stata commissionata da almeno una trentina di marchi, anche con nomi altisonanti, come Blancpain, Tag Heuer e Doxa. E in questo senso vanno almeno ricordati due celebri Blancpain: il Fifty Fathoms 3H Bund e il Fifty Fathoms su cassa Squale 1545, dove nome e logo Squale compaiono in bella vista a ore sei. Senza dimenticare i non meno noti Tag Heuer Spirotechnique e Doxa Sub 250 Sharkhunter.

Squale master 1967 mondiali di Cuba

Invece il fraintendimento è altrettanto semplice. “Sì – spiega con un cenno di sorriso Maggi – e paradossalmente è proprio dovuto al successo di Squale come fornitore di livello superiore. Difatti la cassa originale 1521, che per un trentennio è stata commercializzata anche da un’altra trentina di marchi, fa dire ai meno esperti che è proprio Squale ad aver copiato gli altri brand, ribaltando di fatto la realtà. Tra l’altro, Squale, in quegli anni, è anche l’orologio di riferimento assoluto per l’apnea, sempre al polso dei record di vere e proprie leggende come Giuliana ‘Jolly’ Treleani, Jean Tapu, Enzo Maiorca e Jacques Mayol”.

Squale Jaques Mayol
1970 Jaques Mayol record mondiale di apnea in Giappone

RETAGGIO SVIZZERO, SANGUE ITALIANO, MERCATO GLOBALE: 1521, 2002, MATIC, SUB-39 E T-183 I NOMI DELL’ ATTUALE SUCCESSO

Squale è indissolubilmente legata al nostro Paese. Questo per il legame di amicizia tra Charles Von Büren ed Elisio Maggi, papà di Andrea e storico grossista di orologi, che fa diventare l’Italia il suo mercato di riferimento. “Negli anni Sessanta – continua il presidente di Squale – nasce la collaborazione tra Von Büren e mio padre che diventa ben presto anche una sincera amicizia delle rispettive famiglie che dura tuttora e che negli anni Ottanta, con l’anzianità del fondatore, segna il passaggio della proprietà alla mia famiglia. La Squale odierna è un’azienda dalla filiera completamente svizzera ma che è fiera del suo sangue italiano che le ha consentito, per esempio, di realizzare, negli ultimi anni, serie speciali per la Folgore, l’Arma dei Carabinieri, i Com.sub.in. della Marina Militare e per la Polizia di Stato”.

Squale Polizia di Stato

Collezione e mercato, come vanno le cose per la Squale di oggi? “Per noi è un ottimo momento – commenta Andrea Maggi – anche grazie alle vendite online e alla distribuzione internazionale che raggiunge USA e Asia. Siamo attestati intorno a una produzione annua al di sotto dei diecimila esemplari prodotti, consolidati dai nostri cavalli di battaglia tutti molto identitari, che sono l’“entry level” 50 Atmos (Ref. 1521), il 60 Atmos (il Matic) e il 101 Atmos (Ref. 2002). Mentre i due modelli più recenti sono il Sub-39 e il T-183 con cassa in carbonio e fibra di vetro. Per un differenziale di prezzo che varia dagli 826 euro del 1521 Classic ai 1.334 euro della Ref. 2002, tutti davvero molto competitivi”.

Squale
Squale

CONSIDERAZIONI FINALI: STORIA, STILE E CONTENUTI, IL SUCCESSO É PIÙ CHE MERITATO

Come ho scritto all’inizio dell’articolo sono un fan di Squale. I motivi sono diversi. Dal cuore italiano della proprietà alla sua indipendenza, in un settore ormai troppo schiacciato dalle logiche dei grandi conglomerati del lusso che annientano le identità e le peculiarità dei singoli marchi (ironia della sorte: anche con risultati pessimi dal punto di vista economico). Soprattutto siamo di fronte a prodotti dall’eccellente rapporto qualità prezzo. E in questo segmento di mercato è semplicemente impossibile trovare un marchio storico che abbia modelli altrettanto iconici così ben conservati come freschezza dell’estetica originale e dettagli tecnici degni di nota che toccano impermeabilità reali da 500 a 1.000 metri. È così che spesso si vedono gli Squale al polso di appassionati “connoisseur” che possono permettersi orologi ben più costosi, alla FP Journe per intendersi, ma che portano con malcelato orgoglio anche un segnatempo che ha fatto la storia dell’orologeria subacquea.

By Michele Mengoli