Classique 5177 e 7787: Breguet in black tie
17 Dicembre 2024Sono molti gli aspetti per i quali è celebre Breguet. Dalla grandezza del suo fondatore all’eccellenza delle complicazioni, dai dettagli estetici riconoscibili alla qualità delle lavorazioni a mano effettuate nella manifattura di Le Chenit, fino ai quadranti lavorati a guillochè. Questi ultimi, proprio perché così tipici e distintivi, possono offuscare un’altra delle “specialità della casa”, ossia i quadranti in smalto grand feu. Con questi ultimi si è cimentata la Maison in due delle sue più recenti creazioni della collezione Classique: il 5177 e il 7787, la quintessenza del savoir-faire del marchio svizzero.
Non sono parole che scriviamo per sentito dire. Recentemente abbiamo avuto il privilegio di entrare nei laboratori di Le Chenit e abbiamo respirato l’artigianalità e la tradizione di Breguet. Lo abbiamo fatto a tutti i livelli, toccando con mano le capacità artistiche e manuali dell’incisione e della meccanica, oltre alla vocazione quasi alchemica di chi crea proprio i quadranti grand feu. E abbiamo avuto tra le mani le due referenze di cui scriviamo oggi, che abbiamo provato, osservato nel dettaglio, apprezzato.
BREGUET E L’ARTE DEL GRAND FEU
Parlando dei nuovi Classique 5177 e 7787 si può fare un discorso comune per i due quadranti e per gli elementi stilistici propri di Breguet mentre, come è ovvio, le referenze si distinguono per le dimensioni della cassa e per le complicazioni che ospitano. Partiamo, dunque, proprio dal quadrante in smalto, che nella referenza 5177 troviamo anche in versione blu o bianca e solo bianca nel 7787. Ma qui concentriamoci sul nero, perché il quadrante sembra il luogo in cui l’estetica di Breguet si esprime nel modo più vivo, a partire dal suo colore profondo, ottenuto grazie all’azione messa in atto da un calore estremo.
La texture unica dello smalto grand feu si ottiene infatti sottoponendo la polvere di smalto a cotture in forno a temperature che superano gli 800 gradi, per arrivare anche a 1200; durante queste cotture, la qualità dei pigmenti deve rimanere costante. Inoltre, lo smalto stesso non deve deformarsi o incrinarsi, cosa che può accadere e che spesso accade. Sono infatti necessarie diverse cotture in un forno dedicato, in funzione del numero di strati, per fondere elementi e pigmenti, donare profondità e ottenere una lucentezza inalterabile. In questo caso, i quadranti difettosi devono essere scartati, ragion per cui i maestri smaltatori devono tenere un’attenzione massima e avere una capacità e una sensibilità affinate in anni di esperienza.
Per quanto le immagini catturino bene l’essenza di questo quadrante particolare, per apprezzare fino in fondo un quadrante in smalto grand feu è bene averlo tra le mani. Ecco perché, durante la visita in manifattura, il privilegio che abbiamo avuto è stato molto apprezzato. Per esempio sui due quadranti – a destra al centro per il 7787 e fra il centro e ore 6 per il 5177 – è riportata la classica “firma segreta” Breguet, presente in alcuni orologi fin dal 1795 e introdotta da Abraham-Louis stesso come misura anti contraffazione ante litteram. Ebbene, essa non è visibile osservando il quadrante in modo normale: per poterlo fare serve guardarlo con attenzione da vicino e direzionare l’orologio in modo che la luce lo colpisca con la giusta inclinazione.
IL DESIGN PURO DEI BREGUET CLASSIQUE
Come scritto sopra e come ormai i lettori più attenti sanno, ciò che caratterizza molti orologi della Maison Breguet è la stretta aderenza al linguaggio del design che li contraddistingue. Vale sia per il Classique 5177 sia per il 7787. Oltre al quadrante, con le tipiche lancette a “pomme évidée” e i numeri Breguet (in questo caso arabi), c’è la cassa dall’estetica ben nota. È in platino in entrambe le referenze: nel 5177 misura 38 mm di diametro per 8,8 di spessore, nel 7787 39 x 10,3 mm. Del resto, nel primo caso parliamo di un tre lancette con datario, nel secondo di un tre lancette con fasi lunari e riserva di carica. Qualcosa di più complesso.
In ogni caso, i due aspetti più evidenti del design sono scanalatura laterale della cassa “a moneta” e le anse, che conferiscono all’orologio un aspetto antico, che ricorda quasi un segnatempo da tasca al quale sono state saldate le anse in un secondo momento. In effetti, anche in queste referenze le anse non fanno parte di un unico blocco di platino con la cassa, ma vi sono state saldate per ottenere un look in linea con la gamma Breguet Classique.
L’aver potuto provare questi due orologi in manifattura ci ha dato l’occasione di verificarne la comodità al polso, nonostante l’aspetto allungato delle anse possa a prima vista far percepire il contrario. Se non si è mai indossata una di queste due referenze, si può pensare a una struttura piuttosto rigida e poco ergonomica, che lascia invece sorpresi per quanto comfort possa dare agli orologi: sul mio polso da 16,5 centimetri erano a proprio agio.
Come abbiamo scritto, la cassa dei due segnatempo è in platino. È la prima volta per questo metallo sulle due referenze, disponibili prima d’ora in oro bianco o rosa. La brillantezza del platino accentua il contrasto con il nero avvolgente del quadrante. Esattamente come avviene per le lancette, che in entrambe le referenze sono rodiate. Sul 5177 la finestrella del datario a ore 3 ha la tipica forma asimmetrica che abbiamo già visto su questa collezione e che la rende meno statica. Il disco data nero contribuisce all’uniformità cromatica del quadrante e rende meno invasiva la presenza della finestra stessa.
Nel Breguet Classique 7787, invece, le indicazioni si moltiplicano, perché a fianco di ore, minuti e secondi non c’è il datario ma compaiono le fasi lunari e l’indicatore della riserva di carica. La finestra delle fasi lunari è posizionata a ore 12 e, secondo Breguet, può essere vista e interpretata come “un ventaglio aperto verso il basso, un sorriso rassicurante o il profilo amichevole di una luna crescente”. Ciascuno è libero di immaginare ciò che vuole; quello che salta agli occhi è la qualità delle finiture della Luna, un disco d’oro bianco martellato, per rendere una visione molto realistica dei crateri del nostro satellite. La Luna si muove su un cielo stellato di un colore blu che ricorda da vicino il classico blu Breguet.
Il ciclo delle fasi lunari rappresentato sull’orologio è quello naturale del mese lunare, ossia 29 giorni e mezzo(cui aggiungere, per una rilevazione precisa, 44 minuti e 3 secondi). Lo indica la scala graduata che si trova lungo il bordo esterno della finestra che, a nostro avviso, si integra bene e con equilibrio nella struttura del quadrante. Più d’impatto è invece l’indicazione della riserva di carica, che avviene tramite una lunga lancetta con perno a ore 3, su un arco che quasi dal centro dell’orologio si estende fino a ore 5:30. Con la sua scala da 0 a 38 ore si fa decisamente notare nell’estetica complessiva del segnatempo.
LO STATO DELL’ARTE DELLA MECCANICA
I Breguet Classique 5177 e 7787 sono mossi rispettivamente dai calibri di manifattura 777 Q e 591 DRL. Sono frutto di una ricerca durata anni e ora ciascuno di essi è diventato per Breguet un simbolo di affidabilità. Il calibro 777 Q può essere inteso come una rivisitazione moderna dell’orologeria classica. È ben decorato e rifinito secondo i canoni tradizionali che distinguono gli orologi Breguet, ma presenta alcuni aggiornamenti moderni sotto forma di componenti in silicio, tra cui la spirale, la ruota di scappamento e l’ancora. Questi componenti conferiscono una qualità amagnetica all’orologio nel suo complesso e aiutano il movimento a funzionare in modo più fluido, con una minore lubrificazione. Breguet è stato uno dei primi marchi ad adottare la tecnologia del silicio e la manifattura si è impegnata a fondo nel suo impiego. Il calibro 777 Q ha una frequenza standard di 4 Hz e una riserva di carica di 55 ore. Il rotore è in oro bianco ed è rifinito con bel motivo a onde che, se così si può dire, compensa la mancanza della decorazione guilloché sul quadrante grand feu.
Anche il calibro 591 DRL lavora a una frequenza di 4 Hz, ma offre una offre una riserva di carica minore rispetto alle 55 ore del 777 Q, fondamentalmente per via della maggiore energia necessaria a gestire il disco delle fasi lunari. Ha un bel rotore in oro 22 carati rodiato e decorato con lavorazione guilloché con motivo a chicchi d’orzo realizzata a mano. Tecnicamente, Breguet ha riservato un’attenzione particolare alla complicazione delle fasi lunari; grazie all’aggiunta di un pignone sul disco, esso offre una visualizzazione realistica del ciclo lunare: 29,5303498 giorni invece dei 29,5 giorni generalmente proposti da questo tipo di complicazione. Se si considera che la durata effettiva della rivoluzione lunare è di 29,53058888 giorni, la differenza tra l’indicazione e la realtà è ridotta a un giorno ogni 348,7 anni. Nessuno se ne accorgerà, ma gli ingegneri di Breguet meritano comunque un applauso.
CLASSIQUE 5177 E 7787 FORMA E SOSTANZA
Entrambi gli orologi sono completati da un cinturino in pelle nera di alligatore, quello del Classique 5177 con una fibbia ad ardiglione in platino, quello del 7787 con una deployante, sempre in platino. La differenza di complicazione incide sulla differenza di prezzo tra le due referenze: 43.800 euro per il 5177, 52.100 euro per il 7787. Cifre che tengono conto sia della clamorosa artigianalità tecnica ed estetica degli orologi, sia del materiale pregiato di cui sono fatte le casse.
In sostanza, sia il Classique 5177 sia il 7787 sono due orologi decisamente belli, tanto per le finiture quanto per il design, che possiede la quintessenza dello stile Breguet; anche se leggermente meno contemporaneo, nel caso del 5177, rispetto alla versione con quadrante in smalto blu. Dopotutto, siamo o non siamo nella collezione Classique? Non dimentichiamo che progettare, disegnare e realizzare un raffinato dress watchnon è per nulla facile, nonostante le apparenze. Perché più un orologio è “semplice” e pulito, più la perfezione sia annida nei dettagli. Sia il Classique 5177 sia il 7787 sono esempi di quanto Breguet sia maestra nell’arte del dettaglio.
By Davide Passoni