I retrogradi di Breguet: due eccellenze della collezione Tradition
4 Dicembre 2023Scrivere degli orologi di Breguet non è mai facile. Anche se gli spunti che danno sono innumerevoli, anche se nella loro apparente complessità sono pezzi con una semplicità d’uso sorprendente, davanti a un Breguet c’è sempre una specie di timore reverenziale. Figurarsi se poi gli orologi di cui scrivere, i protagonisti del nostro shooting, sono due: il Tradition Automatique Seconde Rétrograde 7097 e il Tradition Quantième Rétrograde 7597. “Rem tene, verba sequentur”, dicevano i latini, ossia “padroneggia l’argomento e le parole seguiranno”. Anche conoscendo la materia, raccontare segnatempo di questa categoria non è cosa banale. Proviamoci.
LA COLLEZIONE TRADITION
Partiamo intanto dalla collezione Tradition. Lanciata nel 2005, comprende referenze che rendono omaggio alle primissime creazioni di Abraham-Louis Breguet. È ispirata agli orologi cosiddetti “a souscription”, ossia commercializzati con il sistema della sottoscrizione: un quarto del prezzo era versato al momento dell’ordine, il saldo era pagato alla consegna.
L’interpretazione moderna del Tradition utilizza quasi la stessa concezione del movimento e lo stesso approccio generale delle origini. Così, Breguet è riuscita a creare orologi che sembrano appartenere totalmente al XVIII secolo, combinati però con il suo consueto spirito innovativo. Orologi che appaiono antichi ma la cui tecnologia è, senza un dubbio, del XXI secolo.
Detto questo, utilizzare nel Tradition il design di un orologio da tasca per un orologio da polso è stato nientemeno che rivoluzionario. Mai prima del lancio della collezione, Breguet aveva impiegato questo tipo di architettura per mostrare la meccanica del movimento sopra la platina, in modo che chi indossava l’orologio potesse ammirarla.
TRADITION AUTOMATIQUE SECONDE RÉTROGRADE 7097: IL QUADRANTE
Nel caso del Tradition Automatique Seconde Rétrograde 7097, la visione della meccanica vale da sola in prezzo dell’orologio, se così si può dire. Noi abbiamo scelto di fotografare la referenza con il quadrante blu, edizione boutique, quindi acquistabile solo nelle boutique Breguet in giro per il mondo. Una versione, a nostro avviso di una eleganza unica.
Il vantaggio di avere insieme questi due pezzi sta anche nel fatto che la loro architettura e la loro estetica, al di là delle due diverse complicazioni entrambe retrograde (secondi e data), sono sostanzialmente uguali. Ciò che scriviamo del 7097, al netto della complicazione che varia, vale anche per il 7597.
Il quadrante, lo abbiamo scritto, è un’esibizione di meccanica, il palco su cui va in scena la perizia tecnica della maison. Ed è caratterizzato da un grande equilibrio nonostante la quantità di elementi funzionali che ospita. Tra essi, ciò che cattura l’occhio è l’arco dei secondi retrogradi posizionato a ore 10, che dà il nome all’orologio.
Si tratta di un arco di circa 120° con finitura spazzolata circolare e i secondi indicati da una lancetta azzurrata, il cui colore richiama quello del quadrante di ore e minuti sopra il quale è posizionato. Per fortuna, non lo copre in maniera così importante da impedirne la visione. Perché, oltre al blu molto elegante, il quadrante è notevole per la compresenza di 3 diverse finiture di altissimo pregio in uno spazio ristrettissimo.
Il giro della minuteria che ospita gli indici in numeri romani argentati, a contrasto, ha una lavorazione spazzolata circolare; al suo esterno, due cerchi incisi con motivo a chemin de fer includono piccoli indici sferici, per una più precisa lettura del tempo; la parte centrale, infine, ha una pregevolissima lavorazione guilloché realizzata a mano con motivo a clous de Paris. La lavorazione manuale è orgogliosamente rivendicata dalla scritta “Swiss guilloché main” a ore 6. Ore e minuti sono indicati dalle classiche lancette Breguet a pomme évidée in acciaio rodiato.
IL PARACADUTE DI BREGUET
L’altro elemento che spicca nel quadrante bilancia visivamente l’arco dei secondi, perché si trova a ore 4. È il celebre “paracadute” di Breguet, il precursore del moderno sistema Incabloc e di tutti gli altri mezzi utilizzati per proteggere il bilanciere dagli urti, nonché una delle invenzioni più celebri di Abraham-Louis Breguet.
Partendo dalla constatazione che, se l’orologio subiva un colpo, i perni del bilanciere erano la parte più vulnerabile perché troppo sottili, il maestro decise di dare loro una forma conica e di fissarli con piccoli dischi di forma corrispondente, montati su una molla a nastro. Intorno al 1790, Breguet iniziò a sperimentare questa invenzione, che avrebbe reso i suoi orologi infinitamente meno fragili. Dal 1792 dotò di questo sistema i perpétuelle e nel giro di poco tempo anche tutti gli altri segnatempo. Presentò la versione definitiva del “paracadute” all’Esposizione Nazionale del 1806.
In generale, però, tutto il quadrante di questo Tradition è impressionante e ricco di dettagli. Oltre a quanto già scritto, vale la pena sottolineare la simmetria dei ponti, la loro finitura a mano sottilmente grené – che si trova anche sulla platina -, gli angoli dei ponti smussati e lucidati. Tutti dettagli che ricordano gli orologi da tasca antichi, ma che insieme danno un risultato finale sorprendentemente moderno e tecnicamente affascinante.
LA CASSA E IL MOVIMENTO
La cassa è in oro bianco, misura 40 mm di diametro per 11,8 di spessore e ha la classica finitura zigrinata sui lati cosiddetta “a moneta”. La lunetta è praticamente inesistente, in modo da lasciare piena visione sul quadrante e su tutti gli elementi del movimento. Caratteristiche della collezione Tradition sono le anse molto allungate, lucide come gran parte della cassa, che rendono l’orologio comodo su polsi non troppo sottili, nonostante il diametro contenuto.
All’interno lavora il calibro automatico 505 SR1 da 21.600 alternanze/ora per una riserva di carica di circa 50 ore. Regolato in 6 posizioni, ha lo scappamento ad àncora in linea invertita con corna in silicio e nello stesso materiale è anche la spirale Breguet del bilanciere.
Tutto in vista sul quadrante, quindi? Non proprio. Perché girando l’orologio sottosopra, il fondello in zaffiro svela un altro dettaglio di eccellenza. Un grande rotore sulla parte superiore del movimento, la cui forma ricorda quella del pendolo degli orologi antichi e che è ispirato al rotore che animava i primi orologi da tasca creati da Abraham-Louis Breguet.
Nonostante ricordi un pendolo, in realtà esso non oscilla ma ruota liberamente a 360° su tutto il calibro. Degna di nota è la finitura del rotore, lucida a specchio e lavorata su una superficie curva, cosa estremamente difficile da ottenere.
IL BREGUET TRADITION QUANTIÈME RÉTROGRADE 7597
Come abbiamo scritto sopra, le considerazioni di base sulla cassa, sulle finiture, sull’architettura che Breguet ha dato alle varie parti del movimento poste sul quadrante e sulla lavorazione del quadrante delle ore sono sostanzialmente identiche sia nel caso del Tradition Automatique Seconde Rétrograde 7097, sia del Tradition Quantième Rétrograde 7597. Cambia, e non poco, la complicazione, così come la sua presenza scenica.
La scala della data retrograda, con l’indicatore che torna all’inizio del mese (1) una volta arrivato alla fine (31), è posta sul quadrante a ore 6 e lo bilancia bene. Si adatta perfettamente al profilo della cassa nella parte inferiore e non ostacola la visione del movimento. Il colore è lo stesso blu di quello del quadrante, con gli indici argenté a contrasto.
Poiché questo tipo di calendario non ha la possibilità di individuare precisamente quale mese sta indicando, alla fine del mese stesso la lancetta della data avanzerà sempre a 31. L’avanzamento manuale e la regolazione della data sono comunque molto semplici da eseguire: il piccolo pulsante avvitato nella cassa a ore 10 sposta avanti la data di un giorno a ogni pressione.
La lancetta del datario, azzurrata e molto lunga, ha una presenza piuttosto evidente nell’economia generale dell’orologio. Lo scatto secco con cui torna dal 31 all’1 è reso possibile grazie all’energia accumulata giorno dopo giorno, liberata utilizzando un sistema di leve che “sgancia” la lancetta alle ore 24 del giorno 31.
LA BELLEZZA CHE FERMA I SECONDI
Il movimento è sempre ai massimi livelli. Qui abbiamo il calibro automatico 505Q, che ha le stesse alternanze e riserva di carica del 505 SR1 che abbiamo visto sopra, così come lo scappamento ad àncora in linea invertita con corna in silicio e spirale Breguet del bilanciere anch’essa in silicio. La massa oscillante in oro 22 carati è anche qui ispirata a quella dei primi orologi da tasca creati dal maestro nel XVIII secolo.
È interessante notare che il calibro ha la funzione di “second-hack”, ossia lo stop dei secondi nel momento in cui si estrae la corona. Normalmente questa funzione ferma i secondi per consentire di impostare l’orologio sull’ora esatta. Tuttavia, il Tradition Quantième Rétrograde 7597 non ha la lancetta dei secondi. E dunque?
Probabilmente il motivo vero che ha portato all’introduzione di questa funzione di hacking potrebbe essere quello di far fermare il bilanciere in modo da poter essere ammirato anche da fermo, non solo in movimento. Un motivo del tutto plausibile, perché il bilanciere in effetti è bellissimo.
Entrambi gli orologi sono completati da cinturini in alligatore blu con impunture tono su tono e fibbia ad ardiglione in oro bianco. Il Tradition Quantième Rétrograde 7597 costa 44.000 euro, il Tradition Automatique Seconde Rétrograde 7097 41.000 euro. In linea con l’eccellenza che caratterizza questa coppia strepitosa.
By Davide Passoni