Hublot Spirit of Big Bang Sang Bleu III: Anima Ribelle
23 Maggio 2023«Il tatuaggio è un’opera eterna su un supporto effimero». È una famosa affermazione di Pascal Tourain, uno degli uomini più tatuati al mondo, che la dice lunga su quanto ci sia di artistico nel tattoo. Perché di arte a tutti gli effetti si tratta, e come tale si trova a proprio agio anche a fianco di altre espressioni artistiche, come per esempio l’orologeria.
Lo sanno bene gli appassionati, i quali conoscono il legame che unisce il marchio che fa dell’arte della fusione il suo payoff, Hublot, e uno dei tatuatori più celebri del mondo. Parliamo di Sang Bleu, al secolo Maxime Plescia-Büchi, che da 7 anni mette la propria maestria al servizio della tecnica orologiera più raffinata con il nuovo Spirit of Big Bang Sang Bleu III.
IN PRINCIPIO FU IL BIG BANG SANG BLEU
Niente crisi del settimo anno, però, per questo matrimonio artistico iniziato nel 2016 con il Big Bang Sang Bleu. Un orologio che si distingueva per la sua geometria tridimensionale, grazie alla quale l’artista aveva creato una struttura perfettamente proporzionale, ispirata all’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci. Un motivo unico, disegnato dal gioco sottile e dalla sovrapposizione di anelli e quadrati, che evocava la quadratura del cerchio e indicava l’ora in modo audace e insolito.
La lunetta tonda modellata in un esagono dava vita a sfaccettature che conferivano al Big Bang Sang Bleu un effetto tridimensionale. Il quadrante nero opaco aveva un ampio rehaut circolare nero satinato su cui erano impresse le ore, la cui indicazione avveniva attraverso la sovrapposizione di tre dischi ottagonali rodiati. Il più grande indicava le ore, quello piccolo i minuti.
Per facilitare la lettura dell’ora, le punte degli ottagoni delle ore e dei minuti che fungevano da “lancette” erano in Super-LumiNova bianco. I secondi al centro scorrevano su un disco nero che recava la H di Hublot e la clessidra stilizzata, simbolo di Sang Bleu. Ne erano stati creati solo 200 pezzi, con cassa in titanio.
IL SECONDO CAPITOLO DELLA SAGA DI HUBLOT E SANG BLEU
Tre anni dopo, nel 2019, è stata la volta del Big Bang Sang Bleu II, nel quale la collaborazione tra l’artista e Hublot ha portato a un orologio lavorato come se fosse un corpo decorato con un tatuaggio full-body. L’intero Big Bang ne era infatti ricoperto, dalla cassa e dalla lunetta esagonale fino al vetro zaffiro, passando per le lancette e il cinturino.
Un cronografo in cui la lunetta ha abbandonato la consueta forma tonda per assumere un profilo esagonale, con le classiche 6 viti in titanio a forma di H. Anche la parte metallica che si estendeva dalla cassa al cinturino in caucciù (scolpito geometricamente), presentava un triangolo inciso per perpetuare il ripetersi delle forme geometriche.
Le superfici complesse e sfaccettate della carrure ne esaltavano la geometria, alternando finiture lucide e satinate. Una corona rivestita in caucciù nero e i pulsanti rettangolari del cronografo completavano la cassa, impermeabile fino a 100 m. Del Big Bang Sang Bleu II sono stati realizzati 100 pezzi in King Gold e 200 in titanio.
IL NUOVO OROLOGIO: LA CASSA
Ora, nel 2023, Maxime Plescia-Büchi è tornato a vestire Hublot con la propria arte e ha scelto una nuova “tela” sulla quale dipingere. Non più il Big Bang ma lo Spirit of Big Bang che diventa Spirit of Big Bang Sang Bleu III. E ci piace pensare che il guru svizzero dei tatuaggi si sia esaltato di fronte alla cassa tonneau dell’orologio, che con la sua forma insolita per le creazioni di Sang Bleu ha rappresentato una sfida. Che vogliamo condividere con voi grazie al nostro shooting esclusivo.
Partiamo proprio dalla cassa, che è disponibile in tre materiali. Hublot è andata in crescendo: per il primo Sang Bleu solo titanio, per il secondo titanio e King Gold, ora a questi due metalli si affianca la ceramica All Black. Questa la declinazione: 200 pezzi per ceramica e titanio, 100 per il King Gold. Oltre a due referenze, una in titanio e una in King Gold, con incastonati 180 diamanti.
Il disegno della cassa è meno muscoloso di quello del Sang Bleu II ma è sempre fortemente tridimensionale grazie alle sue sfaccettature. Lungo di esse si dipana la creatività di Maxime Plescia-Büchi, con i motivi della sua arte che escono dal quadrante per posizionarsi su lunetta, anse e carrure.
È come se esagoni, diamanti e triangoli esplodessero dal quadrante e si sovrapponessero per creare nuove forme e volumi lungo tutto l’orologio, che diventa quasi un romboide. Il tutto traslando le linee care a Plescia-Büchi su un volume diverso, ossia la forma a tonneau dello Spirit of Big Bang, per offrire un nuovo punto di vista da cui guardare la creazione di Hublot. L’alternanza di superfici lucide e satinate tra cassa e lunetta “muove” ulteriormente il segnatempo.
Hublot e Maxime Plescia-Büchi hanno posto una particolare attenzione all’ergonomia dell’orologio. Nonostante le proporzioni generose della cassa da 42 mm e la forma scultorea che lo caratterizzano, lo Spirit of Big Bang Sang Bleu III è comodo e vestibile sia su polsi maschili sia su polsi femminili. Il fondello e il vetro zaffiro sono stati modellati per consentire all’orologio di aderire bene alle curve del polso.
IL QUADRANTE DELLO SPIRIT OF BIG BANG SANG BLEU III
Il quadrante scheletrato in zaffiro è un concentrato dello stile di Sang Bleu che abbiamo imparato a conoscere con le referenze precedenti. Al centro è presente la tipica struttura scheletrata di Maxime Plescia-Büchi, composta da romboidi mobili che indicano l’ora. La lancetta più grande con punta a freccia con Super-LumiNova ruota attorno al quadrante per segnare le ore, posizionate su una traccia nera a 10 lati. Tra le ore 4 e le ore 5 questa traccia si interrompe per lasciare spazio al datario.
La lancetta centrale dei secondi cronografici (sì, lo Spirit of Big Bang Sang Bleu III è un cronografo) ha la punta a freccia luminescente e si estende per tutto il diametro del quadrante, puntando a una traccia stampata su un vetro zaffiro dodecagonale. A seconda dell’angolazione, questa traccia può apparire duplicata, grazie alla particolare lavorazione scelta da Hublot e dal tatuatore per il vetro zaffiro che protegge il quadrante.
Molto scultoreo, dà l’impressione di essere formato da quattro riquadri separati e arcuati, con 10 smussature che si abbassano improvvisamente per congiungersi alla lunetta a 10 lati. Con così tanti angoli, il vetro zaffiro produce un volume maggiore e distorsioni ottiche che portano agli effetti di duplicazione di cui abbiamo scritto poco sopra e rendono sempre nuova l’esperienza visiva dell’orologio per chi lo indossa.
Due contatori neri sospesi sopra al movimento e disposti orizzontalmente visualizzano i secondi continui a ore 9 e i minuti cronografici alle 3. Entrambi i contatori, naturalmente, hanno gli indicatori a forma di rombo che armonizzano l’estetica dell’intero quadrante. Estetica che, a tratti, sacrifica la leggibilità immediata delle informazioni, come accade con le precedenti referenze di Sang Bleu per Hublot. Ma tant’è. Prima l’arte, poi la comodità.
L’OPERA MECCANICA DI HUBLOT
A proposito di arte e design, anche il calibro che muove lo Spirit of Big Bang Sang Bleu III è a suo modo un capolavoro di meccanica. Si tratta del movimento cronografo automatico scheletrato HUB4700, sviluppato su base Zenith El Primero 400. Il che significa 36.000 alternanze/ora (ossia altissima precisione), 50 ore di riserva di carica e un robusto movimento cronografico con innesto a ruota a colonne. Un movimento che, data la precisione, affidabilità e facilità d’uso che gli appassionati conoscono equipaggia buona parte della linea Spirit of Big Bang.
E ancora a proposito di arte e design, Hublot ha scelto l’appuntamento di settore più importante del mondo per presentare la sua ultima collezione in collaborazione con Sang Bleu: il Salone del Mobile di Milano. La città è stata la cornice del lancio di questa partnership durante una serata speciale, nella quale l’orologio è stato presentato in compagnia di Maxime Plescia-Büchi e del Ceo di Hublot, Ricardo Guadalupe.
Così, il “supporto effimero” evocato da Tourain si è trasformato in segnatempo e l’“opera eterna” è diventata ancora più eterna perché ha intrapreso la sua sfida più grande: misurare il tempo, sfidandone la transitorietà.
By Davide Passoni