Patek Philippe: Calatrava Ref.6007A-001 Steel
24 Giugno 2020Patek è Patek. Quindi, se non si vuole scadere nel banale, si commenta un suo nuovo modello come si fa con un film di Steven Spielberg o come si è fatto, per decenni, con l’ultimo libro dell’indimenticabile Philip Roth. Nel senso, commentarlo in chiave tecnica ha senso e ugualmente va espresso un giudizio sull’estetica ma tutto ciò non è abbastanza perché quando sei un gigante del tuo settore, ti confronti innanzitutto con te stesso, ossia con la tua storia prima che con la concorrenza e con il gusto dei potenziali acquirenti.
Limitato, Luminoso e Calatrava!
Ecco quindi che per il nuovo Calatrava Referenza 6007A-001 è del tutto inutile commentarne il movimento perché si tratta del consueto Calibro 324, affidabilissimo automatico che viaggia a 28.800 alternanze/ora con una riserva di marcia massima di circa 45 ore e che anima gran parte dei modelli della linea con gli stilemi dei Cavalieri di Malta. Invece la nostra attenzione si focalizza su tre dettagli che, già lo sappiamo, faranno battere forte il cuore agli entusiasti del marchio ginevrino e potrebbero rendere questa novità un “long seller” collezionistico.
La prima, ovvio, è la tiratura limitata a 1.000 esemplari. Un contingentamento che mette questa “special edition” – proposta per celebrare la realizzazione del nuovo stabilimento ultra-tecnologico e super ottimizzato che accompagnerà la produzione degli orologi della famiglia Stern per almeno i prossimi vent’anni – sotto i riflettori di tutti gli appassionati, proponendosi, come detto, come un orologio da potenziale “rialzo borsistico” importante alla stregua del titolo Tesla.
La seconda, ancora più ovvia della prima, è che la cassa, di 40mm di diametro e 9mm e spiccioli di spessore (con fondo cassa in zaffiro e iscrizione “New Manufacture 2019), è in acciaio, materiale “povero” per gli standard di Patek Philippe ma decisamente il più ricco in termini di rivalutazione economica, visto che rimanda ai “best seller” del marchio, come gli sportivi Nautilus e Aquanaut, e ancora di più ai modelli vintage semplicemente leggendari perché rarissimi, come uno degli orologi più costosi della storia dell’orologeria: la Referenza 1518, crono-perpetuo realizzato tra gli anni Quaranta e Cinquanta che nella sua versione con cassa in acciaio – prodotta in soli 4 esemplari – rappresenta il Santo Grall del nostro amato settore.
E la terza? Be’, è per intenditori. Osservate il quadrante. Sì, quel tono di blu – che la casa definisce “gray-blue” (con al centro un insolito decoro “carbon-style” kitsch quanto basta per piacere più ad arabi e asiatici che agli occidentali) – fa subito Patek ma la vera differenza sta nelle lancette e negli indici. Quanti Calatrava “solo tempo” con il trattamento della luminescenza per la visione dell’ora in condizioni di scarsa visibilità avete visto? La risposta è pochissimi. Ecco la grande novità di questo modello che a listino viene proposto a 26mila euro e che sarà distribuito, oltre che nelle boutique monomarca, anche nei concessionari ufficiali – perciò con qualche possibilità in più di averlo per i clienti di tutto il mondo.
Detto ciò, non abbiamo paura di dare un giudizio sul Calatrava Ref. 6007A-001. I commenti di appassionati e commercianti sono stati contrastanti. C’è chi lo ha amato immediatamente e chi lo ha stroncato, paragonandolo a modelli di marchi blasonati poco riusciti o, addirittura, a un paio di orologi intorno ai 1.000 euro di brand commerciali. Il sottoscritto, invece, lo promuove perché nel suo complesso ha carattere, soprattutto nella speranza che sia l’apripista per una collezione Calatrava con modelli leggermente più sportivi che contemplino ancora lancette e indici luminescenti e magari una impermeabilità fino a 100 metri (in questo caso è di 30 metri).
Quindi, direte voi, la promozione è legata solo a questo binomio: Calatrava e Superluminova? Be’, in sostanza, oltre al gusto estetico che è sempre soggettivo, la risposta è sì, perché Patek Philippe è un gigante e come tale si confronta soprattutto con la sua storia. E in questo senso siamo di fronte a una piccola rivoluzione.
By Michele Mengoli