MB&F: Maximilian Büsser’s Legacy
9 Marzo 2019La prima volta che mi innamorai di un MB&F fu nel 2007 grazie all’Horological Machine 1 in Titanio con ponti in vetro zaffiro e un movimento incredibile creato da Peter Speake Marin e Laurent Besse… Non potevo sapere che quattro anni dopo sarebbe successo di nuovo…
Nel gennaio 2011, durante l’SIHH, Maximilian Büsser sollevò davanti ai miei occhi un panno che, appoggiato sopra a un vassoio ne nascondeva il contenuto: due orologi di forma rotonda sdraiati a faccia in giù. Quel momento cambiò completamente la storia di MB&F, dell’Orologeria contemporanea e in qualche modo anche la mia. A prima vista restai così sbalordito da non accorgermi della mancanza del bilanciere sul fondo del calibro… Tutto ciò su cui riuscii a concentrarmi furono le superbe finiture, l’anglage e i due nomi incisi sui ponti della platina: Jean-Francois Mojon e Kari Voutilainen. Tanto bastò per rendermi conto di essere testimone di un punto di svolta per MB&F.
Non appena Max ruotò gli orologi per mostrarmi il lato quadrante ricordo che il mio cuore iniziò a battere più forte, quasi al ritmo di quel grande bilanciere “volante”, che sembrava letteralmente sospeso “appena al di sotto di un vetro incredibilmente bombato” e fluttuare ancorato a due ponti sopra alla platina che accoglieva due piccoli ed eleganti quadranti laccati con numeri romani e una strana leva obliqua posizionata a ore 6 che, contrariamente alla tradizione si sviluppava in altezza, la prima riserva di carica verticale mai creata.
Max era riuscito a unire i codici storici dell’Orologeria tradizionale quali, le finiture impeccabili, il grande bilanciere -prima che la tecnologia moderna cambiasse le regole i vecchi bilancieri erano più grandi e oscillavano a bassa frequenza- e i quadranti laccati leggermente curvi, a delle icone del XIX Secolo come i ponti del bilanciere, che ricordano la Tour Eiffel e i primi edifici in acciaio e vetro, e dell’Orologeria moderna, come il vetro zaffiro bombato e la riserva di carica verticale.
L’idea di Max era di introdurre una “Legacy Machine” (Legacy si traduce letteralmente in ‘eredità), cioè una creazione orologiera con i codici di MB&F ma fedele all’Orologeria del 1800, sia in oro bianco che in oro rosa, che rende omaggio agli uomini che hanno fatto la storia di quest’Arte antica cercando di immaginare cosa avrebbe potuto creare lui stesso se si fosse trovato a lavorare con i mezzi tecnici della loro epoca.
Il resto è storia, Legacy Machine No.1 “LM1” venne immediatamente riconosciuto come un’icona, e vinse l’anno seguente due Grand Prix d’Horologerie de Geneve.
Il successo delle Legacy Machines continuò con il lancio del LM2, caratterizzato da due bilancieri “volanti” che oscillano indipendentemente l’uno dall’altro ma connessi tramite una ruota differenziale, che ne calcola la media per trasmettere un’unica informazione al treno del tempo e migliorarne la cronometria.
Il desiderio di Max di rendere omaggio all’Orologeria del XVIII e del XIX Secolo lo condusse poi alla creazione del Legacy Machine 101, una versione più piccola e discreta della “famiglia” Legacy, solo tempo e con riserva di carica, sempre dotato del caratteristico bilanciere sospeso.
Il 2015 fu l’anno della consacrazione con la presentazione del Legacy Machine Perpetual, un vero e proprio capolavoro studiato insieme all’Orologiaio nordirlandese Stephen McDonnel, in grado di reiventare la complicazione del calendario perpetuo grazie all’introduzione di un processore meccanico “smart” capace di trasmettere al movimento le informazioni corrette, l’anno, il mese, la date e l’ora, e facendo si che il proprietario dell’orologio non potesse mai danneggiarne il calibro durante la regolazione.
Ultimo, ma non per importanza, il Legacy Machine più puro di sempre, chiamato Split Escapement. Durante la creazione del LM Perpetual, Stephen McDonnel, a causa della mancanza di spazio, ha dovuto trovare un sistema per dividere bilanciere e ruota di scappamento creando un lungo pignone per collegare questi due elementi, tradizionalmente vicinissimi, e in questo caso distanti tra loro di quasi 11mm. Questa incredibile caratteristica tecnica, unita alla bellezza del quadrante lavorato a mano con una decorazione frosted lo rendono l’orologio MB&F più elegante mai realizzato.
MB&F è un vero laboratorio creativo, come gli piace autodefinirsi, e probabilmente il brand più innovativo del panorama orologiero.
Non sappiamo come Max e i suoi amici possano nuovamente stupirci in futuro, ma non vediamo l’ora di scoprirlo!
By Jacopo Corvo