Classique Chronométrie 7727: l'alta frequenza secondo Breguet
20 Maggio 2024C’è una collezione, nella raffinata offerta di Breguet, che da sempre è associata a eleganza, tradizione e orologeria d’eccellenza. Parliamo della collezione Classique, all’interno della quale ci sono pezzi di intramontabile fascino. Sono referenze che tengono pienamente fede alla vocazione della linea cui appartengono: orologi che uniscono la classicità alla tradizione e alla meccanica sopraffina.
Tra essi occupa un posto di primo piano il Breguet Classique Chronométrie 7727, uno dei segnatempo più eleganti della collezione; associa una complessità tecnica elevata a un aspetto pulito e leggibile, che nasconde sotto finiture d’eccellenza un capolavoro di meccanica sviluppato dagli orologiai di Breguet.
BREGUET E L’ALTA FREQUENZA
La storia del Breguet Classique Chronométrie 7727 parte da lontano e porta in sé ben riconoscibili tutti i tratti estetici e tecnici degli orologi del marchio. Una storia che da Abraham-Louis Breguet arriva dritta fino a Basilea; è lì che nel 2012 la maison ha portato per la prima volta il Classique Chronométrie 7727 e ha svelato le proprie capacità tecniche dotando per la prima volta un orologio non cronografo di un movimento ad alta frequenza. Anzi, ad altissima frequenza, perché il calibro manuale 574DR che lavora all’interno dell’orologio oscilla a 10 Hz, vale a dire 72.000 alternanze/ora. Proprio qui, nel cuore meccanico del Classique Chronométrie 7727, si manifesta l’avanguardia di un marchio con quasi 250 anni di storia.
Nella maggior parte degli sviluppi tecnici sui movimenti, l’obiettivo principale degli orologiai è quello di migliorare costantemente la precisione. In questo senso, un risultato fondamentale è stato raggiunto da Breguet nel 2010, quando ha depositato il brevetto relativo al pivot magnetico, grazie al quale ha sfruttato gli effetti del magnetismo per il miglioramento della precisione e dell’affidabilità degli orologi.
Il primo esempio di orologio Breguet con calibro a 10 Hz è stato presentato dal brand proprio nel 2010. Era il Type XXII, versione aggiornata del Type XX, nel quale l’aumento della frequenza dell’oscillatore aveva portato anche un miglioramento concreto nel funzionamento del cronografo. Il modo in cui la lancetta dei secondi si muoveva era diverso: effettuava una rotazione completa in 30 secondi, in modo che lo scatto e la lettura del cronografo fossero doppiamente accurati.
L’INVENZIONE DEL PIVOT MAGNETICO
Ma come funziona, nel concreto, il pivot magnetico? Grazie a esso, Breguet controlla e padroneggia gli effetti negativi del magnetismo in un orologio meccanico, in modo da perfezionare la rotazione e la stabilità dell’asse del bilanciere. Il sistema è composto da due controperni che contengono una micro-calamita molto potente – nell’ordine di circa 1,3 Tesla – a ciascuna estremità dell’asse del bilanciere. Così, questo sistema risulta dinamicamente stabile e si corregge da sé.
La differenza di forza magnetica tra le due calamite dà vita a un gradiente di campo magnetico e il flusso magnetico generato all’interno dell’asse del bilanciere crea a sua volta una forza d’attrazione che mantiene l’estremità dell’asse in contatto permanente con il controperno. In questo modo, l’asse non percepisce più le differenze di posizione dell’orologio e le condizioni di rotazione sono sempre identiche. L’asse risulta dunque insensibile alla gravità, più stabile e più resistente agli urti.
Il risultato in termini di precisione è che il Classique Chronométrie 7727 ha uno scarto medio di -1/+3 secondi al giorno, migliore di quello previsto dalle norme COSC, -4/+6 secondi. La riserva di marcia è di 60 ore, nonostante l’alta frequenza del calibro. Per arrivare a simili livelli, questa tecnologia ha necessitato di sei brevetti depositati da Breguet.
Oltre a questi dettagli di alta tecnologia, l’orologio beneficia anche della particolare perizia di Breguet nell’uso del silicio per le componenti più soggette ai rischi di magnetizzazione. Il Classique Chronométrie 7727 è infatti dotato di una doppia spirale, di un’àncora e di una ruota di scappamento in silicio create appositamente per il suo movimento, che contribuiscono anch’esse a ottenere una precisione ottimale.
PURA ESTETICA BREGUET
L’estetica del Breguet Classique Chronométrie 7727 è tutto quello che ci si può e ci si deve aspettare da un orologio di questa maison. A partire dalla cassa, che con i suoi 41 mm ha proporzioni ideali per un polso che cerca l’eleganza. È realizzata in oro rosa o oro bianco ed è caratterizzata dalle classiche anse saldate e molto allungate, che rendono questa referenza particolarmente adatta a polsi di misure importanti.
Il lato cassa presenta la lavorazione zigrinata tipica delle casse Breguet, cosiddetta a moneta, e contrasta con il lucido delle anse e della lunetta. Sempre che quest’ultima si possa definire tale, dal momento che è talmente sottile da scomparire quasi, per lasciare il quadrante il più ampio e visibile possibile. Proprio per questo, al polso, l’orologio sembra di dimensioni maggiori rispetto ai suoi pur contenuti 41 mm.
Il quadrante ha la classica firma estetica di Breguet, con il giro delle ore e dei minuti leggermente decentrato a sinistra. Il contatore dei piccoli secondi si trova a ore 12 mentre l’indicatore della riserva di carica, con la classica forma a ventaglio e la lancetta allungata, è posizionato a ore 5. L’armonia del quadrante è bilanciata da due dettagli interessanti, che si trovano rispettivamente a ore 1 e a ore 2: un indicatore del decimo di secondo e il cosiddetto paracadute.
Il primo traduce visivamente il gran lavoro del movimento e dei suoi 10 Hz, il cui richiamo si trova anche nella scritta a ore 9, al di sotto del logo Breguet. La sua piccola lancetta è realizzata in silicio, è molto sottile, leggermente scheletrata e brevettata. Le scelte del materiale e della speciale forma hanno una ragione meccanica: servono infatti a non alterare la corretta marcia dell’oscillatore, estremamente delicato, grazie a una minore inerzia. Il secondo ricorda l’invenzione di Abraham-Louis Breguet del 1790.
BREVE STORIA DEL PARACADUTE
Si tratta di un sistema di protezione antiurto ed è una delle più famose invenzioni di Breguet. Egli osservò che, in caso di urto, i perni del bilanciere erano la parte forse più vulnerabile del movimento perché molto sottili. Decise così di dare loro una forma a cono e di fissarli con cuscinetti della stessa forma, montati su una molla. Fatte le prime prove, l’invenzione parve funzionare così bene che, a partire dal 1792, gli orologi “perpetui” di Breguet integrarono il nuovo sistema, che passò poi su tutti i segnatempo. La sua versione definitiva fu presentata all’Esposizione nazionale del 1806.
Intorno a questo che, nei fatti, è il primo esempio di sistema antiurto in orologeria, c’è anche una leggenda. Si racconta infatti che Abraham-Louis fu sfidato a dimostrare la bontà della sua invenzione dal ministro degli Esteri francese dell’epoca, il celebre Maurice de Talleyrand. Dopo aver lasciato cadere a terra il proprio orologio, Breguet chiese a una delle persone che avevano assistito alla “sfida” di raccogliere l’orologio e di farlo passare nelle mani degli altri astanti: ciascuno comprovò che il segnatempo funzionava ancora alla perfezione.
LE LAVORAZIONI DELLA MAISON BREGUET
Ogni dettaglio estetico del quadrante conferma immancabilmente che siamo di fronte a una creazione firmata Breguet. Il quadrante è rifinito a mano e ospita sei diverse lavorazioni: vagues de Genève per la parte centrale, clous de Paris per il contatore dei secondi, guillochage soleil per il contatore dei decimi di secondo e guillochage en chevrons per il “ventaglio” della riserva di carica. Inoltre, il giro delle ore presenta il motivo a guillochage liseré, mentre il bordo esterno è decorato con grains d’orge.
Le lancette azzurrate Breguet sono le classiche a pomme évidée, in acciaio levigato, mentre la firma segreta a ore 10:30 e a ore 1:30 completa gli elementi identificativi dell’orologio. Dettaglio non banale è l’impermeabilità della cassa, garantita fino a 3 bar; un valore che ci si aspetta da una referenza elegante come questa, oltretutto con il fondello in vetro zaffiro. La versione con cassa in oro rosa ha un cinturino in pelle marrone, nero su quella in oro bianco. Quest’ultima è più cara: 52.200 euro contro i 51.700 euro della referenza in oro rosa.
Un orologio che affascina, per la sua duplice natura. Da un lato, la tradizione dell’estetica e delle lavorazioni artigianali, dall’altro la tecnologia avanzatissima delle soluzioni impiegate all’interno del suo calibro. Una convivenza di antico e moderno che forse solo un marchio è in grado di garantire nel panorama dell’orologeria contemporanea.
By Davide Passoni