IWC Portugieser Chronograph: tutti i colori del cielo
9 Aprile 2024La storia dell’orologeria è piena di orologi celebri, ma quelli che la comunicazione di settore ama tanto chiamare “icone” sono in realtà una manciata. Tra queste ha un posto d’onore il Portugieser di IWC, un segnatempo che ha attraversato i decenni mantenendo un’identità estetica ben precisa e fedele alla propria tradizione. Sia nelle versioni solo tempo sia nelle versioni cronografo, è ancora uno degli orologi più apprezzati dagli appassionati, tanto che il brand ha deciso di rinfrescare la collezione in occasione di Watches & Wonders 2024 presentando alcune interessanti referenze del crono. Ma prima facciamo un passo indietro e ripercorriamo brevemente la storia del Portugieser.
BREVE STORIA DEL PORTUGIESER
Dietro il nome Portugieser c’è una lunga e ricca storia, che spazia dalla Svizzera al Portogallo, fino all’Ucraina. È la storia di un orologio nato nel 1939, uscito un giorno dall’oblio, verso la fine del secolo scorso, per diventare un successo, non solo di IWC. Fu infatti alla fine degli anni Trenta che la maison iniziò a lavorare all’orologio che avrebbe poi ispirato la moderna collezione Portugieser. All’epoca due uomini d’affari portoghesi, Rodrigues e Antonio Teixeira, avevano bisogno di un particolare tipo di orologio che, in realtà, non esisteva ancora.
Si rivolsero a IWC, celebre per l’accuratezza dei propri pezzi, con una richiesta ben precisa: un orologio da polso moderno, con cassa in acciaio, che offrisse la precisione e l’accuratezza di un cronografo marino. IWC raccolse la sfida, sviluppando un orologio insolito, che fu indicato solo con il numero di referenza: 325. Il motivo per cui si distingueva erano le sue dimensioni, una cassa di 41,5 mm che oggi è una misura comunissima ma che, negli anni Trenta, era davvero molto grande. Soprattutto se si considera che la media degli orologi da uomo era compresa tra i 34 e i 36 mm. Il motivo di questa misura? Nella cassa batteva il movimento di un orologio da tasca grande e preciso, quello che i gentiluomini portoghesi avevano chiesto.
I primi orologi con referenza 325 furono venduti nel 1939. Non però in Portogallo, ma all’altro capo dell’Europa, in Ucraina, al rivenditore di Odessa L. Schwarcz. Solo tre anni dopo, nel 1942, i primi orologi arrivarono nel Paese che dava loro il nome. La causa del ritardo è da cercare nella Seconda Guerra Mondiale; anche se la Svizzera era neutrale, il commercio e l’export erano difficoltosi e imprevedibili. Così imprevedibili da far finire i Portugieser in Ucraina prima che in Portogallo.
LA RINASCITA A FINE ANNI ‘90
Secondo i registri di IWC, dal 1939 al 1981 furono prodotti in totale 690 Portugieser, con un buon successo in Germania. Il destino dell’orologio, però, cambiò nel 1993. La manifattura, uscita con difficoltà dalla crisi del quarzo, si stava preparando per il suo 125esimo anniversario e stava progettando diverse edizioni speciali celebrative. Un giorno, un membro del consiglio di amministrazione visitò la manifattura di Schaffhausen con al polso una referenza vintage 325 che fu notata. Poco dopo la manifattura prese la decisione: il Portugieser sarebbe rinato nel 1993 con il nome Portuguese.
In occasione della ricorrenza, IWC lanciò 1.000 modelli in acciaio, 500 in oro rosa e 250 in platino. La combinazione di tradizione, stile senza tempo e le dimensioni della cassa, in linea con le tendenze moderne, ne decretarono il successo. Seguirono numerose altre versioni speciali e nel 1998 arrivò il celebre Portuguese Chronograph, con i contatori a ore sei e dodici. L’orologio riprese il nome Portugieser nel 2015.
L’ARRIVO DELL’IWC PORTUGIESER CHRONOGRAPH
Fin dai primi giorni, il Portugieser fu definito dalla sua forma. Il movimento di grandi dimensioni assicurava che l’orologio avesse una cassa grande e un quadrante per i piccoli secondi, rimasto costante come altre caratteristiche: la minuteria esterna, i numeri arabi, le lancette a foglia. Dal 1939 a oggi, questi sono i tratti distintivi dello stile del Portugieser, ancora evidenti nei modelli attuali come il Portugieser Automatic Chronograph.
Dal 1998, il Portugieser Chronograph ha portato un tocco di eleganza sportiva alla collezione. L’ormai riconoscibile disposizione verticale dei contatori colloca i minuti direttamente a ore 12, rendendoli facilmente leggibili, mentre i piccoli secondi sono posizionati a ore 6. Un’altra caratteristica distintiva del design è il rehaut interno stampato con una scala dei quarti di secondo, che consente una rimessa all’ora estremamente precisa.
Per alcuni anni nella cassa da 41 mm IWC ha alloggiato movimenti automatici non di manifattura, come il calibro 76240 e il suo successore, il 79350, realizzati su base Valjoux 7750. Movimenti precisi e affidabili, che però a lungo andare il brand ha deciso di sostituire con calibri sviluppati e costruiti in-house. Una collezione importante come la Portugieser meritava e merita calibri all’altezza, come per esempio il 69355 che è lo standard per le referenze più recenti.
WATCHES & WONDERS 2024: I NUOVI IWC PORTUGIESER CHRONOGRAPH
A proposito di nuovi modelli, IWC Schaffhausen porta a Watches & Wonders 2024 una collezione di Portugieser Chronograph rinnovata nelle cromie, con tre codici colore molto contemporanei: Horizon Blue, Obsidian e Dune. Le casse hanno la classica misura da 41 mm di diametro e uno spessore di 13,1 mm, piuttosto contenuto. Se dal punto di vista tecnico si tratta sostanzialmente di una estensione di linea, in questi orologi il brand ha messo l’attenzione più alta e particolare nella realizzazione dei quadranti, per arrivare a ottenere questa inedita palette cromatica.
La lavorazione dei quadranti è infatti tecnicamente complessa. Per tutti e tre i colori, le basi in ottone sono prima sottoposte a una finitura soleil, sulla quale viene poi applicato il rispettivo colore. Le due fasi successive sono le più delicate, perché sui quadranti avviene l’applicazione della lacca trasparente, stesa fino a 15 strati, che vengono poi finemente molati e lucidati a specchio, per ottenere la tonalità desiderata.
Per arrivare a ottenere una finitura a contrasto, gli artigiani di IWC fresano i contatori sia sulla base di ottone sia sullo strato di lacca. La stampa successiva, eseguita con un processo speciale, aggiunge ulteriore effetto tridimensionale al quadrante dei nuovi Portugieser Chronograph. Effetto ulteriormente amplificato dagli indici applicati a mano a uno a uno. Si comprende facilmente che l’intero processo di fabbricazione di questi quadranti, che consta di oltre 60 fasi, è molto difficile da padroneggiare da parte degli artigiani di IWC.
I COLORI DEI QUADRANTI
Come sono dunque questi nuovi colori del Portugieser Chronograph? Per definirli, IWC si affida a uno storytelling ispirato alla natura e al cielo che tanto piace ai brand di alta orologeria. La ref. IW371626 ha il quadrante Horizon Blu, una tonalità di azzurro che, secondo il marchio, vuole ricordare il cielo del primo pomeriggio, inondato dalla luce più intensa del giorno. Si tratta in ogni caso di un punto di azzurro molto delicato, che rende l’orologio unisex. L’orologio è completato dalla cassa in oro bianco 18 carati con finiture lucide e satinate, dalle lancette e dagli indici rodiati e dal cinturino in pelle di vitello azzurro sfumato realizzato da Santoni.
La ref. IW371625 ha il quadrante del colore chiamato Obsidian, un nero profondo che contrasta con la cassa in oro 18 carati lucida e spazzolata. In oro sono anche gli indici e la placcatura delle lancette. Grazie alla finitura laccata e alla complessità della sua lavorazione, il quadrante emana una profondità incredibile, quasi ipnotica per gli occhi di chi lo guarda. Secondo il racconto di IWC, questa combinazione di nero e oro vuole simboleggiare il cielo notturno con le stelle che brillano. Il cronografo è completato da un cinturino in pelle di alligatore nero, sempre di Santoni.
L’ultima referenza dei nuovi Portugieser Chronograph è la IW371624 con quadrante Dune, un colore a metà tra il sabbia e lo champagne. È abbinato a una cassa in acciaio e ha anch’esso lancette dorate e indici applicati in oro, oltre a un cinturino in pelle di alligatore nero. Se con i due precedenti quadranti eravamo nel primo pomeriggio e nella notte più profonda, il colore Dune ci porta poco prima che il sole tramonti del tutto, alle porte della notte.
IL CALIBRO IWC 69355
In tutte le tre versioni batte lo stesso movimento automatico, quel calibro di manifattura 69355 a cui abbiamo accennato sopra. Il calibro 69355 fa parte della famiglia di movimenti cronografici a carica automatica IWC 69000. Questa versione, introdotta con il Portugieser 150 Years del 2018, lavora a 28.800 alternanze/ora e ha 46 ore di riserva di carica. È caratterizzato dalla classica massa oscillante traforata di IWC e, su queste referenze, è visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro.
Si tratta di un movimento cronografico meccanico progettato con particolare attenzione alla robustezza, all’affidabilità e alla durata. Il controllo della funzione cronografica avviene tramite una ruota a colonne, che garantisce una gestione ottimale delle singole fasi di misurazione del tempo. Inoltre, alla pressione i pulsanti presentano una gradevole resistenza. Con il calibro di manifattura 69355, IWC ha integrato in modo ottimale il movimento base e le funzioni cronografiche, in modo che la misurazione degli intervalli di tempo sia mantenuta correttamente anche quando il cronografo è sottoposto a un uso intenso.
Per finire uno sguardo ai prezzi: 8.950 euro per la referenza con quadrante Dune, 20.000 euro per quella Obsidian, 21.100 per la Horizon Blue collocano le nuove referenze del Portugieser Chronograph in linea con l’offerta della collezione di IWC. Con il plus di avere colori contemporanei che, si augurano a Schaffhausen, potranno fare molta presa su un pubblico più ampio.
By Davide Passoni