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18 novembre 2024

Roger W. Smith: A Master Of The Time

C’era un tempo in cui gli orologi più pregiati, precisi e belli non venivano dalla Svizzera ma dalla Francia e dall’Inghilterra. Soprattutto quest’ultima, almeno dalla fine del XVII secolo e per tutto il XVIII è riconosciuta come la patria dei migliori orologi portatili del mondo.

Orologiai inglesi moderni come George Daniels o Roger W. Smith, non hanno fatto altro che portare avanti e migliorare questa lunga tradizione.

George Daniels & Roger W. Smith
George Daniels & Roger W. Smith

IL PRIMATO DELL’OROLOGERIA INGLESE

Una tradizione che ha diverse ragioni storiche. Intanto, le istituzioni accademiche e le realtà produttive di Londra accolsero tutte le persone dotate di ingegno e talento, indipendentemente dalla loro razza, religione o provenienza sociale.

Ciò fece in modo che nel ‘600, nella capitale inglese si radunassero alcune delle migliori menti d’Europa, in fuga dalle persecuzioni, principalmente religiose, dei loro Paesi. 

A farne le spese fu soprattutto la Francia, patria fino ad allora dell’orologeria, che perse artigiani del calibro di Peter Debaufre, Simon De Charmes e Daniel de Saint-Lieu, accolti dagli inglesi senza esitazioni una volta rese evidenti le loro capacità.

Agli inglesi si devono alcune delle soluzioni meccaniche ancora oggi utilizzate nei segnatempo più pregiati. George Graham creò il primo orologio da tasca con scappamento a cilindro nel 1725.

George Graham

Prima di lui Thomas Tompion introdusse, negli orologi fissi, il primo orologio a pendolo con equazione del tempo, il calendario completo, la regolazione di marcia e la carica di un anno.

Thomas Mudge creò invece il primo scappamento ad ancora nel 1769, oltre al meccanismo di carica direttamente sul bariletto della molla, detto remontoir, mentre a John Arnold si deve la spirale cilindrica del bilanciere, utilizzata allora nei cronometri da marina. Per non parlare dello scappamento co-assiale, ideato da George Daniels nel 1974 e presentato due anni dopo.

Una tradizione continuata nei secoli successivi, quando ormai però il centro mondiale dell’industria orologiera si era spostato in Svizzera, grazie anche alla migrazione di diversi artigiani che portarono con sé competenze tecniche e conoscenza di nuovi materiali.

L’ISOLA DI MAN, GEORGE DANIELS E ROGER W. SMITH

Nel XX secolo, la tradizione orologiera britannica ha trovato nuova vita in un fazzoletto di terra nel mare d’Irlanda, l’Isola di Man. Dipendenza britannica che non appartiene al Regno Unito, l’isola è nota per la gara motociclistica del Tourist Trophy e per una particolare razza di gatti senza coda, ma ha anche un’importanza chiave per chi ama gli orologi: qui hanno operato nel secolo scorso John Harwood e George Daniels e lavora oggi Roger W. Smith, uno dei più grandi orologiai indipendenti contemporanei.

Roger W. Smith
Roger W. Smith

Smith è cresciuto sotto la guida di Daniels, il quale riassumeva così la sua filosofia creativa: «Un orologio dovrebbe sembrare semplicemente apparso dal nulla, senza alcun segno di chi lo ha fatto, a parte la realizzazione della sua estetica».

COMPARIRE DAL NULLA

«Questa affermazione era molto in linea con il principio fondamentale di George, secondo cui un orologio meccanico fabbricato a mano dovrebbe essere di altissimo livello tecnico, invece di essere in qualche modo una “pittoresca” reliquia di arti e mestieri – racconta Roger W. Smith a Watch Insanity -. Creare a mano un orologio e farlo sembrare evidentemente fatto a mano era a suo avviso (e anche a mio) un fallimento dell’artigianalità. Come è stato ben documentato, questo è stato il motivo principale per cui George ha rifiutato il mio primo tentativo di realizzare a mano un orologio quando avevo 19 anni. L’orologio ha funzionato (solo!), ma era chiaramente rifinito meno bene di un orologio costruito con una macchina. Sembrava costruito a mano».

Strano? No. Sentite ancora Smith: «In effetti, la realizzazione manuale di un orologio con la meticolosa, implacabile attenzione ai dettagli che ciò richiede dovrebbe creare un pezzo che abbia un aspetto superiore a uno costruito a macchina. Dovrebbe tradursi in un orologio che sembra essersi semplicemente materializzato dal nulla per realizzare la visione originale del produttore. Questa è una vera manifestazione del cosiddetto Metodo Daniels».

ROGER W. SMITH: SERIES 1, 2 e 3

Una naturalezza che Roger W. Smith riflette nella scelta di nominare le sue collezioni semplicemente in maniera progressiva da Series 1 a Series 5 Open Dial, oltre agli eccezionali The GREAT Britain e Daniels’ Anniversary.

La Series 1 è un solo tempo a carica manuale con cassa da 38 o 40 mm in platino, oro rosso o bianco. È stata creata da Smith dopo che il maestro era stato travolto dalle richieste di creare un solo tempo, dopo la presentazione del The GREAT Britain nel novembre 2013.

Roger W. Smith Series 1
Roger W. Smith Series 1
Roger W. Smith Series 1

La Series 2 aggiunge invece la riserva di carica su un quadrante ricercato, in una cassa sempre da 38 o 40 mm, in oro giallo rosso o bianco. Smith la definisce «una evoluzione del modello che, a partire dalla sua nascita, è stato perfezionato per i 10 anni successivi».

Roger W. Smith Series 2

Nella Series 3, al posto della riserva di carica entra la data retrograda. Come ricorda il maestro, questo orologio nasce attorno al suo sviluppo della complicazione della data retrograda, che compariva già nella originaria Serie 1 come risultato di altri due pezzi unici che sono sviluppi del suo design originale del 2001.

Roger W. Smith Series 3
Roger W. Smith Series 3

Tre serie che incarnano l’impulso che spinge Roger a ideare e creare un orologio: «Senza sembrare un cliché, è davvero la ricerca della perfezione, ma capendo che la perfezione è illusoria. Perché ogni volta che realizzi un orologio, ci sarà qualche aspetto di quella creazione da cui impari; qualche dettaglio, che ti farà pensare “posso migliorare la prossima volta“. Tuttavia, l’impulso altrettanto importante per me è quello di migliorare l’efficienza e le prestazioni meccaniche. Ogni orologio che costruisco è una nuova frontiera, poiché sto cercando di spingere in avanti i confini di ciò che è possibile per la mia orologeria. Lavorando con una tecnologia leader a livello mondiale come lo scappamento coassiale, ho la meravigliosa opportunità di esplorare un nuovo potenziale per le prestazioni degli orologi meccanici; non solo il cronometraggio in sé, ma altri vantaggi pratici come intervalli di manutenzione prolungati e longevità. Al contrario, se si lavora con tecnologie tradizionali come lo scappamento ad ancora, immagino che l’impulso sia più incentrato sull’artigianato e sulla creazione dell’arte meccanica».

ROGER W. SMITH: SERIES 4 e 5

Con la Series 4, per Roger W. Smith è la volta del triplo calendario, una complicazione che lo aveva sempre dissuaso dall’affrontarla perché, spesso, si associa a quadranti poco leggibili. Il maestro ha ovviato al problema allargando a 41 mm la cassa, che ospita un movimento a carica manuale; sul quadrante trovano posto ore, minuti, secondi, triplo calendario e fasi lunari. 

Roger W. Smith Series 4
Roger W. Smith Series 4

Nella Series 5 Open Dial, il quadrante si apre: «Ho sempre voluto rivelare un livello dell’orologio che normalmente non viene visto da nessuno se non dall’orologiaio – scrive Smith sul suo sito -: il lavoro sotto il quadrante. Così, nel 2008 ho concepito l’orologio Series 5 Open Dial, completando finalmente il primo nel 2010». 

Roger W. Smith Series 5 Open Dial
Roger W. Smith Series 5 Open Dial

LA RICERCA DELLA PERFEZIONE

Nel 2013 Roger W. Smith venne nominato ambasciatore del Regno Unito nella campagna GREAT Britain, nata l’anno precedente sulla scorta delle Olimpiadi di Londra per promuovere le eccellenze britanniche. Il maestro capì subito che quella avrebbe potuto essere l’occasione per far crescere la conoscenza dell’orologeria inglese.

Nacque così The GREAT Britain, un pezzo unico basato sulla Serie 2 e conosciuto per avere il quadrante forse più complesso mai realizzato a mano e un movimento unico nel suo genere

Roger W. Smith Great Britain
Roger W. Smith Great Britain

Un orologio perfetto? No, e ce lo conferma ancora Roger: «Se seguo il mio credo che nulla è perfetto, allora sì, certo, un orologio può essere bello se giudicato esclusivamente in base al merito estetico. Tuttavia, il mio problema è nell’intenzioni di chi lo crea; se è quella di creare qualcosa che è arte al polso, ma che fallisce nel suo imperativo funzionale di segnare l’ora, allora per me è in qualche modo disonesta. Un aspetto dell’etica di George Daniels, a cui aderisco fermamente, è che un orologio deve essere pratico e utile. Non tiene solo il tempo; comunica il tempo, e un orologio che comunica male a causa del suo design è secondo me un fallimento. Per me la bellezza si trova nelle belle funzioni».

IL TRIBUTO DI ROGER W. SMITH AL MAESTRO

E siccome George Daniels ritorna sempre («Era unico. Non poteva esserci nessun altro», ci dice Roger W. Smith quando gli chiediamo quale altro maestro avrebbe voluto avere), non poteva che tornare anche in un orologio, il Daniels’ Co-Axial Anniversary: 35 pezzi numerati per commemorare il 35esimo anniversario dalla creazione dello scappamento co-assiale.

George Daniels

L’Anniversary è un orologio da polso a carica manuale con indicatore della riserva di carica, meccanismo del calendario e quadrante dei secondi in uno stile che ricorda il famoso orologio da tasca cronografo tourbillon creato da Daniels nel 1994. Insomma, il compendio dell’idea di segnatempo, di orologeria e di tempo per Roger. Ma, sappiamo davvero che cosa è per lui il tempo? La sua risposta vale la fatica di essere arrivati a leggere questa intervista fino alla fine.

Roger W. Smith Daniels Co-Axial Anniversary

«Beh, suppongo che stiamo entrando nel profondo della fisica, della realtà e della percezione. Il tempo è cambiamento e l’umanità ha cercato di osservare e poi tenere il tempo da molto prima che noi avessimo gli orologi per tenere traccia dei cambiamenti nella nostra esistenza; dagli equinozi, alle stagioni, ai giorni e, ora, ai nanosecondi. Così, oggi, abbiamo una pletora di dispositivi – dai telefoni alle lavatrici – che osservano il tempo oltre agli orologi. Ma quello che posso dire con certezza, è che non c’è modo migliore per osservare il tempo che con un bellissimo orologio».

By Davide Passoni

Photo Credit Ian Pilbeam