Breitling Navitimer Cosmonaute: dallo spazio al polso 
24 Maggio 2022Il 2022 è decisamente l’anno del Breitling Navitimer. Dopo che, a fine marzo, Georges Kern ha presentato le nuove referenze che celebrano i 70 anni dell’orologio – con il richiamo al sodalizio con AOPA, l’Aircraft Owners and Pilots Association, il club per aviatori più grande al mondo -, ecco ora il ritorno del Bretiling Navitimer Cosmonaute.
Un orologio che ha una storia singolare, proprio come quella dell’intera collezione Navitimer. Un orologio che non parla di aviatori comuni ma di astronauti, che racconta di un tempo in cui la conquista dello spazio era un obiettivo politico prima che scientifico. Una corsa per la quale servivano gli strumenti migliori e alla quale Breitling partecipò con il Navitimer Cosmonaute.
BREITLING NAVITIMER COSMONAUTE E LA CORSA ALLO SPAZIO
Se per il Navitimer l’anno topico è quello della sua nascita, il 1952, per il Navitimer Cosmonaute dobbiamo spostarci avanti di dieci anni. Era il 1962 e ormai il pezzo di casa Breitling era considerato l’orologio da pilota per eccellenza. La corsa allo spazio era in pieno fermento ed era un terreno di sfida per i marchi produttori di segnatempo, che aspiravano a essere i primi a figurare al polso degli astronauti.
Breitling partiva in vantaggio rispetto a molti concorrenti, grazie alla sua esperienza nel settore degli orologi per l’aviazione. Un vantaggio che divenne palese esattamente 60 anni fa. Il 24 maggio 1962, il Breitling Navitimer Cosmonaute fu al polso dell’astronauta americano Scott Carpenter a bordo della capsula Aurora 7; nell’ambito della missione Mercury-Atlas 7, Carpenter orbitò tre volte intorno alla Terra e la sua navicella ammarò nell’Oceano Atlantico circa 5 ore dopo il decollo.
Il Navitimer Cosmonaute fu una personale richiesta di Carpenter. L’astronauta conosceva bene l’orologio perché lo utilizzava quando era pilota della marina militare americana; per la sua missione spaziale ne chiese espressamente una variazione, con l’aggiunta di un quadrante da 24 ore che lo aiutasse a distinguere il giorno dalla notte mentre si trovava nell’oscurità del cosmo.
Una richiesta che, senza che Carpenter ne avesse coscienza, portò alla creazione di un orologio ben presto diventato mitico. Nonostante la sorte del primo esemplare non sia stata fortunatissima. A causa di alcuni errori di calcolo, la capsula Aurora 7 con Carpenter all’interno ammarò a circa 300 km dalla nave addetta al recupero. L’astronauta rimase così diverse ore in balia delle onde e il suo Breitling Navitimer Cosmonaute rimase irrimediabilmente danneggiato dal contatto con l’acqua salata.
Per fortuna, per quanto rovinato e malmesso, quell’esemplare non andò perduto ma è custodito nella collezione di famiglia di Breitling, mentre al polso di Carpenter ne andò uno nuovo, a consolidare un legame che univa l’orologio a una generazione di astronauti. Nella collezione della famiglia Breitling c’è infatti anche un altro Cosmonaute acquistato a un’asta, nel 2019, da Gregory Breitling, pronipote del fondatore del marchio Léon, e appartenuto all’astronauta americano John Glenn. Durante il primo volo in orbita intorno alla Terra di un pilota americano nel febbraio 1962, Carpenter fu riserva di Glenn, incaricato di quella missione.
SESSANT’ANNI DOPO, IL RITORNO
Un intreccio di storie che è stato fatto rivivere da Georges Kern in occasione del lancio del nuovo Breitling Navitimer Cosmonaute, in una data scelta non a caso, il 24 maggio 2022. Un evento incentrato sul tema dello spazio tenutosi a Zurigo, che ha avuto come protagonista proprio l’orologio che ha volato con Carpenter intorno alla Terra, esposto per la prima volta per poter essere ammirato da collezionisti, giornalisti e appassionati.
Anche WATCH INSANITY è stata tra i pochi invitati, grazie all’autorevolezza guadagnata nei confronti del marchio e di tutto il mercato. Una bella soddisfazione che ci piace condividere con voi raccontandovi “in diretta” il nuovo Breitling Navitimer Cosmonaute.
Oltre a Kern, vi hanno preso parte l’ex astronauta della NASA Scott Kelly, alcuni membri della famiglia di Carpenter, Gregory Breitling e lo storico e collezionista Fred Mandelbaum. Gli ospiti hanno parlato della creazione del Cosmonaute e discusso del significato della missione di Carpenter e della particolare pertinenza di entrambi gli elementi, nel più ampio contesto del programma spaziale dell’epoca.
IL COSMONAUTE NELLA STORIA
È bene ricordare che Breitling ripropose già in passato delle versioni del Navitimer Cosmonaute. Appartengono agli anni ’90 alcune referenze con calibro manuale Lemania 1873 e cassa da 41 mm, piuttosto fedeli all’originale. Una di esse, in edizione limitata di 1000 pezzi, fu dedicata a Carpenter, con una particolare incisione del fondello e il suo nome riportato sul quadrante.
Nel 2012, a 50 anni dalla missione Mercury-Atlas 7, Breitling lanciò un’edizione limitata in 1962 pezzi con cassa da 43 mm e movimento manuale Breitling Caliber 02. Il fondello in acciaio riportava l’incisione dedicata alla missione e una scala termometrica in gradi Celsius e Fahrenheit.
IL NUOVO BREITLING NAVITIMER COSMONAUTE
La referenza appena presentata si inserisce nel solco della storia del Navitimer Cosmonaute principalmente per via della particolarità del suo quadrante, che consente di leggere le 24 ore anziché le 12 ore. Sul rehaut è presente il classico regolo calcolatore del Navitimer, che consente di eseguire i calcoli matematici per i tempi di volo; la leggibilità del regolo è agevolata dal contrasto cromatico tra rehaut esterno, bianco, e interno, nero.
Il nero caratterizza anche il quadrante, come nell’edizione originale del 1962. Un nero profondo e uniforme che si ritrova anche nei tre contatori cronografici, lavorati però con una finitura a cerchi concentrici. Il datario è a ore 6, diversamente dalla versione del 2012 dove compariva a ore 4:30 e contribuiva ad affollare un quadrante già decisamente pieno di elementi.
A ore 12 compare il logo applicato AOPA in oro, mentre le classiche lancette a daga e gli indici corposi sono abbondantemente ricoperti di Super-LumiNova. Anche se non si vola nello spazio, la visibilità al buio è sempre apprezzata. La lunetta presenta la classica zigrinatura accentuata, propria del Breitling Navitimer e pensata per agevolarne l’utilizzo anche con i guanti da aviatore; stessa finalità hanno le dimensioni della corona e gli evidenti pulsanti a pompa del cronografo. Dettaglio prezioso: la lunetta è in platino.
LA CASSA E IL MOVIMENTO
La cassa è invece in acciaio e ha le finiture lucide e satinate tra carrure e anse. Breitling ha scelto una misura intermedia, con un diametro di 41 mm, per rendere più indossabile l’orologio, a dispetto dello spessore – 13 mm – e delle anse lunghissime, tipiche del Navitimer, che non sempre vanno d’accordo con i polsi più sottili. Per provare a trovare questo accordo, l’orologio è disponibile con un bracciale in acciaio a sette file (alternate lucide e satinate) o un cinturino in pelle di coccodrillo. Il primo costa 10,550 euro, il secondo 10,220 euro.
Il calibro che anima il Breitling Navitimer Cosmonaute è ben conosciuto dagli appassionati. È il movimento di manifattura a carica manuale Breitling B02, derivato dall’automatico B01 ma con la caratteristica di indicare le 24 ore. Lavora a 28.800 alternanze/ora, ha 70 ore circa di riserva di carica ed è certificato COSC. Il cronografo è a ruote a colonna, a innesto verticale.
Il movimento è visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro, fortunatamente. I ponti hanno una bella finitura radiale che origina dal bilanciere e si apre verso la periferia; o, se preferite, dalla periferia porta l’occhio di chi osserva il calibro verso il suo cuore pulsante. Inoltre, è impreziosito da alcune speciali incisioni sui ponti per celebrare l’anniversario: le parole «Carpenter», «Aurora 7» e «3 orbits around the Earth», insieme a «Mercury 7», il nome con cui fu indicato il gruppo di sette astronauti designati per il Programma Mercury, selezionati dalla NASA il 9 aprile 1959.
UNA QUESTIONE DI PRIMATI
Il fondello ha però un’altra caratteristica interessante, le incisioni. Oltre al numero di referenza, all’indicazione dell’impermeabilità (3 bar), al “ONE OF 362” dell’edizione limitata e alla data commemorativa della missione di Carpenter, reca incisa la scritta «First Swiss wristwatch in space», ossia «primo orologio da polso svizzero nello spazio».
Perché questo è stato, a tutti gli effetti, il Breitling Navitimer Cosmonaute. Se la distinzione tra “nello spazio” e “sulla Luna” è evidente, qualcuno può ricordare che durante il suo volo intorno alla Terra del febbraio 1962, di cui abbiamo scritto sopra, John Glenn aveva con sé un cronometro Heuer modello 2915 A. Il fatto è che si trattava di un cronometro da tasca, adattato per l’occasione a essere fissato al polso con un cinturino.
Questione di dettagli? No, di precisione storica, che per Breitling vale quanto la precisione nel segnare il tempo. Altrimenti orologi come il Navitimer Cosmonaute non avrebbero mai potuto nascere né diventare dei miti che, a sessant’anni dal loro lancio, continuano ad affascinare generazioni di appassionati.
By Davide Passoni