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22 novembre 2024

Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey: la rivoluzione dei materiali

Quando si tratta di spingere sulla ricerca, Omega non si tira certo indietro. Il marchio ha infatti una storia, non solo recente, fatta di importanti sperimentazioni, specialmente nell’ambito dei nuovi materiali. Sperimentazioni che interessano tutte le parti dell’orologio, dalla cassa al quadrante fino al movimento e alle sue parti. Il recente Seamaster Planet Ocean Dark Grey è un esempio di questa vocazione alla ricerca di Omega.

Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey

Già lo scorso gennaio il brand di Bienne aveva inaugurato il 2023 con una importante novità tecnica. Si trattava di una spirale del bilanciere che consentiva regolazioni finissime della marcia dell’orologio grazie alla nuova tecnologia Spirate in fase di brevetto. Un sistema che consentiva all’orologio di raggiungere la precisione certificata di 0/+2 secondi al giorno. Una soluzione che ha portato a re-ingegnerizzare completamente la spirale del bilanciere in silicio per consentire agli orologiai di Omega di agire sulla rigidità del suo punto di fissaggio, intervenendo su un meccanismo eccentrico di regolazione posto sul ponte del bilanciere. 

Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey
Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey

In quel caso l’innovazione era nel cuore stesso del movimento, ma Omega si distinguere anche e soprattutto per la ricerca sui materiali delle casse. Tralasciando per dovere di sintesi il dettaglio sulle tante leghe d’oro brevettate (Sedna, Moonshine, Canopus, per capirsi), ricordiamo che da anni il brand impiega la ceramica per le casse e per i quadranti. Proprio di ceramica parliamo per il nuovo Seamaster Planet Ocean Dark Grey, ma di una ceramica speciale.

IL NITRURO DI SILICIO

Si tratta di ceramica in nitruro di silicio, una prima per Omega. Per chi non è avvezzo alla chimica, alle formule e ai bilanciamenti, diamo qualche cenno su questo materiale. È composto da silicio e azoto (la sua formula chimica è Si3N4) e per quello che interessa a noi, ossia il suo impiego in orologeria, ha delle caratteristiche molto interessanti.

Intanto è chimicamente inerte, molto resistente all’ossidazione, resistente agli shock termici e all’usura. Poi, dettaglio non trascurabile, ha una bassa densità e risulta quindi molto leggero: per capirsi, è il 60% più leggero dell’acciaio e il doppio della ceramica a base di ossido di zirconio, che Omega utilizza in alcuni Seamaster. Inoltre, è estremamente duro. Il valore della sua durezza è 8,5 sulla scala di Mohs, al vertice della quale c’è il diamante che ha valore 10. 

Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey

Non a caso, quindi, il nitruro di silicio si utilizza per produrre Componenti per l’automotive ad alta resistenza, tubi, condutture, raccordi e componenti per trasmissione di segnale elettrico e in diverse applicazioni dell’industria aerospaziale. Omega ha deciso di introdurla in orologeria e per farlo ha scelto la collezione Seamaster, da sempre vocata alla sperimentazione e pensata fin dalla sua nascita per essere una linea destinata a spingersi oltre le frontiere dell’esplorazione. Sia quelle geografiche, sia quelle dei materiali, come testimoniano orologi quali l’Aqua Terra Ultralight in gamma titanio o il Planet Ocean Ultra Deep in O-Mega Steel. Ora, dopo il titanio e l’acciaio speciali, tocca alla ceramica della cassa del Seamaster Planet Ocean Dark Grey.

MIX DI MATERIALI PER OMEGA

L’orologio deve il suo nome proprio al caratteristico colore della ceramica e ha tutti i tratti caratteristici della linea Planet Ocean. La cassa ha il diametro importante di 45,5 mm, uno spessore che si percepisce bene al polso (17,4 mm) ed è impermeabile fino a 60 bar. La sua struttura tripartita, che caratterizza la collezione Seamaster, è completata dalle anse integrate, molto corte, che in combinazione con il cinturino puntano a migliorare il più possibile la vestibilità dell’orologio.

Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey

Se la struttura della cassa è quella classica, non significa però che Omega vi abbia dedicato poca attenzione, anzi… Le sue varie parti si caratterizzano infatti per una commistione di materiali il cui utilizzo ha sempre come obiettivo la leggerezza dell’orologio nel suo insieme. Alla carrure in nitruro di silicio si abbinano il fondello e l’inserto della ghiera nello stesso materiale, oltre a una serie di elementi in titanio grado 5: la lunetta girevole unidirezionale, la corona e la valvola di rilascio dell’elio. Il vetro zaffiro sul fondello e sul quadrante abbinano anch’essi leggerezza e resistenza. Tutto questo fa sì che il nuovo Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey pesi poco più di un etto, 107 grammi, compreso il movimento.

UN GMT AVANZATO

Alla leggerezza contribuisce anche il quadrante, pure lui in titanio grado 5. Oltre al colore tenebroso, ciò che lo distingue è la delicata finitura sabbiata che ne aumenta la preziosità estetica. Gli indici sono applicati, di dimensioni generose come si conviene a un orologio subacqueo professionale; hanno il contorno color antracite e la parte interna generosamente ricoperta di materiale luminescente. Lo stesso materiale ricopre le punte e le parti interne delle lancette di ore e minuti e le punte delle lancette dei secondi centrali e dell’indicazione GMT.

Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey

Questo orologio, infatti, ha anche la funzione GMT, ben segnalata dalla scritta applicata in arancione sotto al logo, a ore 12, e completata dall’indicazione delle 24 ore sul rehaut interno al quadrante. Un dettaglio di sportività è dato dai tocchi arancioni del quadrante: le scritte “Seamaster” e “GMT” a ore 12, l’indicazione dell’impermeabilità a ore 6 (600 m / 2000 ft) e le punte delle lancette dei secondi e GMT.

Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey
Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey

Ai 107 grammi di peso dell’Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey contribuisce anche il cinturino. È in caucciù strutturato nero e grigio, con impunture bianche a contrasto e una fibbia pieghevole in titanio grado 5 con una interessante finitura satinata. Lavorazione non banale per una parte così piccola e all’apparenza secondaria dell’orologio, per di più in un metallo per nulla facile da rifinire: segnale ulteriore della cura messa da Omega in questo segnatempo.

IL CALIBRO, LA FIRMA DI OMEGA

Il movimento dell’orologio è il calibro Omega Co-Axial Master Chronometer 8906. Si tratta della versione con funzione GMT dell’8900, che è stato il primo movimento della maison di Bienne a ricevere la certificazione di cronometro dal METAS, l’istituto svizzero di metrologia. Ha lo scappamento Co-Axial, due bariletti montati in parallelo, bilanciere a spirale libera con spirale in silicio. È di fatto lo stato dell’arte dei movimenti GMT di Omega.

Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey

Lavora a 25.200 alternanze/ora e ha una massa oscillante in metallo pesante in modo da ottimizzare l’efficacia e i tempi della ricarica. Quando è a carica completa, offre un’autonomia di 60 ore. È resistente a campi magnetici che possono arrivare fino a 15.000 gauss.

Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey

Nella sua finitura Omega ha posto una particolare attenzione. Questo movimento a carica automatica riprende il grigio scuro dell’intero orologio nel colore dei ponti e della platina, che sono in titanio grado 5 ceramizzato. Pur non avendo decorazioni evidenti o classiche come le côtes de Genève, ha una sottile lavorazione grené che richiama quella del quadrante in titanio. Non è fatta a mano ma, come ci si può aspettare da un brand dall’alta industrializzazione quale è Omega, è ottenuta utilizzando un’ablazione al laser.

AL TOP DELLA GAMMA

L’Omega Seamaster Planet Ocean Dark Grey non è in edizione limitata né numerata, ma ha una caratteristica che vale la pena sottolineare: è l’orologio più costoso della linea Planet Ocean tra quelli non realizzati in metalli preziosi o che sono decorati con pietre preziose. Costa infatti 24.900 euro, una cifra importante per un subacqueo GMT.

Una cifra che ha diversi perché, uno su tutti proprio la ceramica in nitruro di silicio. È infatti un materiale piuttosto costoso da produrre, perché richiede processi industriali non banali. Comprensibile dunque che il suo utilizzo possa far lievitare il prezzo finale dell’orologio. Magari, però, potrebbe far crescere anche il suo valore nel tempo: sarebbe il giusto riconoscimento da parte del mercato dell’impegno di Omega a spingere sempre più avanti il limite della ricerca nell’alta orologeria.

By Davide Passoni