Hublot Big Bang Integrated Tourbillon Full Carbon: leggerezza al potere
27 Luglio 2023All’ultimo Watches and Wonders sono stati pochi gli orologi capaci di lasciarci a bocca aperta. Per diversi motivi. Uno di questi lo ha portato Hublot, che ogni anno sforna pezzi incredibili accanto alle collezioni correnti che, nel tempo, hanno definito l’identità del marchio. Quest’anno gli orologi da mille e una notte sono stati due, a parere nostro e di molta altra stampa: il Big Bang Integrated Tourbillon Full Blue Sapphire e il Big Bang Integrated Tourbillon Full Carbon. Oggi ci concentriamo su quest’ultimo e vediamo di capire insieme perché è a suo modo eccezionale.
CON HUBLOT È FUSIONE IN TUTTI I SENSI
Partiamo dalle basi, ossia dalla filosofia di Hublot. Una filosofia che è espressa a pieno nel payoff dell’azienda, “The Art of Fusion”. Ebbene, il Big Bang Integrated Tourbillon Full Carbon è un esempio incredibile di questa arte della fusione, sia in termini di complicazioni sia in termini di materiali. Ed è proprio sui materiali che l’azienda ha costruito molta della sua credibilità, con una fase di ricerca e sviluppo che poche manifatture hanno.
Lo dimostra questo orologio, la cui cassa e il cui bracciale sono un mix innovativo di due materiali come il carbonio e il Texalium. Il primo non è certo una prerogativa di Hublot; anche altri marchi lo utilizzano, seppure in maniera meno avanzata e più, ci si passi il termine, tradizionale. L’utilizzo del Texalium da parte del marchio, invece, non ci pare abbia eguali in orologeria. Anche perché si tratta di un materiale avanzatissimo.
IL BIG BANG INTEGRATED TOURBILLON FULL CARBON E IL TEXALIUM
Quando pensiamo alla normale fibra di carbonio, pensiamo alla classica trama nera e grigia che siamo tutti abituati a conoscere. Se vediamo materiali spacciati come fibra di carbonio colorata, in realtà si tratta di altro. Ad esempio, quella che viene indicata come fibra di carbonio argentata in realtà è un altro materiale: una fibra di vetro alluminizzata, o Texalium.
Quindi, che cos’è il Texalium e in che modo è diverso dalla fibra di carbonio? Questo materiale è stato sviluppato da una società con sede in California chiamata Hexcel. È un tessuto a base di fibra di vetro che ha un sottile rivestimento di alluminio sulla superficie. Il rivestimento in alluminio è puro al 99,99% e ha uno spessore di circa 200 angstrom (un angstrom è un decimiliardesimo di metro). Questo rivestimento produce una superficie altamente riflettente.
Il Texalium è quindi un tessuto in vetro-alluminio che ha un peso intorno ai 300g/m². È realizzato con una sottile pellicola di copertura in alluminio e un’armatura a saia 2/2. Per essere precisi, la saia è un’armatura nella quale i fili d’ordito legano le trame procedendo con un andamento diagonale. Su un rapporto di almeno tre fili e tre trame, gli elementi sono incrociati procedendo in sequenza, dal primo all’ultimo o viceversa.
Il risultato è un materiale incredibilmente leggero, resistente e immutabile nel tempo, che unito alla fibra di carbonio contribuisce a creare un orologio che, al polso, è quasi inconsistente. Così è il Big Bang Integrated Tourbillon Full Carbon.
IL BRACCIALE CHE NON SENTI
Attenzione però! Se scriviamo inconsistente non significa insignificante. In quale altra collezione poteva trovare posto un orologio del genere se non nella Big Bang? Dopotutto, se in fisica il Big Bang segna l’inizio del tempo, in orologeria indica il momento (2005) in cui il mercato è stato investito e scioccato dall’omonima collezione di Hublot. Un orologio nato da subito per stupire con le sue grandi casse che fondono materiali all’avanguardia e movimenti con alte complicazioni, non di rado combinate tra loro. Nel Big Bang Integrated Tourbillon Full Carbon c’è tutto questo.
Partiamo quindi dalla cassa e dal bracciale. Che ci sono ma che, al polso, non si sentono. La prima pesa 42 grammi, il secondo 26 e, come ama sottolineare Hublot, quest’ultimo può quasi essere considerato una complicazione a sé stante. Progettato, costruito e assemblato interamente nei laboratori della manifattura è sì uno dei cinturini più leggeri al mondo, ma è anche tra i più comodi.
A Ginevra lo abbiamo indossato personalmente e, credeteci, è vero. Il risultato è stato ottenuto grazie alla connessione integrata con la cassa, resa possibile dalle maglie progettate appositamente per questo modello. Ciascuna di esse è stata costruita e rifinita individualmente per creare una superficie perfetta in termini di qualità. Un lavoro incredibile di artigianalità e tecnologia, considerando che i materiali che le costituiscono, la fibra di carbonio e il Texalium, reagiscono in maniera diversa ai processi di taglio, lavorazione e smussatura.
CASSA IN STILE BIG BANG
La stessa sorprendente trama intrecciata si ritrova nella cassa da 43 mm, spessa 14,15 mm, in fibra di carbonio. Tuttavia, poiché fusione e materiali all’avanguardia sono le parole d’ordine di Hublot, anche qui la fibra di carbonio è ricoperta dal rivestimento protettivo in Texalium. In questo modo la sua superficie è praticamente immune ai graffi e la fibra di carbonio assume un caratteristico colore argenteo.
Naturalmente la cassa e l’intero orologio hanno le caratteristiche distintive della costruzione del Big Bang di Hublot. Parliamo dell’inserto in caucciù sulla corona, delle sei viti funzionali sulla lunetta (anch’essa in Texalium e fibra di carbonio) e delle due spallette laterali a protezione della cassa e della corona.
Il modo in cui tecnica ed estetica si fondono in questo orologio ha origine dal dna di Hublot e anche dalla sua dimensione industriale. La manifattura è infatti integrata al 100% e padroneggia ogni aspetto della produzione, dalla ricerca e sviluppo fino al prodotto finale. Ogni singolo componente è stato pensato, progettato, prodotto e assemblato internamente, senza limitazioni: in questo modo, cassa e movimento sono stati armonizzati fin nei minimi dettagli.
IL CUORE PULSANTE DI HUBLOT
A proposito di movimento, il Big Bang Integrated Tourbillon Full Carbon è animato dal calibro automatico di manifattura HUB6035, che unisce tourbillon (visibile attraverso il quadrante scheletrato a ore 6) e microrotore scheletrato e marchiato Hublot (a ore 12). È lo stesso calibro che muove i Big Bang della collezione Full Sapphire. Un’altra fusione, questa volta di complicazioni.
Proprio grazie al quadrante è possibile vedere il cuore meccanico dell’orologio in funzione. Sospeso a ore 6, il tourbillon compie le sue rotazioni su uno sfondo quasi diafano, fatto da ponti in zaffiro e da una platina traforata. In questo modo la luce inonda il movimento. La struttura reticolare della platina richiama il motivo intrecciato della fibra di carbonio; sei indici delle ore sono sospesi sul movimento e le lancette delle ore e dei minuti sono trattate con Super-LumiNova.
Il movimento batte a 21.600 alternanze ore e ha una riserva di carica di 72 ore. Oltre dal quadrante scheletrato, la sua visione si ha anche dal fondello, sul quale Hublot ha realizzato una incredibile decorazione traforata, quasi cubista.
Se visto dal fondello, il movimento è dominato da una spettacolare e intricata platina reticolare che riecheggia la complessa struttura del Texalium. Il resto del movimento può sembrare a prima vista incredibilmente compresso, ma una serie di ponti in zaffiro quasi invisibili, che supportano il treno degli ingranaggi e altri componenti, aiutano a mantenere il layout il più aperto possibile.
HUBLOT BIG BANG INTEGRATED TOURBILLON FULL CARBON: NON È PER TUTTI
È abbastanza comprensibile che un orologio simile sia realizzato in edizione limitata. Come avrete capito, i materiali impiegati e i processi produttivi sono estremamente avanzati e complessi per poter prevedere una produzione di massa. Che si ferma quindi a 50 pezzi. Stesso motivo per cui il prezzo dell’orologio è piuttosto importante: 132.000 euro.
Del resto, da un pezzo simile non ci si potrebbe aspettare qualcosa di diverso. Come avrete capito, l’Hublot Big Bang Integrated Tourbillon Full Carbon è un potente mix di antico e di nuovo che combina il peso di un orologio di alta manifattura con un composito radicalmente nuovo, resistente ma leggero. Serve altro per spiegarne l’eccellenza?
By Davide Passoni