Giulio Papi e l'Universelle #RD4 di Audemars Piguet al VO Vintage
5 Febbraio 2024Vicenzaoro e il suo gioiellino VO Vintage hanno inaugurato il nuovo anno con il botto. Per quanto riguarda la manifestazione principale, “Vicenzaoro January 2024 – The Jewellery Boutique Show” (è questo il nome ufficiale di uno dei più grandi show mondiali del settore orafo e gioielliero a firma della quotata IEG – Italian Exhibition Group), non poteva essere altrimenti, visto che quest’anno si festeggiava in pompa magna il 70esimo anniversario. E difatti è stata una edizione da record su tutti i fronti, partendo dall’affluenza per arrivare agli espositori. Ma anche il “salotto” del VO Vintage non è stato da meno come espositori – sia di orologi che di gioielli d’epoca – e come appuntamento tra appassionati.
IL TALK DI WATCH INSANITY CON GIULIO PAPI
La particolarità dello show vicentino in merito alle lancette è quella di essere diventata da tempo il punto di incontro della comunità di appassionati in Italia tra media specializzati, influencer a vario titolo, collezionisti e aficionados del nostro meraviglioso settore in arrivo da tutto il mondo. E con i vari talk – tutti anche in diretta streaming e rivedibili sul canale Youtube di VO Vintage – che rappresentano un vero e proprio spettacolo in chiave divulgativa.
In questo senso è stato significativo il ritorno a Vicenza dell’amico Giulio Papi, leggendario maestro orologiaio (dal passaporto orgogliosamente italiano) da decenni direttore tecnico di Audemars Piguet, nel talk organizzato dalla nostra testata e con la piacevole partecipazione di un altro amico di lunga data, Enrico Zazzali, editore di Revolution Italia.
Giulio Papi, dopo la sua prima apparizione a Vicenzaoro nell’edizione di settembre 2021, è tornato per raccontare tutti i segreti della sua ultima funambolica creatura, il Code 11.59 by Audemars Piguet Ultra-Complication Universelle RD#4, che ha stravinto a furor di giurati il Grand Prix di Ginevra 2023, nella categoria più prestigiosa: l’“Aiguille d’Or”. E nei segreti c’era anche un interessantissimo resoconto sui suoi capolavori del passato che passo dopo passo lo hanno portato a immaginare e realizzare la sua ultima meraviglia. Di conseguenza, prima di parlare dell’Universelle, facciamo un passo indietro e riepiloghiamo in estrema sintesi le tappe principali di una carriera davvero irripetibile.
UNA VITA “COMPLICATISSIMA”
Giulio, fin da ragazzo, è un super appassionato di motori e micromeccanica e nel 1984 riesce a farsi assumere in Audemars Piguet grazie alla scheletratura di un movimento eseguita per divertimento. A Les Brassus però capisce subito che il percorso del giovane maestro orologiaio in una realtà tanto importante (e tradizionale) deve essere costellato di grande pazienza, perché prima di mettere mano alle sue amate complicazioni dovrà passare molto tempo a causa delle inflessibili gerarchie aziendali. Allora nel 1986, insieme all’amico Dominique Renaud, decide di fondare la Renaud & Papi. E qui brucia le tappe. Prima con il modulo della ripetizioni minuti per la Grande Complication di IWC (utilizzato anche da altri marchi come Lemania e dalla stessa Audemars Piguet), poi con il Tourbillon Imperiale per Frank Muller.
Audemars Piguet, però, è indissolubilmente nel suo destino. Tant’è che nel 1992 acquisisce le quote di maggioranza della Renaud & Papi. Con Giulio che finalmente può dedicarsi in modo esclusivo alla creazione di movimenti incredibili. Per capire la sua ossessione, basti dire che è lui stesso a sviluppare un programma CAD per lo sviluppo dei nuovi calibri perché all’epoca non esiste nulla di simile. Così arrivano il Tourbillon “Pour le Mérite” di A. Lange & Söhne nel 1994 e l’epocale partnership con Richard Mille fin dagli inizi con l’RM001 (e tutti i suoi pezzi haute de gamme a seguire), per uno dei più grandi fenomeni – anche commerciali – della storia dell’orologeria. Per concludere queste poche righe sulla sua storia, va almeno detto che gran parte dei grandi indipendenti odierni (una manciata di nomi tra i tanti: Robert Greubel e Stephen Forsey, Andreas Strehler, i fratelli Grönefeld, Peter Speake Marin e Christophe Claret) hanno lavorato nella sua manifattura a Le Locle. E sono ben di più i marchi che hanno goduto dei suoi servizi e in gran parte sono protetti dal segreto industriale.
TUTTO SULL’UNIVERSELLE RD#4: L’ULTRA COMPLICATO DI AUDEMARS PIGUET
Parlando di numeri, c’è un ulteriore dato davvero incredibile. Giulio, per Audemars Piguet, ha sviluppato più di 145 complicazioni. Tra queste l’ultima – appunto l’RD4 – è la più importante di tutte perché non solo risulta essere l’orologio da polso più complicato mai realizzato dalla leggendaria manifattura svizzera, ma perché è la somma ragionata – da Giulio – di tutte le precedenti. Le versioni sono quattro versioni, di cui due scheletrate. Per un prezzo che supera il milione e mezzo di euro (tasse escluse) e che non ha impedito il “sold out” immediato!
Ma se la storia di Giulio è legata alle complicazioni, è anche vero che ha sempre cercato di renderle semplici: sia nella visualizzazione delle varie funzioni e sia nel loro utilizzo, che deve risultare il più ergonomico possibile. Ed ecco che i sette anni di ricerca e sviluppo per arrivare all’Universelle hanno seguito un motto inequivocabile: “Simplicity is The Ultimate Sophistication”.
E ancora i numeri rappresentano l’eccezionalità dell’Universelle. Il calibro automatico conta 1.100 componenti per 40 funzioni e 23 complicazioni! Tra cui grande e piccola suoneria, supersonnerie, ripetizione minuti, calendario perpetuo, crono rattrapante e tourbillon volante. Con una dimensione dell’orologio che ha dell’inimmaginabile: soltanto 42 mm di diametro per 15 mm di spessore, che già sarebbero eccellenti per un “semplice” cronografo automatico, figurarsi per un ultra complicato con più di mille componenti al suo interno.
L’eccezionalità dell’orologio è definita da altri dettagli sempre rivolti alla semplicità di utilizzo. Per esempio, ad azionare il movimento bastano tre pulsanti e tre corone con pulsanti coassiali, che consentono la correzione del mese del calendario perpetuo in avanti e all’indietro (aspetto, come sapete, piuttosto raro nella specifica complicazione) e la sostituzione della consueta slitta per l’avvio della ripetizione minuti con un ben più ergonomico pulsante.
L’orologio è anche resistente all’acqua e agli urti e si avvale inoltre di uno dei migliori suoni nella categoria delle suonerie, con la sua tavola armonica e il doppio fondello che diffondono il suono ben oltre la distanza di 35 centimetri immaginata da Giulio nel progetto iniziale.
In sintesi, l’Universelle è l’ultra complicato più adatto al mondo per l’uso quotidiano ma che si proietta nell’eternità della storia dell’orologeria con la semplicità tanto cara al suo creatore. Complimenti a Giulio Papi!
By Michele Mengoli