Derek Pratt Remontoir d'Égalité, La Nuova Meraviglia Firmata da Luca Soprana
15 Febbraio 2023Luca Soprana, da sempre, ci abitua alla sorpresa. È fatto così. Estremamente empatico e autoironico, è annoiato dalla normalità; e la mediocrità e la banalità sono i suoi acerrimi nemici. Nell’Ateliers 7h38, il suo laboratorio a Vaumarcus, nel cantone di Neuchâtel, la sfida con l’eccellenza assoluta è sulla bacheca dell’ordine del giorno, senza nessun tipo di scorciatoia; e il suo approccio con l’orologeria meccanica d’alta gamma è in primo luogo filosofico. D’altronde, prima di aver accesso alla “Major League” dell’orologeria, quando era soltanto un giovane studente all’Università di Bologna, alternava con naturalezza i rigorosi corsi di economia della sua Facoltà con le lezioni sul senso della vita al celeberrimo Dams. Con professori e studenti “rock”, in un’atmosfera di grande vitalità intellettuale, tra tortellini, sangiovese, Umberto Eco e filosofia esistenzialista, ascoltando la musica dei CCCP e degli Skiantos, l’indimenticabile gruppo punk demenziale, capitanato dal compianto Freak Antoni.
Per fortuna, dal “suo” incredibile Astronomia (che ovviamente all’anagrafe di Ginevra è di Jacob & Co.), Luca Soprana ha acquisito una riconoscenza internazionale nel mondo dei collezionisti – per la sua storia vi rimandiamo qui – ma nonostante tutto quello che ha fatto negli ultimi anni, con questa nuova creazione, ancora una volta, ci ha lasciati a bocca aperta. Ma andiamo per gradi…
CHI ERA DEREK PRATT ?
Iniziamo perciò a scoprire la figura di Derek Pratt (1938-2009). Per Soprana, in estrema sintesi: “È semplicemente il più grande di tutti gli orologiai moderni”. Il più grande di tutti è inglese (di Orpington, nella sterminata periferia londinese), studia al National College of Horology senza però diplomarsi (siamo nella metà degli anni Cinquanta). Poi si trasferisce in Svizzera nel ’65 e fonda la sua attività di orologiaio indipendente nel ’72, stabilendo ben presto una partnership continuativa con Peter Baumberger, prima collezionista e poi proprietario del marchio Urban Jürgensen, per la realizzazione di meravigliosi orologi da tasca super complicati e facendo personalmente casse e quadranti guilloché del più alto livello, sperimentando scappamenti e soluzioni tecniche e creando la sola riedizione esistente del caposaldo dell’orologeria: l’H4 di John Harrison (1693-1776).
Pratt è un orologiaio totale (per intenderci, alla Abraham-Louis Breguet). Nel senso che sa fare tutto a mano e con i suoi macchinari storici accumulati nel suo atelier di Solothurn: dal movimento, anche complicatissimo, al quadrante (con una ineguagliabile maestria per il guilloché), compresa la cassa, con le tecniche classiche degli orologi da tasca del Novecento. Ed è un fenomeno nel restauro degli antichi complicati da tasca (come il Tourbillon ad alta velocità di Potter). Inoltre è amico e collaboratore del grande maestro George Daniels e – aspetto poco noto – lo aiuta nella realizzazione dello scappamento Co-Axial (in particolare nella creazione della doppia ruota di scappamento) poi, come sanno tutti, acquisito con intelligente lungimiranza da Omega.
LA SUA EREDITÀ: IL REMONTOIR D’ÉGALITÉ
L’eterna fama di Derek Pratt nel mondo delle lancette la si deve soprattutto al tourbillon a remontoir. E all’aver fatto funzionare, nel 1997, il Double-Wheel Tourbillon Remontoir, un tourbillon da tasca con doppio scappamento a remontoir, che perfeziona due invenzioni di Abraham-Louis Breguet: scappamento a doppia ruota e tourbillon. Il funzionamento, nel dettaglio, ce lo spiega Luca Soprana: “Lo scappamento a doppia ruota era stato utilizzato da Breguet e più recentemente da Daniels per poter avere due ruotismi con dentature di ‘ratio’ differenti negli orologi che indicavano due tipi diversi di ‘tempo’. Un ruotismo su un quadrante indicava l’ora siderale, mentre l’altro indicava sul quadrante affiancato l’ora universale”.
Detto ciò, continua Luca: “Derek ebbe l’ingegno di utilizzare questa soluzione per poter avere un tourbillon con un solo ruotismo ma con due ruote di scappamento. In effetti, queste due ruote, attivate da una sola ruota fissa di tourbillon con denti rivolti verso l’interno, girano in direzioni opposte, garantendo così l’attivazione delle stesse. Per evitare dei problemi di interazione tra i pignoni delle ruote (che funzionano in maniera alternata) e la ruota fissa, il pignone stesso interagisce con una molla a spirale; quando una dà impulso, l’altra si riavvolge di un dente, utilizzando un sistema di ‘remontoir’. Tale remontoir fornisce allo scappamento una forza costante , che si carica e viene rilasciata ad ogni impulso del bilanciere. Con questo meccanismo otteniamo quindi una maggiore precisione grazie alla stabilità dell’amplitudine. Non bisogna inoltre dimenticare che lo scappamento a doppia ruota non necessita di lubrificazione”.
GLI ULTIMI SFORZI: DALL’OVALE AL REMONTOIR SENZA TOURBILLON
La collaborazione con l’amico Baumberger è continuativa negli anni e arriva fino al 2009, quando Derek si arrende a una lunga malattia, lasciando un prototipo funzionante dell’ultimo progetto: l’orologio Ovale, poi terminato da Kari Voutilainen.
Mentre gli ultimi sforzi della carriera, come accennato poco fa, li dedica alla realizzazione della “replica” del leggendario cronometro da marina H4 di Harrison, un “orologione” (con diametro di 13 centimetri per 1,45 kg di peso) con scappamento a forza costante e doppio bariletto, tanto preciso da permettere su una nave nell’oceano di calcolare con buona approssimazione la longitudine a partire dal meridiano di Greenwich. Replica che poi sarà terminata da Frodsham a Londra.
Infine, intorno al 2008, comincia la ricerca per riuscire a utilizzare su uno scappamento statico (non tourbillon) il suo adorato “remontoir a camma di Reuleaux”. Ciò per dimostrare che tale meccanismo ha la stessa efficacia anche su uno scappamento tradizionale ad ancora svizzero.
La gigantesca criticità ce la spiega ancora Luca: “Con questo sistema di scappamento-bilanciere su un orologio da polso in cui la potenza del bariletto é nettamente inferiore, l’‘equilibrio’ del remontoir è nettamente più delicato, visto che le forze in gioco sono minime”.
DOVE FINISCE DEREK PRATT, RICOMINCIA LUCA SOPRANA
Ma qual è il legame tra Derek e Luca? In primo luogo si sono conosciuti con stima reciproca. Il resto lo lasciamo dire a Soprana: “Derek è il mio mito. È stato il più grande nel complesso del suo lavoro, creando uno stile del meccanismo che riusciva a combinare perfettamente le due tradizioni orologiaie a me più care: quella inglese e quella svizzera del Novecento! Inoltre era anche un uomo di grande umiltà, sempre fedele a se stesso. È stato il discreto collaboratore di George Daniels, risolvendo spesso con lui i teoremi più complessi della tecnica orologiaia. Gli indipendenti, come li intendiamo oggi, ai suoi tempi non esistevano. Stava iniziando Philippe Dufour, anche lui un grandissimo amico che ha vegliato sulla realizzazione dell’orologio da polso. Senza dubbio Derek è stato un grande precursore della vera orologeria indipendente!
Nel 2009, Stewart Lesemann, uno degli orologiai che oggi lavora con me, sviluppa un primo prototipo ispirato ai principi del cronometro di Derek Pratt. Nel 2014, con l’approvazione di Jenny Haller, la moglie di Pratt, subentro nel progetto e ridisegno completamente il calibro con il ‘remontoir d’egalitè’ e i due bariletti volanti nella configurazione ‘motor barrel’, dove l’asse del bariletto è solidale con l’asse, mentre la dentatura di trasmissione è solidale con l’albero. L’approccio filosofico è ineccepibile, filologicamente corretto al progetto iniziale di Derek. E il risultato è il primo orologio da polso di Derek Pratt, che in vita si era dedicato solo alla realizzazione di orologi da tasca”.
L’idea originaria di Pratt era quella di dimostrare che il suo sistema a “remontoir d’égalité” avrebbe funzionato tanto in uno scappamento con tourbillon quanto in uno “statico”. Così questo orologio è la dimostrazione pratica della correttezza della sua idea. “Sono molto soddisfatto del risultato – conclude Luca – e sono anche davvero felice di aver avuto la possibilità di completare ciò che avrebbe fatto Derek se i suoi problemi di salute non lo avessero fermato. Soprattutto sono orgoglioso per l’opportunità di legittimare la reputazione di Derek allo sguardo del grande pubblico. Difatti, nonostante sia stato uno degli eccelsi maestri orologiai degli ultimi decenni, Pratt è spesso dimenticato, anche perché, lo ripeto, era una persona di grande umiltà, che non ha mai inseguito i riflettori”.
DALLE SPECIFICHE TECNICHE ALLA VENDITA: IL MERITO DI PERPÉTUEL GALLERY
Nel dettaglio, le specifiche tecniche sono le seguenti: cassa in acciaio 316L del diametro di 41,64 mm per 12,6 mm di spessore, con vetro zaffiro su entrambi i lati e lunetta e anse lucide con i lati della carrure spazzolata verticalmente. Il quadrante è color salmone con numeri arabi orientali (chiamati anche numeri indo-arabi o indo-persiani) applicati in acciaio inossidabile. I piccoli secondi sono a ore sette. Il movimento, a carica manuale, con 216 componenti, viaggia a 18.000 A/h e prende il nome di Calibro DP07. E ovviamente è progettato, costruito, fabbricato e assemblato nel laboratorio Ateliers7h38 a Vaumarcus. Il suo diametro è di 37,8 mm, mentre la riserva di carica arriva a 38 ore. Come detto è un Remontoir d’égalité con secondi morti (la lancetta resta immobile, come morta, finché non è trascorso l’intero secondo) e bilanciere a spirale libera con 4 viti di regolazione.
Se Luca Soprana, con il suo Ateliers7h38, ha portato a termine lo straordinario lascito di Derek Pratt, è grazie a Perpétuel Gallery: punto di riferimento assoluto per gli appassionati dell’orologeria indipendente in tutto il Medio Oriente, di proprietà dell’altrettanto appassionatissimo Hamdan AlHudaidi. Purtroppo questo straordinario segnatempo è allacciabile al polso di soltanto 7 fortunati appassionati conoscitori. Il listino prezzi era di 98 mila franchi svizzeri (tasse escluse). “Era” perché, inevitabilmente, sono andati esauriti all’istante. Con la previsione di una prossima edizione – e chissà forse di un’altra ancora dopo – viste le pressanti richieste della importante clientela di Perpétuel Gallery. Nell’attesa che il “filosofo” Luca Soprana si inventi altro per lasciarci ancora una volta a bocca aperta!
By Michele Mengoli