Rolex: New Submariner 41mm 2020
10 Settembre 2020SE IL DIAVOLO è NEI DETTAGLI, IL NUOVO ROLEX SUBMARINER è DIABOLICAMENTE PERFETTO
“Intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film” è l’album d’esordio del mio concittadino Luca Carboni, pubblicato una vita fa – per la precisione era il preistorico 1984. Un titolo che ben si addice anche alla produzione di Rolex degli ultimi anni, che dal nuovo Daytona, presentato nel 2016, non sbaglia un modello, o meglio una “hot reference”, come vengono chiamati gli orologi più desiderati della casa coronata.
Difatti con il Daytona con lunetta in Cerachrom è riesploso – anzi, la deflagrazione è paragonabile a quella della bomba atomica – il fenomeno della lista d’attesa, alimentato successivamente con strategica sapienza fino agli altri “sogni erotici” degli appassionati di tutto il mondo: prima, era il 2018, con il GMT-Master II Ref. 126710BLRO, noto anche come “Pepsi”, poi, l’anno successivo, con il cugino dai super-poteri: il “Batman”. Per un coinvolgente meccanismo a cascata che oggi registra un’attesa di almeno sei mesi anche per avere un Datejust 41 in acciaio, tanta è la domanda internazionale più della volontà produttivo-distributiva ginevrina.
I NUOVI SUBMARINER: UN RESTYLING PERFETTO PER TRE MOTIVI
Per la presentazione della gamma “Model Year 2020” era nell’aria l’ennesimo asso nella manica di Jean-Frédéric Dufour – CEO di Rolex – con l’aggiornamento del leggendario Submariner e la relativa attesa spasmodica di addetti ai lavori, appassionati e, inevitabilmente, speculatori – presentazione dei nuovi modelli, va detto per inciso, arrivata il primo settembre un po’ a sorpresa, dopo lo slittamento causa lockdown (e l’addio di Rolex a Baselworld per l’entrata in un nuovo format in partnership con la Fondation de la Haute Horlogerie in concomitanza con il Watches & Wonders 2021 di Ginevra), con prodotti in pronta consegna o quasi.
E così è stato, per un restyling – diciamolo subito, per noi di “Watch Insanity” azzeccatissimo – che ci ha insegnato almeno tre aspetti decisivi e nessuno di questi poteva essere dato per scontato.
I: CALIBRI 3230 e 3235 SUPER PERFORMANTI
Il primo è che Rolex – tra i grandi player del mercato dell’orologeria d’alta gamma – non si accontenta di mantenere la sua posizione dominante ma continua a spingere l’acceleratore in termini di qualità totale. Come? Nello specifico, il movimento “in house” certificato cronometro ora su tutta la gamma Submariner, ossia della Referenza 124060, il (pulitissimo) “No data” (identico movimento anche dei nuovi Oyster Perpetual, tanto colorati quanto esteticamente riusciti) – il Calibro 3230 – e del Date (Ref. 126610LN) – il Calibro 3235 – oltre a raggiungere la riserva di carica di 70 ore, consente, su indicazione della stessa casa, la revisione dell’orologio dopo addirittura dieci anni dall’acquisto: per una performance che pone tale Calibro sul gradino più alto dei movimenti meccanici automatici d’alta gamma prodotti in grandi quantità.
II: SUPER ARMONIA TRA CASSA E BRACCIALE
Il secondo aspetto vale il detto “il diavolo è nei dettagli”. Se il proverbio è vero, Rolex è semplicemente diabolica perché il millimetrico restyling di cassa, arrivata a 41 mm di diametro (per l’esattezza sono 40,8 mm), e bracciale, ha riportato il quadro d’insieme ben più equilibrato rispetto alla versione precedente, che aveva le anse troppo pronunciate rispetto alla larghezza del bracciale. Stesso discorso per le due probabili rockstar della collezione: ci riferiamo al nuovo “Ghiera Verde” (Ref. 126610LV) e all’altrettanto inedito “Ghiera Blu” (Ref. 126619LB). Rispettivamente vanno a sostituire con un’eleganza “minimal” riuscitissima l’“Hulk” in acciaio e il “Puffo” in oro bianco, eliminando i quadranti pendant con le lunette per un classico quadrante nero più consono alla filosofia professionale del modello in questione.
III: STRATEGIA SEMPRE COERENTE CON LA STORIA DI ROLEX
Il terzo aspetto riguarda la coerenza di Rolex nel rinnovare i propri modelli con il sacro rispetto che devono avere prodotti che rappresentano la storia dell’intera orologeria e questo da qualche anno avviene sia nell’estetica e sia nella tecnica. Coerenza che invece molto spesso alcuni competitor purtroppo non hanno, stravolgendo prodotti, non rinnovando i movimenti, magari con collezioni sospese anni prima e riportate alla luce senza nessuna novità di rilievo, nella tacita ammissione di tentare la fortuna di accalappiare un cliente distratto o poco informato.
IN CONCLUSIONE: ALIMENTARE LA LEGGENDA SERVE A TUTTO IL MERCATO
Detto ciò, veniamo alle considerazioni finali che riguardano i prezzi ufficiali. È (quasi) inutile citarli, soprattutto quelli dei modelli in acciaio. Chi li comprerà a listino – in qualunque allestimento, anche nella versione “solo tempo” – avrà fatto l’investimento dell’anno. Mentre tutto il resto serve ad alimentare una leggenda che con bravura alimenta se stessa dal 1953, anno di presentazione del primo Submariner. E che tutto sommato, per la rilevanza di audience che ha, fa bene a tutto il settore.
By Michele Mengoli