Seiko diver: una storia di mare, passione e performance
17 Luglio 2024Quello tra Seiko e le immersioni è un legame talmente forte da aver lasciato una traccia profonda nella storia dell’intera orologeria subacquea. Un rapporto così stretto che solo pochissimi altri marchi possono vantare e che si è nutrito, nel corso dei decenni, di referenze passate alla storia tanto per il loro design quanto per i nickname da essi ispirati, frutto della fantasia dei tanti appassionati di Seiko. Un design che all’inizio fu talmente pulito e lineare che, se chiedete a qualcuno che non ha familiarità con gli orologi subacquei di disegnarvene uno, probabilmente riprodurrà – con una somiglianza incredibile – il 62MAS: il primo diver di Seiko.
Quanto sia stato importante quel diver per lo sviluppo degli orologi subacquei, non solo del marchio giapponese, è ormai storia. Gran parte di ciò che è venuto dopo è stato semplicemente una variazione sul tema di quel segnatempo, il cui nome ufficiale era 62 Seikomatic Calendar Diver’s Watch. Probabilmente la definizione di 62MAS deriva dalle prime due cifre del numero di referenza (6217-8000) e dal termine “autoMAtic Selfdater”.
TARO TANAKA E LA “GRAMMATICA DEL DESIGN”
Il 62MAS fu commissionato dalla Japanese Antarctic Research Expedition a Seiko per la propria ottava spedizione in Antartide. La richiesta arrivò in un momento in cui il marchio era impegnato nello sviluppo di dispositivi di misurazione elettronica per le Olimpiadi di Tokyo del 1964 e il compito fu affidato al responsabile dello sviluppo di Seiko in quegli anni, Taro Tanaka.
Entrato in azienda nel 1959, appena laureato in design, fu il primo designer con una formazione specifica a essere assunto dal marchio. Tanaka si distinse per un approccio olistico all’orologio, con un’idea di design che avrebbe dovuto andare oltre i quadranti e interessare l’intero processo creativo. L’obiettivo era quello di far risaltare e rendere immediatamente riconoscibili gli orologi di Seiko rispetto a quelli della concorrenza, principalmente svizzera.
Prendendo ispirazione dall’arte del taglio delle gemme, Tanaka sviluppò la filosofia del design degli orologi dando vita, nel 1962, alla cosiddetta Grammatica del design, basata su un’estetica strutturale costituita da rilievi chiari e netti su cui disporre alcune superfici che formano la cassa e il quadrante. Quattro sono i principi base di questa grammatica: le superfici e gli angoli di quadrante, cassa, indici e lancette devono essere piatti e geometricamente perfetti per riflettere la luce in modo ottimale; le lunette devono essere curve, sfaccettate, bidimensionali; casse e quadranti devono essere rifiniti a specchio, aprendo la strada all’impiego del metodo Zaratsu; non devono essere utilizzate casse genericamente tonde, ma si ricerca l’unicità per ciascuna cassa.
Un approccio olistico, appunto, nel quale la materia dell’orologio prende forma man mano che si plasma e prende vita dall’interazione tra luce e ombra.
IN PRINCIPIO FU IL 62MAS
A fronte di questo rivoluzionario approccio al design, il progetto originale del 62MAS fu realizzato in un mese e, dati i tempi molto stretti, entrò in produzione con la cassa non lucidata. Quella referenza, la 6217-8000, fu prodotta solo da aprile a maggio del 1965. È nota tra i collezionisti come “Small Crown”, per via delle dimensioni ridotte della corona di carica ed è, inutile dirlo, la più ricercata. La successiva serie 8001 avrebbe equipaggiato l’ottava spedizione antartica giapponese nel 1966; la sua corona di carica era più grande ed era molto più facile da maneggiare dai membri della spedizione che indossavano regolarmente i guanti. A proposito di corona, è interessante notare che il 62MAS è rimasto per decenni l’unico orologio subacqueo Seiko di livello professionale in cui era posizionata a ore 3.
In ogni caso, il modello stabilì, o rafforzò, una serie di elementi che sarebbero diventati pietre miliari del design degli orologi subacquei. L’originale aveva una cassa tonneau da 37 mm con anse squadrate ed era impermeabile fino a 150 metri. Presentava una lunetta bidirezionale per il calcolo dei tempi di immersione, anse con fori passanti, indici e lancette luminescenti facilmente leggibili. Inoltre, aveva una corona decisamente grande e non protetta ed era animato da un movimento automatico calibro 6217 da 18.000 alternanze/ora.
Pur essendo di grandi dimensioni per un orologio subacqueo, il design del 62MAS sarebbe diventato di ispirazione per i subacquei della sua generazione. A testimonianza della attualità di queste forme, lo scorso anno Seiko ha presentato la ref. SJE093J1, edizione limitata di 1.965 pezzi. Fedele all’originale in ogni dettaglio, ha i tratti moderni dell’orologeria Seiko contemporanea: vetro zaffiro box, 200 metri di impermeabilità, lancette e indici riempiti di Lumibrite per migliorare la leggibilità in condizioni di scarsa illuminazione.
SEIKO E LA NASCITA DEL TUNA
Con l’introduzione e il successo del 62MAS, Seiko continuò a ricercare e sviluppare una maggiore resistenza all’acqua nei suoi diver, culminando nell’introduzione, nel 1967, del primo modello professionale da 300 metri, il 6215-8000. Questo modello introdusse nella gamma il vetro Hardlex e una corona a vite, per garantire una maggiore impermeabilità, e divise la produzione dei subacquei Seiko in due livelli: gli orologi da 150 metri per le immersioni amatoriali e i modelli professionali di livello superiore. La storia di questi ultimi cambiò grazie a una lettera.
Nel 1969 o 1970 Seiko ricevette una lettera da Hiromi Oshima, subacqueo commerciale di Kure, nella prefettura di Hiroshima, in merito ad alcuni problemi che aveva riscontrato utilizzando i subacquei da 300 metri. Era un sommozzatore a saturazione e aveva scoperto che in ambienti ricchi di elio questo gas, insinuandosi nell’orologio, ne faceva saltare via il cristallo durante la decompressione. Inoltre, aveva riscontrato che gli orologi erano vulnerabili ai danni causati dagli urti contro le rocce sott’acqua.
Non molto tempo dopo la ricezione della lettera, alcuni rappresentanti di Seiko visitarono il luogo di lavoro di Oshima, una piattaforma petrolifera. Tatsuro Akabane, del team di progettazione della fabbrica di Suwa, e Taro Tanaka (ancora responsabile dello sviluppo di Seiko) parlarono con Oshima e con i suoi colleghi, arrivando a calarsi con una campana subacquea per sperimentare di persona le condizioni in quell’ambiente. Poco dopo, Tanaka e Ikuo Tokunaga, un ingegnere di Seiko, allestirono un gruppo di ricerca per affrontare il problema. Il risultato del loro lavoro, durato cinque anni, fu il rilascio di venti nuovi brevetti e la creazione del Professional Diver’s 600m 6159-7010.
Nacque così il primo orologio subacqueo Seiko impermeabile fino a 600 metri, nonché il primo diver in titanio al mondo. Aveva una speciale guarnizione a forma di L progettata per impedire all’elio di entrare nella cassa in condizioni di immersione in saturazione, evitando così di dover utilizzare una speciale valvola per la fuoriuscita dell’elio come nei diver degli altri marchi. La cassa monoblocco, che ricordava una scatoletta di tonno, avrebbe dato vita al suo soprannome, Tuna, che resiste ancora oggi. Insieme a essa, l’orologio introduceva elementi come la guarnizione a L, il cinturino a fisarmonica, le lancette a forma di freccia e una Lumibrite più performante.
SEIKO TURTLE SPB151J1 (200M)
Potremmo continuare con altri aneddoti e altre referenze storiche che hanno rinsaldato nei decenni l’unione tra Seiko e il mare, ma senza il 62MAS e senza il primo Tuna, difficilmente ci sarebbe stata buona parte degli orologi che conosciamo ora. Ecco perché abbiamo pensato di raccontare in breve alcune delle referenze più significative dei moderni diver di Seiko – compresi oggi nella collezione Prospex -, andando in rigoroso ordine di impermeabilità. E partendo proprio da una delle più belle “tartarughe” contemporanee.
Il Turtle SPB151J1 è la riedizione del modello conosciuto dagli appassionati come Apocalypse Now o Captain Willard. Ha infatti la cassa a forma di cuscino del mitico 6105-811X reso famoso da Martin Sheen nel suo ruolo di Captain Willard nel film di Francis Ford Coppola. L’orologio fu anche utilizzato dall’esploratore giapponese Naomi Uemura nelle sue missioni polari. La cassa misura 42,7 mm ed è più sottile del modello originale grazie al calibro automatico Seiko 6R35 da 70 ore di riserva di carica che lo anima. Vetro zaffiro e bracciale acciaio per questa versione con quadrante nero e ghiera nera.
SEIKO KING SUMO SPB323J1 (200M)
Un altro soprannome ormai entrato nell’uso comune per indicare alcuni diver Seiko è quello di Sumo. Il motivo del soprannome è presto spiegato, basta dare un’occhiata alla cassa grande, solida, che trasmette subito una sensazione di robustezza facilmente associabile a quella di un lottatore di sumo. Inoltre, la forma dell’indice sulla ghiera a ore 12 ricorda quella dell’acconciatura che caratterizza quei particolari atleti.
La referenza SPB323J1 è caratterizzata da una cassa in acciaio da 45 mm di diametro x 12,9 di spessore, rivestimento Super-Hard, vetro zaffiro con rivestimento interno antiriflesso, lunetta unidirezionale in acciaio con inserto in ceramica lucida nera, scala 60 minuti, corona e fondello a vite. Il quadrante è grigio sfumato con un micro-motivo a forma di onda, indici applicati e lancette riempite di Lumibrite. Il movimento è un calibro automatico Seiko 6R35, con riserva di carica 70 di ore.
SEIKO SAMURAI PADI SRPJ93K1 (200M)
Dici Giappone e pensi subito ai samurai, alle loro spade, armature, tradizioni. Associare un diver Seiko a questo mondo è una cosa naturale, specialmente se ha determinate caratteristiche come una cassa dalle forme affilate e decise, come se fossero state tagliate con una katana letale. Oltre a questo, l’estetica generale di questi orologi, pulita ed essenziale, evoca essa stessa lo spirito sobrio e la filosofia dei samurai.
Il diver professionale SRPJ93K1 PADI Special Edition “The Great Blue” è dotato del calibro 4R35, che offre una riserva di carica di 41 ore. Se la sua struttura è essenziale – cassa King Samurai in acciaio inossidabile con lunetta girevole unidirezionale e cinturino in silicone -, ciò che risalta è invece la collaborazione che lo caratterizza. È quella con PADI – ossia la “Professional Association Of Diving Instructors”, di cui parleremo più avanti – ben visibile dal logo dell’associazione a ore 6 e dalla scritta all’esterno del cinturino. Il motivo del quadrante riflette la superficie dell’Oceano vista da sotto l’acqua, con la luce del sole che scende e la superficie dell’acqua in movimento.
SEIKO MONSTER SRPG57K1 “SAVE THE OCEAN” (200M)
Oltre ai samurai, un altro aspetto che caratterizza la cultura giapponese è quello dei mostri, che non sono solo Godzilla. Ecco perché non poteva mancare il soprannome di Monster, dato a quei particolari diver Seiko le cui profonde scanalature nella lunetta richiamano alla mente le zanne di un mostro feroce, così come gli indici grandi ed evidenti fanno somigliare il design del quadrante alla bocca spalancata di una belva.
La referenza SRPG57K1 è un’edizione speciale “Save the Ocean” (anche a questo, come a PADI, accenneremo più avanti) ispirata alla protezione dei pinguini in Antartide, la cui presenza è suggerita dalle impronte delle zampe che decorano il quadrante. Questa versione da 42,4 mm è montata su un bracciale in acciaio ed è progettata per resistere alle condizioni estreme degli sport acquatici. Il quadrante blu polare è caratterizzato da grandi indici in Lumibrite che consentono di leggere l’ora in modo ottimale durante ogni esplorazione e in qualsiasi condizione di luce.
SEIKO SHOGUN SPB191J1 (200M)
Sempre al mondo dei samurai fa riferimento il soprannome di Shogun che gli appassionati hanno riservato ad alcune collezioni. La forma appuntita degli indici e quella della lunetta, così come l’estetica forte e metallizzata di questi orologi sono una reminiscenza delle armature degli shogun, i generali più alti in grado dell’antico esercito giapponese. Nel complesso, però, è forse stata l’impressione globale di forza e di temerarietà che questi orologi trasmettono a suggerire l’epiteto.
Il Seiko Shogun SPB191J1 ha una cassa importante da 43,5 mm in titanio con trattamento super-hard-coating e la lunetta girevole in titanio. Il vetro è zaffiro con trattamento antiriflesso e il cinturino è in silicone nero. Bello il bianco del quadrante, che spicca a contrasto con il colore della lunetta e del cinturino. È mosso anch’esso da calibro automatico 6R35 da 70 ore di riserva di carica. È interessante ricordare che lo Shogun fu lanciato nel 2008 inizialmente solo per il mercato giapponese e la sua distribuzione fu estesa successivamente al resto del mondo.
SEIKO DIVER SPB451J1 (300M)
Con la referenza SPB451J1 facciamo un salto di 100 metri ulteriori perché arriviamo a un diver Seiko impermeabile fino a 300 metri, o 30 bar. L’orologio, caratterizzato da un quadrante blu molto bello, è alimentato da uno dei più recenti movimenti sviluppati in-house dal brand, il calibro 6R55, con riserva di carica di 72 ore. È la prima volta che il questo movimento è inserito nella collezione Prospex. Il datario è stato spostato da ore 3 a ore 4:30 per avere un design più simmetrico e per lasciare più spazio alla Lumibrite.
La cassa in acciaio ha un diametro contenuto di 40 mm e uno spessore di 13, per garantire l’affidabilità, la sicurezza e la facilità d’uso richieste a un orologio subacqueo Seiko. La lunetta è in acciaio con inserto in alluminio, con indici e numeri arabi incisi al laser per evitare l’usura dovuta a lunghi periodi di utilizzo. Grazie a un nuovo bracciale con maglie più corte e con una fibbia di dimensioni più contenute, l’orologio si adatta facilmente a polsi di diverse dimensioni.
SEIKO TUNA SLA041J1 (1.000M)
Eccolo qui il diver Seiko più estremo, con una impermeabilità pari a 1.000 metri o 100 bar. Lanciato nel 2020 in edizione limitata per celebrare i 55 anni dall’ingresso del marchio giapponese nel segmento degli orologi subacquei, questo segnatempo è in un certo senso anche una sorta di edizione commemorativa del primo diver da saturazione di Seiko, il Tuna del 1975 di cui abbiamo scritto sopra.
Come di consueto per gli orologi subacquei Seiko da saturazione, non c’è una valvola di uscita per l’elio, ma si è scelto di risolvere il problema l’uso di una guarnizione a forma di L e di un vetro e una cassa ultraresistenti. La cassa è importante: 52,4 mm di diametro per 17,2 di spessore. Tuttavia, è stata pensata proprio per apparire massiccia, super resistente e ultra robusta per l’uso a cui è destinata. L’orologio ha una resistenza magnetica di 40.000 A/m (circa 500 Gauss) e un quadrante realizzato in un unico pezzo d’acciaio. Il layout del quadrante è tipico di un orologio subacqueo, molto semplice e ben leggibile, con indici molto grandi e una cornice di metallo lucido riempita da un’enorme quantità di Lumibrite. Il calibro è l’8L35, meccanicamente identico al 9S55 ma con un livello di decorazione inferiore (il fondello dell’orologio è chiuso).
L’IMPEGNO DI SEIKO A TUTELA DEGLI OCEANI E DELL’AMBIENTE
Un così forte legame con il mondo del mare e con le immersioni non poteva non contemplare delle azioni a difesa di quello che è uno degli ecosistemi più fragili e minacciati del mondo: gli oceani. Dal 2016, Seiko Prospex sostiene diverse attività volte alla conservazione della flora e fauna marina attraverso il programma “Save the Ocean” all’interno del quale si inserisce la collaborazione con PADI, la più grande rete subacquea del mondo e leader nella formazione subacquea. Grazie a questa partnership, numerosi orologi subacquei Seiko hanno il logo PADI sui quadranti.
Fondata nel 1966, PADI ha una rete globale di oltre 6.600 centri e località di immersione, più di 128.000 membri professionisti e rilascia oltre 1 milione di certificazioni all’anno. All’interno dell’iniziativa Save the Ocean, Seiko collabora con PADI con l’obiettivo di ridurre i detriti marini grazie all’aiuto dei subacquei di tutto il mondo. Si stima che più di 250 milioni di tonnellate di plastica finiranno nei nostri oceani entro il 2025, con un danno ambientale stimato in 13 miliardi di dollari all’anno.
Al centro del programma PADI AWARE Foundation Marine Debris c’è l’iniziativa di pulizia nota come Dive Against Debris, “immersione contro i detriti”. Prendendovi parte, i subacquei possono agire direttamente per l’oceano, raccogliendo dati critici da ogni immersione che possono essere utilizzati dai ricercatori marini e per le iniziative di conservazione. Grazie alla creazione di referenze in collaborazione con PADI, Seiko promuovere la partnership e trasforma in azione concreta quella che è una storia di passione lunga quasi 60 anni.
Inoltre, in linea con la missione di Prospex di proteggere gli oceani per le generazioni future, l’impegno di Seiko per la salvaguardia delle risorse marine non si limita alla conservazione ambientale. Dal 2015 il brand sostiene tra gli altri il Fournoi Underwater Survey and Excavation Project in Grecia, che mira a preservare il patrimonio culturale attraverso il rilevamento e lo scavo delle navi affondate nel IV secolo al largo dell’isola greca di Fournoi. Attraverso questa iniziativa, il team del progetto mira a raccogliere informazioni sul sistema commerciale marittimo del Mediterraneo di quel periodo.
Ma l’impegno di Seiko e l’eredità di Seiko Prospex vanno oltre la salvaguardia degli oceani. Infatti, il desiderio del marchio di dare il proprio contributo alla ricerca ambientale e alla protezione delle risorse naturali lo ha portato fino ai confini della Terra, letteralmente. Negli anni ’60, la Japanese Antarctic Research Expedition scelse di utilizzare gli orologi subacquei e le apparecchiature di cronometraggio Seiko. Nel 2022, Seiko ha rinnovato questa tradizione donando gli orologi subacquei Prospex ai membri della 64esima spedizione di ricerca antartica giapponese che li avevano utilizzati in questa missione volta ad esplorare i cambiamenti ambientali in Antartide.
Gli sforzi di Seiko per la sostenibilità si estendono anche alla riduzione delle emissioni di carbonio e all’adozione di pratiche sostenibili nei processi di produzione. Le sedi Seiko in tutto il mondo sono coinvolte in una serie di attività di sostegno alle comunità, dalla piantumazione di alberi in India alla pulizia delle spiagge negli Stati Uniti, nei Paesi Bassi, in Italia e in Germania. In Australia, l’azienda gestisce programmi incentrati sulla biodiversità, mentre in Thailandia Seiko si adopera per la conservazione dell’oceano e delle foreste di mangrovie.
By Davide Passoni