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19 novembre 2024

Arte e Orologeria insieme a Maximilian Büsser fondatore e direttore creativo di MB&F e curatore della M.A.D. Gallery

Oggi abbiamo avuto il piacere di incontrare e intervistare Maximilian Büsser, fondatore e direttore creativo di MB&F, e curatore della M.A.D. Gallery, la galleria d’arte di MB&F. Famoso per sue le creazioni eccentriche (abbiamo parlato di Horological e Legacy Machines, e delle co-creazioni con altre manifatture svizzere qui, qui e qui) MB&F alla lettera significa Maximilian Büsser & Friends.

Maximiliam_Busser

Come è stato possibile passare da giovane product manager in Jaeger LeCoultre, a direttore di Harry Winston Timepieces, e successivamente a fondare a creare uno dei più creativi e intriganti brand di orologi mai estiti, in soli 15 anni? (nel 1991 Max iniziò a lavorare in JLC e nel 2005 fondò MB&F)

Ad oggi ne sono passati addirittura 25 di anni! Dal 1991 al 1998 in JLC, dal 1998 al 2005 in HW e dal 2005 in poi MB&F fino ad oggi. E’ stato solamente possibile proprio perchè ho iniziato la mia vita nel mondo dell’orologeria 25 anni fa, quando le marche di orologi erano veramente piccole, e tutte sull’orlo della bancarotta. Da giovane neolaureato ho potuto immediatamente avere accesso alla totalità della società e di capire come funzionava. Sono anche stato fortunato ad avere avuto mentori come Günther Bluemlein e Henry-John Belmont in JLC. Mi hanno insegnato così tanto. E abbiamo fatto così tanti errori! Dagli errori si impara tantissimo, molto più che dai successi.

Poi a 31 anni quando sono stato scelto per dirigere Harry Winston Timepieces mi sono trovato davanti ad un’altra situazione finanziaria disastrosa, anche la divisione orologi di HW era sull’orolo del fallimento, e posso dire con tranquillità che il 1998-1999 sono stati i peggiori anni della mia vita. Avendo salvato HW senza alcun aiuto dall’head office mi ha dato il coraggio poi di creare il mio brand e investirci tutti i miei risparmi. Se guardate i numeri di MB&F degli ultimi 12 anni può sembrare che tutto sia andato liscio come l’olio… ma siamo quasi andati in bancarotta quattro volte nella nostra storia (2007, 2009, 2012 e anche 2014). Ogni volta per una ragione diversa (fortunatamente, altrimenti vorrebbe dire che sono un tremendo imprenditore!) e oggi il brand sta andando alla grandissima. Negli ultimi tre anni il sell out dei retailers è stato decisamente più alto che la nostra produzione. Da quando abbiamo deciso, nel 2013, di smettere di crescere, tutto quello che diciamo oggi ai negozianti e ai clienti è che non ci sono più pezzi da poter ordinare, tutto sold out! Non avrei neanche mai sognato nulla di simile…

Ci puoi spiegare il processo creativo di quando disegni un nuovo orologio?

All’inizio di MB&F facevo un sacco di schizzi e disegni, oggi molte volte i nuovi concept semplicemente mi entrano in testa da un momento all’altro, come un’intuizione, è molto strano… Molte volte non so da dove vengano e perchè appaiano, semplicemente succede.

Maximiliam_Busser

Quanto è grande l’influenza dei tuoi “friends” (come Eric Giroud, ad esempio) quando crei un nuovo orologio da zero?

I concept iniziali sono sempre miei e poi lavoro con Eric, Serge (il nostro direttore tecnico e mio partner in società) e gli ingegneri, per vedere quali sono le soluzioni migliori per fargli “prendere vita”. Creare un nuovo orologio MB&F è come un viaggio. E’ raro che il prodotto finale assomigli esattamente all’idea iniziale. Ed il viaggio è importante come il risultato stesso.

Maximiliam_Busser

Per ogni nuova Machine inizi prima dalla creatività e poi chiedi agli orologiai di “farlo muovere”, quant’è complesso questo processo rispeto alla normale creazione?

Fortunatamente dopo 25 anni di creazione di movimenti di orologi ho una certa idea di cosa sia possibile fare e cosa no, ma con le Horological Machines dobbiamo ogni volta trovare nuove soluzioni e idee tecniche per trasformare i nostri disegni in realtà. L’ingegneria è molto piu’ complessa che in ogni altro classico movimento di forma rotonda esistente, e per questo richiede molto più tempo, energia e investimenti.

Parliamo della M.A.D. Gallery, come ti è venuta quest’idea?

Ho pensato che se avessimo esposto i creatori di arte cinetica e meccanica che amiamo, insieme con le Machines di MB&F, molte più persone avrebbero capito il nostro processo creativo in orologeria. Quella che iniziato come una via di mezzo tra un hobby e un modo per decodificare il nostro brand è diventata una parte veramente importante della nostra società. Con tre M.A.D. Gallery e tra 12 e 14 nuovi artisti che proponiamo ogni anno, il mio lavoro di curatore è un’importante e molto piacevole parte della mia vita.

Maximiliam_Busser

Come fai a trovare il tempo di cercare gli incredibili creatori che esponete nelle gallerie?

All’inizio abbiamo curato i creatori che conoscevamo e che amavamo, poi abbiamo iniziato a cercare su internet. Ora, dopo sei anni , una buona quantità di artisti/creatori ci contattano per mostrare il proprio lavoro.

Quanto il brand MB&F aiuta le M.A.D. Gallery a stabilirsi nei rispettivi mercati? O è il contrario?

Entrambi si aiutano a vicenda. Normalmente quando apriamo una M.A.D. Gallery le vendite delle creazioni di MB&F aumentano in maniera esponenziale. L’abbiamo visto a Taipei e a Dubai (dove ad esempio l’anno scorso siamo passati da 3 a 23 pezzi venduti!). D’altro canto le M.A.D. Gallery dipendono molto dalle vendite degli orologi MB&F, che sono circa il 50-70% del fatturato. I pezzi d’arte e gli orologi convivono in un’eccezionale simbiosi.

Maximiliam Busser

Quante M.A.D. Gallery ti aspetti di aprire nei prossimi anni?

Non ne ho idea. Una M.A.D. Gallery non è un business model ma un modo per rafforzare la relazione con un partner locale. E’ una scelta che dipende molto più dai nostri partner che da noi.

Cosa credi che possa succedere nel business dell’orologeria nei prossimi anni?

Non ne ho idea… mi sembra che siamo alla fine di un ciclo. Le gradi marche di orologeria hanno usato lo stesso “software” un pò troppo a lungo, e devono reinventarsi. Più creatività e più ”risk-taking” possono riportare ai fondamentali valori e all’artigianato.

E invece il ruolo dei retailers?

Anche i negozianti devono reinventarsi. Ad esempio se i retailers non diventano media, i media diventeranno i prossimi retailers. E’ cruciale per i punti vendita non solo sviluppare una solida comunità di clienti (e non contare sul marketing dei brand per vendere gli orologi che hanno in stock) ma anche di intrattenerli grazie al mondo digitale. Durante gli ultimi dieci anni i negozianti hanno dato troppa importanza ad avere una location prestigiosa e brand importanti, mentre la qualità del proprio staff peggiorava sempre di più, e non prestavano attenzione al mondo digitale. I retailer devono istruire e informare, ispirare, discutere. Devono creare un vero e proprio “seguito” alla vendita, sia dentro che fuori dal negozio.

Maximiliam_Busser

Quasi tutti hanno inizato ad usare internet, dai social media alle prima piattaforme e-commerce… Ma con risultati molto spesso deludenti. Qual’è la tua opinione?

I solcial media sono diventati l’anima dei brand, e richiedono trasparenza. Non capisco le marche che appaltano i propri account social media, o addirittura li usano come se fossero un media tradizionale.

Per quanto riguarda l’e-commerce i brand ne hanno assolutamente bisogno. Perché un cliente che vive a Bergamo dovrebbe andare a Milano per comprare qualcosa che non è disponibile nella sua citta’? Se sa esattamente cosa vuole, perchè non poterlo ordinare alle 2 del mattino dalla sua camera da letto dopo un’allegra cena? L’ e-commerce è una necessità. Non sostituirà mail il retail ma ne è complementare. Per esempio il primo giorno in cui abbiamo presentato l’HM7 Aquapod a Gennaio la M.A.D. Gallery di Ginevra ha ricevuto ordini per 5 pezzi (tra i 100’000 e i 120’000 € ognuno). Tutti venduti a clienti fedeli che, pur non avendolo mai visto dal vivo, hanno deciso di acquistarlo. Cosa potevamo dirgli, “No, devi prendere un aereo e venire a Ginevra per ordinarlo e pagarlo”? Whatsapp, Facebook, Instagram, Linkedin, email… tutti mezzi e-commerce. Pochi giorni fa il nostro retailer ufficiale di Singapore mi raccontava che ormai l’80% delle vendite vengono fatte attraverso smartphone, e solo il 20% con i clienti che entrano fisicamente in negozio. Questo dice tutto.

Grazie mille Max! Un’ultima domanda: sei sempre alla ricerca di “what’s next?”, o riesci ad avere tempo per pensare a quanto tu sia felice e soddisfatto?

Avendo avuto figli tardi (le mie due figlie sono nate negli ultimi 4 anni) mi ha finalmente dato l’opportunità di capire quanto io sia fortunato e felice. Non solo per quello che abbiamo raggiunto tutti insieme, ma anche perchè ora sono molto più sereno e bilanciato. Detto questo, la creatitivà per me è una droga pesante e non credo che sarò mai in grado di fermarmi. Al contrario, ho bisogno sempre di più di spingermi oltre i miei limiti… Vedremo cosa ci riserverà il futuro!