Parmigiani Fleurier, indipendenza al top assoluto
5 Dicembre 2024Parmigiani Fleurier, in una definizione estremamente sintetica, è nella strettissima cerchia dei grandi marchi svizzeri d’altissima gamma. L’obiettivo del nostro articolo-intervista è però quello di porre l’attenzione su diversi aspetti – alcuni addirittura ancora poco conosciuti – che rendono PF una realtà davvero unica nel panorama mondiale dell’alta e altissima orologeria.
Andiamo per gradi. Ho avuto il piacere di conoscere Michel Parmigiani una quindicina di anni fa nel suo atelier a Fleurier, già allora semplicemente incredibile per suggestione e completezza (ne parleremo in seguito). Con il mio omonimo – sì perché all’anagrafe di Couvet, nel Cantone di Neuchâtel, Parmigiani è registrato con il nome Michele in italiano – che mi ha raccontato di quanto sia stato fondamentale iniziare la sua avventura imprenditoriale con il restauro di orologi antichi, costruiti senza compromessi. Il motivo è semplice: ha imparato che solo l’orologeria di qualità assoluta, realizzata con vera maestria artigianale, è in grado di superare il proprio tempo per diventare immortale. L’altra sua visione da gigante era – per l’epoca e ancora oggi di una lungimiranza disarmante – la necessità che per riuscire a realizzare orologi al top serve a monte una filiera completa altrettanto al top.
PARMIGIANI E SANDOZ: UNIONE DI STORIE DI ECCELLENZA
Nel 1976, quando la cosiddetta “crisi del quarzo” stava devastando il panorama orologiero tradizionale (e quindi meccanico), Michel apre un laboratorio dedicato soprattutto al restauro di pezzi antichi importanti, compresi alcuni esemplari del Museo Patek Philippe. In poco tempo diventa uno dei numeri uno del segmento e negli anni Ottanta gli viene affidata la manutenzione della leggendaria collezione Maurice-Yves Sandoz. Quel cognome, Sandoz, fin dalla fine dell’Ottocento, è sinonimo di farmaceutica. E anche di una ricchezza inestimabile. La partnership tra Michel e la Fondazione della Famiglia Sandoz sfocia nella nascita del marchio che oggi conoscono bene tutti i veri appassionati: Parmigiani Fleurier. È il 1996 e la nuova realtà indipendente, fiore all’occhiello della Val-de-Travers, parte subito con risorse importantissime.
Con i modelli nuovi ci sono anche nuovi movimenti di manifattura di alta gamma super rifiniti (dai solo tempo, anche con tourbillon, ai super-complicati). Come, per esempio, il Cal. PF110 per lo Ionica Hebdomadaire e il Cal. PF333 per il Toric Quantième Perpétuel Rétrograde. Oppure la trilogia di Bugatti, che ha sbalordito il mondo, con i tre esemplari dall’incredibile movimento tridimensionale-longitudinale, ispirati alle suggestive supercar francesi, nate nel 1909 dal genio dell’italiano Ettore Bugatti. La serie è inaugurata nel 2004 dal Type 370 con il Cal. PF370. Poi è seguita dal Super Sport (Cal. PF372) nel 2010 e dal Type 390 (con il Cal. PF390) nel 2017.
Inoltre, insieme a tanti pezzi unici fantasmagorici, non si possono non citare il Tonda 42 Tourbillon del 2008, l’etereo ultra-piatto Tonda 1950 del 2010 (per celebrare i sessant’anni di Michel), l’Ovale Pantographe con lancette di ore e minuti telescopiche del 2011 e il GMT Rattrapante del 2022. Nel tempo il catalogo è stato poi razionalizzato e anche grazie al contributo del super-manager milanese Guido Terreni – CEO dal 2021, a Fleurier dal 2018, laurea in Bocconi, doppio passaporto italo-svizzero, vent’anni in Bulgari Horlogerie e la sua presidenza per otto anni e prima ancora una lunga esperienza manageriale nella multinazionale Danone – si consolidano due collezioni, che arrivano a noi in grande salute: Toric e Tonda.
TORIC E TONDA, CHE SPETTACOLO!
La collezione Tonda è quella declinata in più modelli (più o meno sportivi, dai solo tempo ai complicati senza dimenticare i riuscitissimi femminili con cassa di 36 mm di diametro). Con una novità di quest’anno, il Tonda PF Micro-Rotor con bracciale integrato alla cassa in acciaio, che per noi è uno dei più armoniosi dell’intero mercato (peraltro, vista la concorrenza, a un prezzo molto corretto: 23.500 franchi svizzeri). Mentre la linea Toric – con il Petite Seconde nelle versioni con cassa in platino o in oro rosa e il Chronographe Rattrapante in oro rosa (Limited di 30 esemplari) – è tutta nuova ed è davvero uno spettacolo di stile classico rivisitato per i nostri tempi. Con linee e finiture impeccabili, quadranti a “grana a mano” molto materici e, addirittura, movimenti realizzati in oro rosa 18 carati! Assolutamente tutti spettacolari!
VAUCHER: UNA FILIERA UNICA NEL SUO GENERE
Prima di fare due chiacchiere con Terreni, per avere il quadro completo della potenza – e della potenzialità – di PF, vale la pena tornare sull’importanza della filiera completa, costituita nel suo caso dalla controllata Vaucher Manufacture Fleurier. Con essa, come dicevamo nell’incipit, PF assurge a realtà unica nel panorama mondiale. Fin dai primi anni Duemila, attraverso la strategica acquisizione di aziende specializzate (Les Artisans Boîtiers, Atokalpa, Elwin e Quadrance et Habillage), PF, in breve tempo, riesce a creare un colossale polo orologiero integrato che non solo è in grado di soddisfare tutte le esigenze produttive della casa madre (dalla componentistica dei movimenti, spirali comprese, a casse, quadranti, eccetera), ma che nell’ambito del “conto-terzismo” soddisfa le esigenze di una cinquantina di altri marchi orologieri (sì, avete capito bene: una cinquantina!), in gran parte della categoria premium! Compresa la ormai storica e riconosciuta partnership con Richard Mille, con Vaucher che come si sa è un suo fornitore consolidato.
ECCOCI ALL’INTERVISTA CON GUIDO TERRENI
Guido ti conosciamo come un grande esperto di prodotto e, in generale, da italiano buongustaio, anche come un raffinatissimo appassionato di stile. Quanto di questi due aspetti hai trasmesso in Parmigiani Fleurier?
Questi due aspetti li reputo fondamentali, insieme a un altro: il vero senso del lusso. Ho impiegato dieci anni di carriera per poter dire a me stesso di saperne di orologeria. Ancora di più per lo stile, che oltre a essere innato, va educato di continuo. Inoltre ci va aggiunto il concetto più profondo di lusso, che deve riuscire a emozionare. PF questi aspetti li ha innati attraverso la visione originaria di Michel Parmigiani. E noi li portiamo avanti nell’idea che un nostro orologio debba riuscire a esprimere una visione totalizzante di savoir faire tecnico, con finiture superiori; contemporaneamente, però, dev’essere anche un accessorio di stile, un complemento sapientemente contestualizzato con la personalità di chi lo indossa. Questi, per noi, sono i veri contenuti dell’orologeria di lusso.
Puoi raccontarci come vedi PF dalla tua posizione di comando?
Nel mondo dell’orologeria, nella sua storia plurisecolare, PF, con i suoi trent’anni di attività, è un marchio giovane, che da subito, grazie al talento di Michel, è riuscito a costruirsi una immagine prestigiosa. Per esempio, la cassa rettangolare del Kalpa Hebdomadaire in quegli anni ha lasciato il segno. Michel è una leggenda, è il maestro del restauro, ed è stato capace di trasportare i suoi contenuti di valore nell’alta gamma tradizionale. Poi, con l’onestà intellettuale che mi contraddistingue, devo ammettere che il marchio in maniera fisiologica ha perso smalto. In termini di giro d’affari il 2020 è stato il peggiore anno della nostra storia. Abbiamo compreso gli errori fatti, siamo tornati ai valori originali, con chiaro in testa i tre aspetti che ho elencato nella domanda precedente e nel giro di poco tempo siamo ripartiti alla grande. Nel 2022 alcuni nostri modelli, come il GMT Rattrapante, erano soggetti alla lista d’attesa e il 2023 è risultato il nostro migliore anno di sempre. Oggi possiamo dire di conoscere perfettamente la dimensione della marca, il suo potenziale importante, controllando la crescita organica, naturale, non spinta.
Come nasce la nuova collezione Toric?
In generale ci sono momenti storici molto creativi, come gli anni Trenta, che ci hanno lasciato prodotti immortali, come il Santos, il Reverso e il Calatrava, o come gli anni Settanta, con il Royal Oak e il Nautilus. Negli anni Duemila la grande orologeria ha smesso di creare. Dobbiamo riprendere a farlo. Per noi il prodotto è al centro della marca; come il cliente, che rappresenta il suo anello di congiunzione. Con la nuova collezione Toric, mantenendo i canoni filosofici di PF, abbiamo voluto ridefinire il concetto di orologio classico, che come accessorio di stile, sappia sposarsi con i codici in evoluzione della raffinatezza maschile. Dove l’artigianalità senza tempo incontra un approccio libero e disinvolto al vestire, in grado di gestire il ritmo e la versatilità della vita moderna. La qualità tecnica del movimento e delle finiture sono ineccepibili e l’estetica si rivolge a un classicismo sfumato, perfetto per le t-shirt di Brunello Cucinelli e i mocassini di Loro Piana. La collezione Toric, che ha contenuti pazzeschi, come il quadrante lavorato a ‘granata’ e i movimenti, incredibilmente rifiniti, realizzati in oro rosa 18 carati, ha un solo difetto: non è fotogenica! Nell’orologeria contemporanea esistono tanti prodotti fotogenici che quando li vedi dal vivo ti deludono e poi ci sono i modelli che quando li vedi dal vivo e li indossi ne comprendi il vero valore e scatta il colpo di fulmine. I Toric appartengono a quest’ultima categoria.
Puoi descriverci chi è l’appassionato di orologi che indossa PF?
La marca vive al polso del cliente. E il nostro cliente è come noi: pieno di contenuti. Conosce il marchio e i suoi prodotti. È colto e ama le finiture di pregio. Di sicuro non è edonista, ossia non è un cliente che sceglie per moda. Il nostro è un cliente discreto. È un appassionato che non ha bisogno di ostentare. In questo senso siamo fortunati: i nostri clienti rappresentano l’apice della piramide dell’orologeria d’alta gamma. Statisticamente quindi non abbiamo una clientela per nazioni, ma per valori. Essere clienti di PF è una questione di educazione.”
In conclusione, quanto è importante per PF avere al suo fianco Vaucher Manufacture Fleurier?
Di VMF hai già detto tutto tu. Aggiungo un ulteriore aspetto sostanziale: Vaucher è utile a PF perché servire marchi esigenti ci spinge costantemente all’eccellenza assoluta!
By Michele Mengoli